Casatenovo: alla serata di RiFuGio si parla di aborto, fra diritti, sofferenze e normativa
Un tema attuale e spinoso quello affrontato l'altra sera dai giovani dell'associazione RiFuGio, che hanno voluto approfondire la questione dell'aborto. L'appuntamento, che si è svolto giovedì 2 marzo presso Villa Facchi a Casatenovo e al quale hanno partecipato con entusiasmo tanti giovani della zona, aveva come scopo quello di informare e stimolare alla riflessione personale. A guidare i presenti all'interno di una tema così discusso erano presenti due rappresentati della campagna ''Libera di abortire''; promossa da Radicali Italiani, l'iniziativa punta ad aiutare in maniera concreta le donne che scelgono la strada dell'aborto in un Paese in cui i professionisti sanitari obiettori di coscienza sono, all'incirca, 7 su 10 e ha come fine ultimo quello di garantire l'attuazione della legge 194 sul diritto all'aborto.
Giulia Crivellini e Vittoria Loffi di ''Libera di abortire'' e Aziz Sawadogo di RiFuGio
''A quasi cinquant'anni dall'approvazione della legge sull'aborto ad alcuni può sembrare superfluo che il tema venga riportato all'attenzione'' ha affermato Giulia in apertura. ''Se però il dibattito in merito a questo diritto è ancora così vivo, significa che è importante parlarne''.
''Il tema degli obiettori di coscienza, ovvero quella parte dei professionisti sanitari che si oppongo nel mettere in pratica l'interruzione di gravidanza volontaria, è solo la punta dell'iceberg di un problema molto più ampio, che coinvolge il nostro Paese e le Istituzioni'' ha affermato Vittoria.
''Una serie di storie che ci sono state raccontate da donne che hanno sofferto per un aborto negato o complesso, sono sfociate nella volontà di fare qualcosa di concreto'' ha spiegato Vittoria. ''Abbiamo deciso di entrare in diretto contatto con il Ministero della Salute e con le Regioni, che sono le vere detentrici del potere decisionale in questo campo''.
Vittoria e Giulia hanno voluto poi sottolineare le incredibili lacune nel nostro Paese anche per quanto concerne l'informazione in merito all'aborto; basti pensare che sul sito del Ministero della Salute non esiste nemmeno una mappatura dei centri e degli ospedali all'interno dei quali l'interruzione viene praticata.
Le domande che ci si pone quando si parla di aborto sono tante e la discussione è sempre viva. Come hanno spiegato Vittoria e Giulia però, ad oggi il governo Meloni afferma di ''non voler toccare la 194'' come se questo fosse un bene.
Vengono messe da parte le storie di donne che soffrono, che sono costrette a fare domanda in molte strutture sanitarie prima che venga data loro la possibilità di abortire. Ci sono donne con difficoltà economiche che fanno un'enorme fatica a spostarsi a 70 km da casa loro per far sì che un loro diritto venga messo in atto.
Nel 2023 questo concetto può sembrare banale, ma il fatto che una donna si senta dire così tanti "no" quando chiede che un diritto come quello abortivo sia garantito, è forse la prova di quanto la questione sia ancora aperta nel nostro Paese.
S.L.F.