Spigolature di guerra: i tavolini di un bar
Umberto Colombo
Noi abitavamo in un appartamento signorile in affitto in Piazza Roma, proprio in centro al Paese.
Nel 1940 frequentavo la prima elementare e come d'uso ci fu nel mese di Maggio la Parata della gioventù Fascista.
Allora tutti i giovani in quelle occasioni venivano inquadrati militarmente e indossavano la divisa di appartenenza al loro gruppo.
I più giovani. col loro gagliardetto erano detti "Figli o le figlie della lupa, i più grandicelli come Balilla o Piccole italiane" poi c'erano gli "Avanguardisti" infine i Giovani o le giovane Fasciste. La partecipazione a questa ricorrenza era obbligatoria.
Io, come "Figlio della lupa" vestivo pantaloncini grigioverde, una camicia nera con una bandoliera bianca.
Al centro come fermaglio una grande "M" in metallo e un cappello a in testa un "Fez" di lana nera con un fiocco pendente.
La parata era organizzata percorrendo a marcia forzata l'intera Via Roma con gagliardetti di appartenenza in evidenza cantando un canzone studiata per l'occasione. Io mi sentivo orgoglioso, vestire quella divisa mi faceva importante.
Fummo inquadrati sulla Piazza in attesa dell'Ispezione Superiore e dalla mia postazione vedevo davanti a me "l'Albergo del Sole" con degli eleganti tavolini in vimini e le sue poltroncine in bella vista, disposte ai lati dell'entrata.
Su quelle seggiole in attesa della chiamata ispettiva, erano seduti altezzosi, in divisa fascista, il Podestà ed altre autorità del luogo e provinciali. Vedevo che con calma si bevevano un caffè. Al centro di questa Piazza un chiosco da edicola di giornali.
Dopo lo scoppio della guerra su quelle stesse poltroncine bevendo anche loro un caffè, erano seduti degli ufficiali del Regio Esercito diretti in Russia, facenti parte di un raggruppamento organizzativo. Più avanti altri ufficiali del Regio Esercito sedevano sulle stesse poltroncine bevendo anche loro un caffè. Durante la Repubblica sociale Italiana gli stessi posti erano occupati da ufficiali Repubblichini sempre sorseggiando un caffè.
Un giorno un mezzo Tedesco di passaggio da Mariano si era fermato per anomalia al motore del loro blindato e in attesa dei soccorsi approfittarono per bersi un caffè occupando le stesse poltroncine.
Dopo la caduta della Repubblica Sociale Italiana gli stessi scranni furano occupati da Partigiani Italiani provenienti da Inverigo. Qualche giorno dopo passò di lì una piccola colonna americana e anche loro si sedettero su quelle stesse poltroncine bevendo un caffè.
L'unica differenza era che il caffè non era caffè, ma una miscela di orzo tostato per via, prima delle sanzioni e poi dalla guerra.
Umberto Colombo