La poesia di Umberto Colombo/21: l'accumulazione del denaro

Il vil danaro. Un argomento da cui ci si tiene alla larga nelle conversazioni conviviali, ma è desiderio di tanti. L'accumulazione di denaro, unità monetaria in uso sin dall'antichità per lo scambio di merci e beni, è pensiero diffuso nella nostra società, soprattutto in tempi magri come quelli che stiamo vivendo dove l'inflazione costringe a fare i conti con ristrettezze e maggiore riguardo nell'impiego delle risorse a nostra disposizione.



Umberto Colombo, nella poesia settimanale, rievoca una verità popolare, tramandata dalla nonna: "l'uomo senza danaro l'è sempre brutto".
La riserva

Il soldo il danaro la pecunia e la moneta
Sono la trappola del genere umano
Si crede nel lor valor e questo allieta
Ma è soltanto una giravolta assai malsano

 
Tu credi di pagar la cosa al giusto costo
Ma questa è aggravata soltanto da balzelli
Tutti cercan soltanto di mettertela in quel posto
Si dà contar per loro tanti ma tanti schelli

 
È solo carta con la stampa dei signori
Il tuo lavoro val soltanto e solo questo
Tu cerchi di trovar gli autentici valori
Ma resti senza fiato con vuoto il cesto

 
Come vedi il gioco del danar è sempre pesto
Si fanno imbrogli e guerre per averne dopo
Si lascia e si straccia così al vuoto l’uomo onesto
Da sempre intrappolato dal valor di scopo

 
Il danar e col danar poi avere sempre tutto
Ma per averlo non basta il lavorar di schiena
Mia nonna mi diceva prima del suo lutto
Che l’uom senza danaro l’è sempre brutto

 
Umberto Colombo

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