Rogoredo, presunto abuso edilizio: i reati verso la prescrizione, sentenza in autunno

Una sola domanda quella posta dagli avvocati difensori dei due imputati, Gianni Sassella e Ildefonso Ghezzi, al teste comparso in aula questa mattina davanti al giudice Gianluca Piantadosi, vpo Mattia Mascaro. "Quando è intervenuto per eseguire i lavori nel cantiere di Via San Gaetano a Casatenovo?".

La risposta "Il tetto è stato iniziato nel dicembre 2017 e terminato nel gennaio 2018" è bastata per rafforzare ulteriormente la tesi difensiva degli avvocati Nicola De Lillo e Umberto Grella. E cioè che i reati a carico dei loro assistiti sono andati in prescrizione e quindi il processo è ritenersi concluso.

Oggetto del procedimento il tetto di una palazzina realizzato in difformità rispetto ai permessi e più alto rispetto al consentito, così come un box costruito più in "profondità".

Per entrambe le opere (tanto più per i box che, come specificato dall'avvocato Grella, sono chiaramente stati realizzati ancora prima del tetto) gli imputati sono accusati di "violazione del codice dei beni culturali e del paesaggio". Contestazione che aveva portato il comune di Casatenovo a emettere una ordinanza di demolizione con strascichi giudiziari passati al Tar e arrivati sino al consiglio di Stato.

Per la vicenda odierna il pubblico ministero ha chiesto di non doversi procedere per intervenuta prescrizione, istanza a cui si è associata la difesa. Il giudice Piantadosi dopo una breve camera di consiglio ha rinviato al 3 novembre per la lettura della sentenza.

S. B.
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