Appello rivolto a Gori, sindaco di Bergamo: si stracci la sanzione elevata all'UTE e si chieda scusa
Ho visto con i miei occhi e letto attentamente il verbale di contestazione che gli agenti della polizia municipale hanno redatto contro la professoressa Rosita Corbetta, rea di aver esercitato abusivamente la professione di guida turistica. Ho letto soprattutto e con, se possibile, maggiore sconcerto, le repliche delle guide turistiche di Bergamo e del Comune stesso.
Cito testualmente: "gli agenti hanno sanzionato una cittadina proveniente da un'altra provincia lombarda che svolgeva attività di guida turistica nei confronti di una comitiva, accompagnando a visitare i monumenti e fornendo descrizioni storiche e artistiche [...] Non si trattava, a differenza di quanto sostenuto da alcuni giornali, di amici della donna, ma di una comitiva venuta in città con un pulmino per seguire una visita guidata proprio dalla signora, docente in pensione".
Ne ricavo l'impressione che giungere da una provincia diversa, e per di più in pulmino, non alla spicciolata ciascuno con una propria autovettura, sia indizio di assenza di amicizia.
"C'è una deroga per gli insegnanti purché contrattualizzati e non pensionati", leggo sul Corriere di oggi la dichiarazione della comandante della polizia locale, Gabriella Messina. Cui si aggiungono quelle dei presidenti delle associazioni di guide della città bergamasca che sostengono che "essere Capitale della Cultura significa anche promuovere la cultura della legalità in modo che i turisti possano contare su professionisti seri, non su ciceroni improvvisati".
Chiedo a questi signori se una persona divenuta docente di scuola statale dopo aver conseguito una Laurea Magistrale (o vecchio ordinamento, che è la stessa cosa), aver conseguito l'abilitazione all'insegnamento e aver vinto un Concorso Pubblico sia da ritenersi più o meno competente di chi consegue il patentino di guida dopo una laurea triennale e un Esame di Stato.
Ma per paradosso, se io volessi farmi accompagnare da un cretino e fossi disposto ad ascoltare le sue farneticanti spiegazioni, chiedo a questi signori perché mai dovrei ottenere il loro beneplacito. Con quale autorità si arrogano il diritto di dire ai turisti e ai visitatori da chi essi possano e debbano farsi spiegare (gratuitamente) qualcosa? Non c'è dubbio che ci siano "ciceroni improvvisati" così come non c'è dubbio alcuno che ci siano guide turistiche impreparate. Nella mia professione ho condotto infinite volte delle classi in gita e incontrato guide bravissime e idioti leggendari, col loro bel patentino di guida e il loro bel tesserino esposto al petto. E purtroppo abbiamo persino dovuto pagarli.
Chiedo a questi signori quale sia il motivo per cui - per assurdo - se io non fossi un docente ma solo uno dei massimi esperti di Manzoni in campo nazionale sarei secondo loro "un cicerone improvvisato" se conducessi un gruppo di amici in visita ai luoghi manzoniani.
Ricordo che il principio introduttivo dell'art. 33 della Costituzione non va letto limitatamente alla sua applicazione in ambito scolastico, perché "l'arte e la scienza sono libere, e libero ne è insegnamento". Soprattutto se gratuito. Che sia questo ciò che più scoccia? L'idea che qualcuno possa fare dono del suo sapere agli altri senza necessariamente chiederne in cambio un compenso? Si ha paura che sottragga guadagni?
Capisco che il titolo di "Capitale della Cultura" possa costituire un volano per Bergamo e per l'indotto della sua economia ricettiva. Ma lucrare su questa cosa con un atteggiamento lobbistico e taglieggiatore, come giustamente l'ha definito Paolo Guzzanti al TG4, diventa un autogol pericolosissimo.
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo "Capitale della Cultura": se vuoi togliere le virgolette da questa definizione e renderla realtà, non solo un'etichetta passeggera, dimostra che la Cultura non è monopolio ma libertà, non ha recinti ma talenti, non è un patentino ma è, anzitutto, intelligenza. Apri finalmente bocca e parla tu, non i tecnici del Comune o i portatori di interesse delle associazioni locali. Sei il sindaco, diamine: fai il sindaco! Te lo dico io dalle pagine di «Casateonline», che non conteremo niente, te l'ha detto Giangiacomo Schiavi dalle pagine del «Corriere»; ascolta lui, se non vuoi ascoltare me: fai stracciare la multa e chiedi scusa.