La poesia di Umberto Colombo/17: la vecchiaia, pesce d'aprile?
La vecchiaia. Il periodo del tramonto della vita, quello in cui c'è chi ritrova una nuova giovinezza e chi invece si lascia andare ai pensieri nostalgici degli anni "migliori", quando le gambe correvano veloci e la mente riusciva a sostenere anche i ritmi più frenetici. La poesia scritta da Umberto Colombo per questo diciassettesimo appuntamento settimanale si concentra sula fase della vita in cui i capelli diventano grigi, le rughe solcano i visi, i tessuti sono meno elastici e i muscoli meno tonici.
Oggi è sabato 1 aprile, noto anche come la data del pesce d'aprile: secondo la tradizione, questa giornata dedicata alle burle trova fondamento sin dalla Francia del XVI secolo quando corrispondebva con l'ingresso nel nuovo anno (il capodanno è stato spostato al 1 gennaio con l'introduzione del calendario gregoriano). Ebbene, come sostiene l'autore della poesia "la vecchiaia non è uno scherzo di natura? uno ci si trova senza volerlo". Una poesia che si attaglia alla giornata. Voi cosa ne pensate? Da questi versi impariamo ad accogliere con maggior serenità l'età che passa e, per chi è ancora nel fiore della gioventù, ad apprezzare e portare rispetto a chi, testimone di un lungo vissuto, è entrato nella fase della vecchiaia.
Il vecchio
Per definizione è detto “il vecchio”
colui che ha superato l’operoso
anche se in passato tirava il secchio
è fuori dal quadrato ed è oneroso
Ma quale fonte lancia il verdetto
su questo autentico colmo di dolore
e proprio vero e non va mai detto
che il ritmo della vita bada al colore
Bianco dai capelli poco sfumati
colui che in gergo è detto anziano
non ha più vent’anni se ne sono andati
e vale soltanto una svista da lontano
Con poco rilievo viene guardato
negata è la capienza del suo cervello
quanta perizia non ha mai lasciato
e nel vecchio troverai solo del bello
Le forze son diverse lo sappiamo
ma girano intorno a un gran sapere
il fatto che sul compiuto noi ridiamo
e di quel vissuto vivido solo chimere
Non date al vecchio dell’incapace
rispetto al merito del suo già fatto
quello che nel mondo adesso piace
è il frutto di quei tempi messo in atto
Sia logico un rispetto al fu passato
Di gloria ai tecnicismi allor studiati
Nell’oggi questo studio vien sfruttato
non v’è memoria dei tempi allor sudati
Umberto Colombo