La poesia di Umberto Colombo/24: l'avanzare dell’età per l’uomo
"Ahi, ahi, i dolorini alle ossa e ai muscoli": le cellule del nostro corpo, con l'avanzare dell'età, non si specializzano più e perdono la capacità di rigenerare i propri danni. È un programma genetico presente nel nostro corpo contro il quale non possiamo fare nulla o, al più, e non è fatto da poco, invecchiare mantenendosi in salute perché la vecchiaia sia, anche socialmente, meno pesante. Questo è quanto ci dice oggi la scienza.
Umberto Colombo, in una poesia dai contorni autobiografici, racconta, con la consueta leggerezza, come ci si sente andando avanti con gli anni, di quando "si passa dal vigore al passo lento", espressione che ben delinea, dal punto di vista fisico, la vecchiaia. "Gli scherzi della vita non si riescono a nascondere... anche un adone pieno di fascino e vitalità si trova col passar degli anni con sedere per terra. Non vale l'esser il più forte e sentirsi il padrone del mondo, il tempo uguaglia tutti, chi più e chi meno. Infatti Totò in una sua celebre poesia diceva che "il tempo è una livella".
Il venere acciaccato
L’alluce mi fa male
il ginocchio mi fa male
il cuore tira a campare
cammino e fatico col fiatare
Sono stracco nel mio ardire
sto leggendo e prendo sonno
altri parlano e stento nel sentire
traballo e cado sempre più sul fondo
La saggezza si dice … ma non è vero
dimentico ogni cosa sull’istante
non trovo la parola al mio pensiero
confondo un cagnolino con l’infante
Mi prude sul mio fondo di capelli
ripenso alla mia vita nel passato
ritorno con la mente ai miei fratelli
ma ormai tutto il finito e trapassato
La gente mi guarda e mi supporta
inciampo vecchio mio sul marciapiede
mi trovo sulla via per me contorta
dovrei portarmi appresso un bel treppiede
Di giorno vo dormendo sul divano
di notte sono sveglio e non ho sonno
il tempo si conta e passa invano
gironzolo per casa e giro in tondo
il veglio della vita finisce in fretta
si passa dal vigore al passo lento
da giovane non pensi alla disdetta
del tempo che finisce in un momento
Umberto Colombo
il ginocchio mi fa male
il cuore tira a campare
cammino e fatico col fiatare
Sono stracco nel mio ardire
sto leggendo e prendo sonno
altri parlano e stento nel sentire
traballo e cado sempre più sul fondo
La saggezza si dice … ma non è vero
dimentico ogni cosa sull’istante
non trovo la parola al mio pensiero
confondo un cagnolino con l’infante
Mi prude sul mio fondo di capelli
ripenso alla mia vita nel passato
ritorno con la mente ai miei fratelli
ma ormai tutto il finito e trapassato
La gente mi guarda e mi supporta
inciampo vecchio mio sul marciapiede
mi trovo sulla via per me contorta
dovrei portarmi appresso un bel treppiede
Di giorno vo dormendo sul divano
di notte sono sveglio e non ho sonno
il tempo si conta e passa invano
gironzolo per casa e giro in tondo
il veglio della vita finisce in fretta
si passa dal vigore al passo lento
da giovane non pensi alla disdetta
del tempo che finisce in un momento
Umberto Colombo