Villa Greppi, 'Musicantimafia': la storia di Chris, costretto a fuggire dalla sua Nigeria

Si è tenuto sabato 25 marzo a partire dalle ore 19, nella suggestiva cornice dell'antico granaio di Villa Greppi a Monticello, il concerto di Chris Obehi intitolato ''Non Siamo Pesci''. L'evento è stato organizzato dal Consorzio in collaborazione con Atonga, Simbio (che da anni si occupa della difesa dell'ambiente, anche con riflessioni sul ruolo della criminalità organizzata e delle mafie sull'inquinamento e l'impatto ambientale) e Patatrac APS nell'ambito dell'evento Musicantimafia proposto ormai da diversi anni dall'ente culturale monticellese.

Un momento del concerto organizzato nell'ambito di Musicantimafia

Protagonista di un live intimo - solo chitarra e voce - organizzato in occasione della Giornata della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il giovanissimo artista nigeriano classe 1998, ha ripercorso sul palco la sua storia in musica. A causa delle persecuzioni religiose portate avanti nel suo paese d'origine da Boko Haram (gruppo terroristico legato all'ISIS), nel 2015 Chris si è visto costretto a fuggire dalla Nigeria.

Chris Obehi, protagonista della serata a Villa Greppi

Come molti è giunto dapprima in Libia, poi a Lampedusa ed infine a Palermo, dove, grazie alla passione per la musica e l'abilità come bassista, riesce dapprima ad intraprendere gli studi di contrabbasso al conservatorio Alessandro Scarlatti e dopo, apprendendo anche da autodidatta a suonare la chitarra ed ad interpretare, facendo propria, la musica tradizionale siciliana, a vincere la Targa SIAE-Giovane Autore in occasione dell'edizione del 2019 di ''Musica contro le mafie''.

''Si rivela importante fare memoria di ciò che è accaduto e deve essere sempre uno stimolo per la difesa della legalità e dei diritti umani'' le parole della presidente del CdA di Villa Greppi, Lucia Urbano.

Lucia Urbano, presidente del Consorzio Villa Greppi

''Dobbiamo ringraziare il Consorzio che, anche quest'anno ci ha concesso la possibilità di organizzare una serata per sensibilizzare sulla lotta alle mafie. Dobbiamo anche ringraziare Simbio e Patatrac. Quest'anno, poi, più che sulle parole, ci siamo concentrati sulla musica, contro le mafie, e siamo finalmente riusciti a portare a nord Chris Obehi, che è un ragazzo giovanissimo, ma ha una vicenda che lo fa sembrare molto più grande. La storia di Chris è legata ai diritti umani, e la nostra sfida per stasera è cercare di legarla alla cultura dell'antimafia. Abbiamo quindi pensato di offrirvi un reading, tenuto da due ragazzi delle due associazioni, Simbio e Patatrac, accompagnati dalla chitarra di Chris, per introdurre la serata, che si concluderà con l'apericena, a tema siciliano, organizzata da Patatrac'' ha detto invece Alessio Colombo di Atonga che per la quarta volta ha curato l'iniziativa.

"Questa sera vorremmo raccontarvi la storia di un ragazzo di diciannove anni, Peter, che ne racchiude tante altre, e che prova a raccontare cosa accade nella vita di qualcuno che lascia il suo paese e prova ad arrivare qui. Oggi l'1% del nostro pianeta è una zona calda, a malapena vivibile, e miliardi di persona chiamano questa terra casa. Entro il 2070, a causa del riscaldamento globale, questa percentuale potrebbe arrivare al 19%, forzando così le popolazioni di queste aree a spostarsi in altri luoghi, dando ulteriore impulso a fenomeni migratori di proporzioni ingenti. Il riscaldamento globale ed altri fenomeni climatici non hanno infatti ripercussioni sull'ambiente, ma innescano cambiamenti geografici, sociali, demografici e politici, che influenzano il nostro presente ed il nostro futuro. Peter viveva in una di queste zone con la sua famiglia, divenuta troppo calda per il raccolto che, prima, li poteva sostentare per tutto l'anno. L'avvento di fenomeni climatici sempre più estremi ha iniziato a costituire un serio problema, con le scorte che iniziavano a scarseggiare, e le bocche che continuavano ad avere sempre più fame. Peter è stato scelto dal padre per provare a risollevare la famiglia, per la speranza di un futuro: in mano, una busta sgualcita con tutti i pochi averi della famiglia e, dinanzi a se, un cammino sconosciuto. Appena attraversato il confine, tutti raggiungono i campi profughi che si sono creati nel corso degli anni''.

