Molteno: gli ambulatori comunali dividono il consiglio. Per la minoranza si agevola il privato

Dibattito acceso, nel consiglio comunale di venerdì 21 aprile, sugli ambulatori comunali di Molteno. Il gruppo di minoranza ha infatti presentato un'interrogazione per avere risposte sullo stato di completamento dell'opera ''visto il notevole ritardo nell'apertura della nuova struttura, protrattosi ben oltre la programmazione iniziale e successive proroghe''.
In particolare è stato chiesto al consiglio ''se i lavori sono terminati oppure se devono ancora essere completati e in quale misura; qual è il termine previsto per l'utilizzo a pieno regime dei nuovi spazi: se il Comune sta versando le rate del mutuo acceso nel 2020 e, nel caso, l'importo già erogato ad oggi''.

Il sindaco Giuseppe Chiarella (secondo da sinistra)

Il sindaco Giuseppe Chiarella ha risposto ai tre punti: ''I lavori sono quasi terminati, mancano soltanto alcune opere accessorie come l'illuminazione esterna. C'è qualche poi qualche vizio, come i sanitari rotti e un lavabo che non funziona: abbiamo informato già l'azienda che provvederà a sostituzione prima che si liquidi la somma finale. Non c'è un termine di fine lavori perché i medici oggi erogano il loro servizio. Tuttavia, nel giro di qualche mese gli ambulatori potranno entrare a pieno nell'utilizzo. Stiamo versando le rate: al momento abbiamo pagato quattro rate, due all'anno, per 19.000 euro l'una, quindi circa 80.000 euro''.

I consiglieri di minoranza

Una risposta che evidentemente non ha soddisfatto il gruppo di minoranza Progetto per Molteno: ''I lavori sono molto lunghi, prima a causa del Covid, poi per l'aumento delle materie prime e dell'approvvigionamento. Al di là di quello che ci ha raccontato, penso che si debba dire la verità e la realtà dei fatti - è l'affondo della capogruppo Giusi Corti - Da notizie ricevute, non si tratta solo di piccoli vizi, ma ci sono problemi che vanno ben oltre queste piccole mancanze. Abbiamo pagato per 650.000 euro di una struttura pubblica che si vuole dare in affidamento a un privato. Sappiamo che anche in Regione, dove c'è un processo di privatizzazione strisciante della sanità, ci sono norme che prevedono paletti "etico-morali" che impediscano che pubblico e privato vengano a stretto contatto e sembra che la nostra struttura sembra non essere idonea a questo tipo di attività perché mancano i requisiti che permettano la condivisione''.

Pronta la replica del primo cittadino: ''Su tutto il territorio dove viviamo ci sono strutture dove si condividono sanità pubblica e privata. Non c'è riscontro di quello che dite. Ci stiamo facendo accompagnare da ATS nel percorso per l'apertura del centro, conformemente a quello che prevede la legge. Non ci sarà nessun sacrificio della nostra medicina a favore della sanità privata. Il nostro scopo è offrire ai cittadini un servizio più integrato, che non vada a discapito della medicina pubblica. Il servizio sarà sicuramente migliore rispetto a quello di oggi''.
Il consigliere di minoranza Ferdinando de Capitani, parlando di "scelta politica tremendamente sbagliata", ha citato norme regionali in cui si parla di divieto di commistione tra pubblico e privato e di autorizzazioni al fine di poter esercitare attività private in luogo pubblico.
A fronte di queste parole, è immediatamente intervenuto il capogruppo di maggioranza Mauro Proserpio: "Il legislatore parla di strutture accreditate che erogano attività anche in nome e per conto del privato. Poi ci sono le strutture private, che sono completamente diverse. L'articolo in questione non è pertinente ed è profondamente scorretto citarlo".

A destra Mauro Proserpio, capogruppo di minoranza

"Che la pratica sia ferma per questi motivi, lo sanno tutti'' ha proseguito De Capitani, criticando aspramente il progetto. ''Qui c'è una forma di induzione alla medicina privata. Questo è un pasticcio perché c'è imbarazzo tra i medici di base. É tremendamente sbagliato mettere a stretto contatto due servizi diversi: sarà la vostra formazione politica, ma questo non è normale. È un'operazione sbagliata fin dall'inizio perché il Comune avrebbe potuto avere, a costo zero, gli ambulatori nell'operazione di Villa Bosisio. Avete messo in piedi un servizio che non si potrà svolgere per problemi di inopportunità. Se vuole fare un bel servizio al paese, lasciate perdere la convenzione e date spazio alla medicina generale".

Ha invece confermato la bontà dell'idea perseguita il primo cittadino: "Stiamo facendo un percorso con ATS e apriremo gli ambulatori conformemente alle norme. La realtà attuale è questa: chi ha le disponibilità economica, può permettersi di curarsi, mentre chi non le ha non lo può fare. I cittadini di Molteno avranno una proposta estremamente vantaggiosa per loro che migliorerà il servizio offerto".
M.Mau.
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