Ciclismo, il monticellese Villa si racconta: dall'esordio in bici alle gare 'che contano'
Giacomo Villa
Giacomo Villa ha ventuno anni e da tre corre in seno alla squadra dilettantistica della Biesse Carrera dove sta ottenendo ottimi risultati. Residente a Monticello nella zona delle Besanelle con i genitori e la sorella minore, mastica ciclismo fin da bambino e ora, dopo essersi diplomato al liceo scientifico scienze applicate del Bachelet di Oggiono, frequenta l'università telematica Pegaso in scienze motorie.
"Mi sono innamorato del ciclismo quando ero ancora un bambino, mio zio Mauro si era infortunato alla caviglia mentre giocava a calcio e così per recuperare ha iniziato ad andare in bici, io l'ho seguito. Ho fatto praticamente tutte le categorie, dal primo anno dei giovanissimo fino al terzo sono stato nel gruppo di cascina de Bracchi, poi mi sono spostato a Costamasnaga da G4 a G6 e a Biassono prima di arrivare alla Biesse Carrera. Mi sembra di vivere un sogno anche perché posso già correre nelle strade su cui sono cresciuto, mi ricordo che da bambino vedevo sempre passare la coppa Agostoni, il Lombardia e anche il Giro d'Italia, un giorno mi piacerebbe proprio correre la corsa rosa" ci racconta Giacomo con un po' di emozione. La bicicletta ha sempre fatto parte della sua vita e andando avanti si rende conto di essere sulla strada giusta.
Negli ultimi tre anni ha accumulato tanta esperienza anche correndo le gare con i professionisti che gli permettono di crescere e di affrontare corse con un più lungo chilometraggio e con grandi atleti di livello. A fine 2022 aveva centrato il successo alla coppa città di San Daniele del Friuli, ma la grande vittoria è arrivata proprio in apertura del calendario italiano il Trofeo Piva, una corsa prestigiosa per la categoria degli under 23.
"Per tutta la giornata sono sempre stato tranquillo - ci spiega - non rispondevo subito ai vari attacchi, ma salivo con il mio passo senza effettivamente preoccuparmi di restare indietro. Sull'ultimo muro De Pretto, Martinelli e Meris hanno aumentato il passo e sono riusciti ad avvantaggiarmi, ho fatto la discesa da solo mentre la moto mi disegnava le traiettorie, poi quando si è spostata, proprio nell'ultima curva dell'ultimo chilometro sono rientrato a tutta sul gruppetto. Davanti tutti si guardavano e nessuno volva lanciare la volata, ho preso coraggio e a 150 m dall'arrivo sono partito. È stato bellissimo arrivare sotto il traguardo a braccia alzate, volevo la vittoria, ci speravo, ma non immaginavo che sarebbe arrivata in questo modo''.
Nemmeno il tempo di rendersi conto della vittoria che Giacomo è partito in direzione Belgio verso un'esperienza veramente unica: la Liegi Bastogne Liegi, la decana delle classiche che una settimana prima rispetto ai professionisti dedica una corsa alla categoria degli under 23. "Per tutta la giornata sono sempre stato tranquillo - ci spiega - non rispondevo subito ai vari attacchi, ma salivo con il mio passo senza effettivamente preoccuparmi di restare indietro. Sull'ultimo muro De Pretto, Martinelli e Meris hanno aumentato il passo e sono riusciti ad avvantaggiarmi, ho fatto la discesa da solo mentre la moto mi disegnava le traiettorie, poi quando si è spostata, proprio nell'ultima curva dell'ultimo chilometro sono rientrato a tutta sul gruppetto. Davanti tutti si guardavano e nessuno volva lanciare la volata, ho preso coraggio e a 150 m dall'arrivo sono partito. È stato bellissimo arrivare sotto il traguardo a braccia alzate, volevo la vittoria, ci speravo, ma non immaginavo che sarebbe arrivata in questo modo''.
"E' stata la mia prima esperienza con la maglia azzurra e come corridore con la a maiuscola. È stato pazzesco. Alla mattina al ritrovo di partenza ero affiancato dagli atleti più forti al mondo, c'erano tutte le squadre vivaio dei grandi team del world tour, sembrava di vivere in un sogno. L'obiettivo come nazionale era quello di fare gara con De Pretto e Martinelli che erano i due ragazzi più in forma, ma anche io avrei avuto le mie carte da giocare. Purtroppo ho faticato sui muri finali e ho perso contatto sull'ultima cote, sono comunque riuscito a giocarmi la volata" ci spiega Giacomo che aveva già indossato la maglia della nazionale in occasione di un ritiro in puglia nel mese di maggio e spera ancora ripetere quell'esperienza. "Vestire di azzurro è qualcosa di magico, è un simbolo che comporta anche delle responsabilità".
Giacomo Villa sogna e non ha paura di farlo, il suo punto di riferimento da bambino era Peter Sagan, ora è diventato il belga Wout Van Aert con spera di confrontarsi presto in gara. La Biesse Carrera è il luogo ideale per crescere perché ha la possibilità di farlo gradualmente partecipando sia alle corse riservate agli under 23 che a quelle dei professionisti.
"Il mio sogno sono le classiche del nord, mi piacerebbe correre il Fiandre, ma anche la Parigi Roubaix, provare a confrontarmi con i muri e il pavè. Per il momento non so ancora che corridore potrò diventare, forse un corridore da corse di un giorno, qualunque sia la mia strada dovrò allenarmi veramente" prosegue Giacomo.
Il ventunenne nei prossimi giorni sarà impegnato in Veneto al Gp General Store e al giro della Franciacorta, poi con la squadra partirà in direzione di Livigno per affrontare un periodo di preparazione in vista del Giro d'Italia Under 23.
Giorgia Monguzzi