Oggiono, Bachelet: riparte Atleticabile con i disabili

Studenti normodotati al fianco dei ragazzi con disabilità. È il progetto "Atleticabile", istituto negli anni prima del Covid-19 da un'idea delle professoresse Umbertina Ravasi e Maria Luisa Panzeri e ripreso quest'anno all'istituto Bachelet di Oggiono. Si tratta di un percorso che, come tanti altri, è stato forzatamente sospeso a causa della pandemia e nel 2023 è stato riattivato con la collaborazione, seguendo la tradizione del passione, dell'associazione Oltretutto 97 di Malgrate che si occupa di far praticare attività sportiva a persone con disabilità fisica, relazionale e intellettiva.

Il progetto, avviato lo scorso lunedì 3 aprile e fissato con un nuovo appuntamento lunedì 17 aprile, prevede due giornate di allenamenti di atletica gestiti dalle classi seconde, terze e quinte del liceo scientifico sportivo, coordinati dai docenti Barbara Galbusera, Massimo Negri e Rosella Viganò. Le specialità interessate da questo percorso sono la corsa veloce, il lancio del vortex, il salto in lungo e la staffetta.
La conclusione delle attività si terrà giovedì 22 maggio al centro sportivo De Coubertin di Oggiono con una vera e propria gara tra i ragazzi.

"Ogni squadra sarà formata da due studenti del liceo scientifico sportivo e da un atleta special - spiega la professoressa Viganò - Tutti i partecipanti si sfideranno nella quattro specialità e poi si formerà una classifica sommando i risultati dei tre componenti del terzetto. L'obiettivo fondamentale sarà quello di condividere la pratica sportiva sottolineando gli aspetti del fair play, della relazione e dell'aiuto reciproco".

Soddisfazione per la ripresa del progetto è stata espressa dal presidente dell'associazione Oltretutto 97, Ettore Fumagalli: "Il nostro gruppo di ragazzi, anziché fare il solito allenamento di atletica, per due lunedì si reca nel centro vicino al Bachelet e si allena con gli studenti dell'istituto che si sono preparati a questo percorso. La prima esperienza è stata molto bella: i ragazzi sono stati divisi in gruppi e hanno fatto allenamento di un paio d'ore molto intenso. C'è stato già un fiorire di relazioni e questo è stato positivo perché è questo lo scopo del progetto: far entrare in contatto i due mondi e far sentire i ragazzi molto simili, nonostante le diversità".
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