Nessun accordo fra Salvini e Pascale, che sceglie il rito abbreviato. Udienza il 12/9

Nonostante le trattative intavolate fra le parti, non si è giunti ad un accordo bonario. E così Francesca Pascale, già compagna di Silvio Berlusconi e convolata a nozze lo scorso luglio con la cantautrice Paola Turci, dovrà affrontare il processo.
A trascinarla in tribunale, come si ricorderà, niente meno che il leader della Lega e attuale vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, sentitosi diffamato da un post social della 37enne partenopea.
Secondo quanto fino a ora trapelato (e suscettibile dunque di imprecisioni), il 21 gennaio 2021 Francesca Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un vecchio "tweet" di Salvini - che lo stesso ha disconosciuto, sostenendo si tratti di un fake - riferito a chi si trasferisce a vivere all'estero con particolare affondo su meridionali e africani considerati "fannulloni", "gente senza la cultura del lavoro". Un re-post, quello dell'ex forzista, correlato da un suo commento contro colui il quale - scriveva - "si appresta a diventare leader indiscusso del centrodestra", attaccato per i presunti pensieri razzisti e violenti espressi. "Piuttosto voterò Paperino" la chiosa.

Matteo Salvini e Francesca Pascale

Da qui la querela depositata direttamente presso la Procura della Repubblica di Lecco dai legali di Salvini, sfociata per l'appunto in una causa penale incardinata presso il palazzo di giustizia di Corso Promessi Sposi in considerazione dell'allora residenza di Francesca Pascale. Per qualche anno l'ex fidanzata del cavaliere ha vissuto infatti a Villa Maria - già Villa Giambelli - di Rogoredo di Casatenovo, nido d'amore sistemato per lei da Berlusconi prima che la loro relazione volgesse al termine, con la dimora poi messa sul mercato e venduta a seguito di una trattativa riservata.
Il fascicolo, trattato personalmente dall'allora numero uno facente funzione Cuno Tarfusser, è finito sul tavolo del giudice Martina Beggio che stamani ha dovuto prendere atto dell'impossibilità di giungere ad una composizione bonaria della vicenda.
Niente remissione di querela: Francesca Pascale andrà dunque a processo. La sentenza peraltro non si farà attendere molto. L'avvocato Matteo Uslenghi del Foro di Milano, ha infatti annunciato l'intenzione della propria assistita - messa nero su bianco tramite procura speciale - di avvalersi del rito abbreviato (che consente all'imputato di godere di uno sconto di pena e di una riduzione della durata del processo ndr). Non ci sarà dibattimento dunque, ma soltanto discussione, probabilmente già il prossimo 12 settembre. E' prevista in quella data la prossima udienza del processo nel quale si è costituito parte civile Matteo Salvini (oggi rappresentato dall'avvocato Christian Manzoni del Foro di Bergamo in sostituzione del penalista di fiducia del vice premier).
E' stato invece il pubblico ministero Chiara Di Francesco, ultima ''erede'' del fascicolo penale sulla presunta diffamazione, a sedersi stamani in Aula per conto della Procura lecchese.
G. C.
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