Molteno: destinazione sociale per Villa dei Pini. Si valuta una proposta sovra comunale

È definitivo: Villa dei Pini a Molteno non si trasformerà più in un complesso residenziale, ma assumerà una destinazione a uso collettivo e dunque sociale, ancora da definire nel dettaglio. Il consiglio comunale di martedì 7 marzo ha infatti approvato in via definitiva la variante al piano di governo del territorio (P.G.T.) per mutare la destinazione urbanistica dell'area, che passerà da residenziale a sociale.
Si chiude così un capitolo decennale di storia politica del paese riguardante il dibattito sul futuro del pregevole immobile di via Grandi. Nel 2010, la giunta guidata dal'ex sindaco Mauro Proserpio approvò il piano di villa dei Piani, che prevedeva la realizzazione di una struttura residenziale con un volume di cubatura che passava da 3.881 mc a 8.891 mc: il piano attuativo di intervento prevedeva la costruzione due palazzine ad uso abitativo con la parte inferiore da destinare a uso commerciale e una parziale cessione del parco all'asilo, per il quale era prevista anche la costruzione di una nuova aula.

Una veduta del consiglio comunale. A destra il sindaco Giuseppe Chiarella

Quando l'attuale amministrazione ha appreso che il comparto, a fine 2020, era stato messo all'asta ha compiuto delle valutazioni finalizzate ad attualizzare il progetto di un decennio precedente. Le esigenze del passato erano mutate: a fronte del decadimento della soluzione residenziale, l'ipotesi avanzata è stata quella di intraprendere un procedimento che manifesti l'interesse dell'amministrazione all'acquisizione di Villa dei Pini, ovvero l'approvazione di una variante puntuale al PGT.
"La variante riguarda un'area di intervento di Villa dei Pini che ha un'estensione di 7.750 mq. ed inserita nel tessuto urbano consolidato, senza vincoli paesaggisti e ambientali, ad eccezione di un pozzo d'acqua, per il quale Arpa e ATS si sono già espresse con prescrizioni che dovranno essere portate avanti - ha spiegato l'architetto urbanista Giovanni Gaspa di Tavernerio, incaricato dal Comune - La valenza passerà a uso collettivo: che l'influenza di questo standard abbia solo influenza territoriale o inter comunale sarà da verificare in sede di approvazione del progetto. Regione e Provincia non hanno espresso pareri, non hanno eccepito nulla in quanto non si prevede consumo di suolo".

Barbara Gilardi e Giusi Corti del gruppo di minoranza

Alla variante è pervenuta solo un'osservazione di carattere privato dalla società che avrebbe dovuto occuparsi dell'edificazione della struttura residenziale: è stato chiesto l'annullamento della procedura per danni economici che produrrebbe una volta trasformato. L'amministrazione non ha accettato il rilievo e ha presentato una contro deduzione, sottolineando che la pianificazione ha natura urbanistica e rimane una competenza del consiglio comunale che promuove investimenti sul territorio.
In relazione all'osservazione giunta sulla procedura ha commentato il sindaco Giuseppe Chiarella: "Qualsiasi modifica che l'amministrazione apporta al PGT afferisce alla sfera soggettiva del proprietario di un'area: è facile inviare un'osservazione per dire che si chiederanno i danni. Ricordo che la convenzione del piano integrato dell'intervento (PII) di Villa dei Pini non è mai stata sottoscritta, quindi il PII è inefficace". A sostegno della sua tesi, il primo cittadino ha citato una sentenza del consiglio di stato: "Se l'amministrazione è libera di variare le sue previsioni in presenza di una convenzione con PII, lo potrà fare a maggior ragione se la convenzione non c'è".

Villa dei Pini a Molteno

La capogruppo di minoranza Giusi Corti ha commentato: "La società si appella a un ritardo dell'amministrazione nell'eseguire l'iter, ovvero alla mancata stipula della convenzione entro tempi utili, vale a dire entro dieci anni".
La società avrà comunque la facoltà di impugnare la delibera approvata dal consiglio comunale. "Verificheremo l'eventuale impugnazione della delibera - ha replicato il primo cittadino, chiarendo la finalità che potrà assumere l'edificio - Il fine sociale sarà di una casa di cura, ma ci sono varie modalità (diurne, con alloggio) che dovranno essere valutate. Certo è che l'ente comunale non potrà mai procedere con la realizzazione ma dovrà avvalersi della collaborazione del privato secondo forme di partenariato".
In merito alla volumetria dell'edificio, l'architetto Gaspa ha precisato che sarà in linea con il piano dei servizi vigente e che qualsiasi eventuale trasformazione sarà rimandata alla valutazione del consiglio comunale.

La maggioranza

"Da quando è iniziato l'iter del PII avevamo specificato le ragioni per cui si era cambiata l'impostazione: in dieci anni si è costruito in altre zone del paese e abbiamo ritenuto che l'area potesse essere salvaguardata - ha commentato il capogruppo di maggioranza ed ex sindaco Mauro Proserpio - Al netto dei percorsi che la proprietà vorrà intraprendere, da parte dell'amministrazione si dovrà pensare a una valenza pubblica dell'area. Invito a parlare con i comuni vicini, Garbagnate Monastero e Sirone, perché nessuno dei due comuni ha sul proprio territorio questo tipo di strutture. Si immagina possa essere un buon richiamo: dare un taglio sovra comunale al comparto potrebbe farlo diventare più appetibile per il privato e più sostenibile per la collettività".
La minoranza, composta dalle rappresentanti presenti in aula Giusi Corti e Barbara Gilardi, si è astenuta al momento del voto: "Abbiamo sempre approvato la variante, mentre avevamo sempre osteggiato il piano integrato di intervento che prevedeva un aumento di volumetria impattante".
Michela Mauri
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