A sinistra Alessio Colombo di Atonga. Nell'immagine accanto Chiara e Francesco di Simbio e Patatrac

''Una volta raggiunta la prima città, i migranti iniziano la traversata del deserto, attraverso vari pick up: il primo, generalmente, li lascia al confine con il prossimo Paese, per poi tornare indietro. Successivamente, vengono fatti salire su altri pick up, tutti gestiti dai trafficanti di esseri umani. Il costo del viaggio varia da mille a millecinquecento dollari. La busta di Peter ha iniziato a sgonfiarsi, soprattutto dopo aver incontrato Steven, un uomo che aveva promesso a lui ed ai suoi amici, incontrati lungo il cammino, che li avrebbe portati in un luogo in cui avrebbero potuto lavorare. Hanno viaggiato per ore, senza cibo né acqua, perché non erano inclusi nel pacchetto del viaggio. Sono stati scaricati nel mezzo del nulla, nel cuore della notte. Qualcuno ha provato a protestare, perché non si vedeva nessuna luce nel raggio di miglia, ma Steven li ha zittiti, invitandoli a continuare per sole due miglia. Per Peter, quelle due miglia, sono durate quindici mesi. Durante il viaggio, il rischio è quello di di essere catturati o incarcerati, anche per mesi. Traumi estremi e violenze sono esperienze comuni. Più del 90% dei migranti ha raccontato di essere stato vittima di torture e violenze, sia nel paese d'origine, sia durante il viaggio migratorio. Nove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno ucciso, torturato o picchiato. Chi è passato per i centri di detenzione ha dichiarato di non essere più lo stesso, anche solo per il trauma psicologico, che rende molto più difficile il percorso di integrazione all'interno del paese d'approdo. Peter, dopo circa due anni dall'ultimo saluto alla sua famiglia, si è ritrovato insieme ad altre persone, in uno di questi centri, provando in prima persona come le guardie sevizino e scelgano i migranti per compiti speciali. Di notte non riesce a capire se le urla che sente siano quelle di donne o bambini, oppure siano solamente le sue. I dati registrati dalle Nazione Unite riportano come, dal 2015 al 2022, siano, nel complesso, diminuiti gli attraversamenti del mar Mediterraneo. Nonostante ciò, gli attraversamenti sono divenuti sempre più fatali: nel 2022 sono state registrati 1417 morti o dispersi. Non sappiamo quanti saranno i tentativi di attraversamento nel 2023, ma dal 1 gennaio a stasera, contiamo già 410 vittime. Quando Shiva, una bambina di 10 anni proveniente dalla Liberia, disegna il mare, lo colora di nero, perché per lei, sopravvissuta ad un naufragio per raggiungere l'Europa, il Mediterraneo rappresenta solo dolore'' questo un estratto del reading tenuto da Chiara di Simbio e da Francesco di Patatrac, che hanno concluso ribadendo la centralità dell'articolo 10 della nostra carta costituzionale: lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Ma, se è vero che la legge italiana garantisce protezione alle vittime di grave sfruttamento, non va dimenticato che fenomeni come agromafie e caporalato (che dei migranti fanno oggetto di secondo e ancor più grave sfruttamento, dopo tutto quello che hanno subito durante il viaggio) siano fenomeni, purtroppo, ancora diffusi.
Ecco che allora non dobbiamo dimenticare le parole del Giudice Falcone: la magia è un fenomeno umano, e, come tutti i fenomeni umani, ha avuto un inizio, e avrà sicuramente una fine.

Bisogna dunque combatterla, usando gli strumenti migliori delle istituzioni, e anche sensibilizzandosi ed informandosi, attraverso serate come queste, con le canzoni di Chris che, tra italiano, inglese, siciliano, esan e pigdin nigeriano raccontano tutto il suo vissuto, e ci ricordano come combattere le mafie significhi, anche e soprattutto, combattere per la difesa dei diritti umani.

M.T.
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