Nibionno lascia Retesalute: 'lontani dall'ambito'. I dubbi di Usuelli

Un quadro di riferimento radicalmente mutato, la mancanza di coinvolgimento nella gestione dei servizi d'ambito e una qualità che, nel tempo, non è rimasta del medesimo livello. Sono queste le principali motivazioni che hanno portato il Comune di Nibionno a chiedere il recesso da Retesalute, l'azienda speciale dell'ambito meratese che si occupa dei servizi alla persona. L'adesione era avvenuta nel 2019 con la precedente amministrazione guidata da Claudio Usuelli, attuale capogruppo di maggioranza che ha appoggiato la decisione pur rivendicando la bontà della scelta a suo tempo assunta e confermando le perplessità sull'impresa sociale lecchese alla quale si intende unirsi.
L'assessore al welfare Milena Magni, attraverso una relazione scritta (clicca QUI per visualizzarla), ha espresso i motivi della decisione specificando subito che ''non è in contraddizione con le scelte della giunta approvate in precedenza. Non significa che non riteniamo corretto il percorso per giungere al risanamento, ma ora a processo concluso, crediamo sia per noi possibile un'altra direzione''. E ancora: ''non è in contrasto polemico con l'adesione di quattro anni fa, ma è una presa d'atto che il quadro di riferimento è radicalmente cambiato''.

A sinistra l'assessore Milena Magni accanto al sindaco Laura Di Terlizzi

A guidare il pensiero dell'amministrazione è stato un ''senso di ragionevolezza e responsabilità'' che ha portato a valutare i cambiamenti degli ultimi anni.
''Tra le motivazioni dell'adesione c'era un'ottica garantista, trattandosi di un modello consolidato, mentre dall'altra parte c'era ancora un progetto embrionale. Il Comune era davanti a una scelta tra una costituenda impresa e Retesalute che appariva solida e ben gestita. Trattandosi di un'azienda speciale, costituita solo dalle amministrazioni comunali, con una governance pubblica, si reputava più sicura'' ha proseguito l'assessore Magni. ''La solidità della predetta azienda non si è rilevata tale e la situazione si è rovesciata. Nel 2020 sono emerse difficoltà e problemi contabili e, in seguito, sia i costi dei servizi che i costi dell'azienda sono aumentati''.
La perplessità dell'amministrazione riguarda soprattutto i costi della struttura gestionale che ha come compito quello ''di erogare i servizi comunali ma anche di occuparsi dell'attuazione del piano di zona di Merate che non è a vantaggio di Nibionno, appartenente all'ambito di Lecco''.
A questo si sono aggiunte altre criticità: la rinuncia del consorzio Consolida a partecipare alla gara di appalto per erogare i servizi educativi scolastici che ''ha comportato disagi'', le altre richieste di intervento economico lo scorso anno tra le quali figura la copertura dei costi di soccombenza per la causa in tribunale intentata da due ex dipendenti e, nel settembre 2022, nuovi aumenti del costo dei servizi.
''Non abbiamo alcun coinvolgimento rispetto ai servizi a gestione d'ambito. Molte decisioni sono prese nei circondari del meratese e casatese di cui non facciamo parte: non abbiamo potere di indirizzo'' ha aggiunto l'avvocato Magni.

Lo sguardo dell'amministrazione si è pertanto rivolto all'azienda che opera nell'ambito di Lecco, come già hanno fatto, nelle scorse settimane, Oggiono ed Ello, recedendo dall'azienda speciale meratese. Il Comune di Sirone invece, proprio lunedì 17 aprile in consiglio, ha confermato la fiducia in Retesalute: è rimasto l'unico dell'oggionese a proseguire la strada intrapresa quattro anni fa.
La gestione associata proposta nell'ambito di appartenenza è stata ritenuta idonea per una ''maggiore sicurezza di continuità, efficacia ed efficienza''. Nibionno ha rivolto altrove lo sguardo perché non si è verificata la condizione di ''avere servizi di qualità, pur con maggiore costo''.
Premettendo il parere favorevole al recesso da Retesalute per il cambiamento delle condizioni che quattro anni fa avevano portato all'adesione, il capogruppo di maggioranza Claudio Usuelli ha comunque manifestato tutt'ora i dubbi che, a suo tempo, avevano portato la sua amministrazione a una scelta diversa da quella prevista nell'ambito di appartenenza.
''Ora come allora non mi convince la composizione giuridica con il 51% in mano al privato e 49% al pubblico, dunque con una maggioranza privata. Trattandosi di servizi alla persona, la qualità attuale di Retesalute non è soddisfacente: al momento dell'adesione invece lo era. Il prezzo però, non era mai stata una questione importante perché si tratta di persone, soprattutto fragili: qualunque prezzo a mio avviso va bene spenderlo''. Infine la chiosa: ''quotidianamente siamo bombardati dalla privatizzazione della sanità e a Lecco abbiamo costituito un'azienda privata per il welfare''.

Il gruppo di maggioranza. Terzo da sinistra il capogruppo Claudio Usuelli

Il capogruppo Usuelli ha ricordato un'altra perplessità: ''l'impresa sociale era una realtà nuova e si sarebbe fatto un salto nel buio. In più chi aderiva, si vincolava per tutta la durata, ovvero sei anni. Tra un anno si andrà ancora a gara e non è detto che vinca Girasole, ma dobbiamo dire le cose come stanno: l'impresa sociale lecchese è uguale a Consolida, la stessa che forniva i servizi a Retesalute. Ad oggi non c'è più questa incertezza perché la situazione si è consolida-ta''.
Usuelli è quindi tornato sulle motivazioni, contenenti una visione d'insieme più ampia, che quattro anni fa avevano fatto propendere verso Retesalute. ''L'intento era poi quello di fare il passaggio d'ambito. Secondo la giurisprudenza si poteva fare per ragioni di contiguità territoriale: siamo infatti confinanti con Cassago che appartiene all'ambito di Merate. Perché non si è intrapreso questo passaggio? L'ingresso in Resalute è avvenuto ad aprile 2019, il tempo di valutare la soddisfazione dei servizi e siamo arrivati al febbraio 2020 quando è scoppiata la pandemia, durata fino al 2021. Ci sono state poi le elezioni e non si è potuto introdurre questo passaggio. Intanto sono emersi tutti i problemi dell'azienda. Il Comune di Nibionno fa parte della conferenza dei sindaci dell'oggionese dal luglio 2011, deciso pochi mesi dopo il mio insediamento, ma fino a prima faceva parte del casatese''.
Nonostante i molti dubbi, il capogruppo ha concluso con il sostegno alla decisione di recedere, con un'attestazione di stima verso il lavoro dell'assessore Magni. ''Ad oggi ribadisco che, visto che parliamo di persone con determinate caratteristiche e fragilità, mi fido della relazione e della scelta dell'assessore che se ne occupa quotidianamente''.
Michela Mauri
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