Rogeno: causò un sinistro ma fuggì senza prestare soccorso. 46enne a giudizio

Il tribunale di Lecco
Omissione di soccorso. E' l'accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Lecco nei confronti di A.P., milanese classe 1977. Sarebbe lui - secondo una ricostruzione ancora tutta da dimostrare - il responsabile di un sinistro stradale verificatosi a Rogeno nell'agosto di due anni fa, dal quale si era però allontanato senza sincerarsi delle condizioni dei coinvolti.
Della vicenda si è discusso stamani in tribunale, al cospetto del giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi. Gli accertamenti sul luogo del sinistro affidati alla Polstrada di Bellano, avevano consentito di risalire all'imputato, ritenuto l'intestatario del veicolo che avrebbe causato l'incidente, avvenuto poco prima delle ore 18 in Via Provinciale.
Come ha riferito l'operante che quel giorno era intervenuto insieme al collega di pattuglia, occupandosi dei rilievi, due auto stavano viaggiando sull'arteria procedendo in opposte direzioni. Proprio per questa ragione la Fiat Panda, in procinto di compiere una manovra di svolta, aveva rallentato, fino ad arrestare la propria marcia. In quegli stessi istanti da dietro sopraggiungeva però la Mito intestata all'imputato che dopo aver tentato invano di frenare per una trentina di metri, aveva tamponato con violenza l'utilitaria che la precedeva, costringendo l'altra vettura in arrivo dal senso opposto a sterzare bruscamente per evitare l'impatto, finendo fuori strada.
Una dinamica importante dunque; eppure la persona al volante dell'Alfa non si era fermata a prestare soccorso, dileguandosi dal luogo del sinistro. A individuarlo - sulla carta perlomeno - ci hanno pensato gli agenti della Polstrada grazie al sistema di videosorveglianza comunale che aveva immortalato la scena e anche la targa della Mito, risultata appunto intestata (così come l'assicurazione del mezzo) al cittadino milanese classe 1977. Non era stato invece possibile riconoscere, dalle telecamere, la persona alla guida.
Ascoltato successivamente dagli operanti di Bolzano - delegati dai colleghi lecchesi - l'imputato nulla aveva saputo riferire in merito all'accaduto e l'utilitaria nera coinvolta nel sinistro non è mai più stata rintracciata.
Da ulteriori indagini affidati alle ''divise'' era però emerso che, a seguito di una segnalazione della Procura di Milano, sulla posizione dell'imputato in banca dati era stato posto un blocco anagrafico da parte del PRA per una presunta intestazione fittizia di veicoli.
Difficile dunque ad oggi - anche alla luce di questa circostanza - confermare con certezza che fosse proprio lui alla guida del veicolo coinvolto nell'incidente a Rogeno nell'agosto 2021. Decisiva sarà quindi la versione che renderà l'imputato il prossimo 20 giugno, quando è stata calendarizzata la prossima udienza del procedimento penale. Previsto il suo esame e la testimonianza di quello che (all'epoca dei fatti) ne era il datore di lavoro, chiesta con fermezza stamani dall'avvocato Mauro Tosoni, difensore d'ufficio del 46enne, probabilmente per dimostrare come il giorno del sinistro fosse impegnato in altre faccende.
Si torna in aula fra un paio di mesi per il prosieguo dell'istruttoria.
G. C.
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