Oggiono: Gapea condannato a un anno per spendita di banconota falsa da 20 €

Il tribunale di Lecco
Per lui il pubblico ministero, dottoressa Caterina Scarselli, aveva chiesto la condanna a 2 anni di reclusione e 400 euro di multa, derubricando l'accusa da spendita di banconote false (art. 455 cp) a tentativo, ritenendo che il reato non fosse stato pienamente consumato.
Il giudice Paolo Salvatore, dopo una breve camera di consiglio, si è allineato alla richiesta di condanna, comminando a Dago Fabio Carter Gapea, difeso di fiducia dall'avvocato Marilena Guglielmana, la pena di un anno e 2 mesi e 200 euro di multa, senza alcuna modifica del capo di imputazione. Questa mattina in aula sono comparsi il titolare dell'Atipico, locale di Oggiono dove il 2 marzo 2017 era avvenuto il fatto, confermando solo l'accaduto ma non potendo fornire ulteriori elementi dato che lui non era presente. E' stata poi la volta del dipendente che quella sera era in servizio al bar.
''Quel giorno c'erano due o tre ragazze e due ragazzi. Fabio mi ha dato una banconota da venti euro per pagare la consumazione, lo conoscevo. Quando ho preso il denaro ho capito che era falso e gliel'ho restituita e gli ho detto: Fabio riprenditi i soldi, non fare a me questi scherzi. Sono arrivati i carabinieri gli ho fatto vedere la banconota che avevo nel cassetto che mi aveva dato l'albanese ed era fasulla anche quella''.
A ricostruire con maggiori dettagli l'accaduto è stato l'imputato stesso, classe 1997, accompagnato in aula dalla polizia penitenziaria in quanto ai domiciliari per altra causa.
''Quella sera ero con amici all'Orsa maggiore di Lecco. Abbiamo deciso di andare a mangiare qualcosa all'Atipico di Oggiono e in strada mi sono fermato a fare benzina a un distributore. Avevo in tutto 120 euro: due banconote da 50 euro e il resto in tagli da 5 euro. Ho chiesto a Berisha che era con me (tale Evis, imputato in concorso nel medesimo processo per il quale ha scelto il patteggiamento, ndr) se aveva da cambiarmi un 50. Lui mi ha dato due banconote da 20 e una da 10. Ho tentato di fare benzina ma la macchinetta mi ha rifiutato il 20 euro. Allora gli ho detto che erano fasulli. Berisha allora mi ha restituito una banconota e ho fatto benzina. Gli ho detto di darmi quella fasulla perché volevo fare uno scherzo al mio amico che lavorava al bar di Oggiono. Quando siamo arrivati là, gli ho pagato la consumazione con i 20 e il barista amico non si è accorto che era falsa. Allora gli ho detto: "Dai ridammi i soldi che sono falsi" e così gli ho pagato la consumazione con 5 euro. Andando a casa ho strappato la banconota fasulla ma non sapevo che Berisha pur sapendo che il barista era mio amico gli avesse dato 20 euro falsi''.
Terminato il racconto il giudice ha chiuso l'istruttoria chiedendo alle parti di addivenire alle conclusioni. Il vpo Scarselli non ritenendo credibile la versione dell'imputato ne ha chiesto la condanna pur derubricando le accuse a tentativo di spendita di banconote false.
L'avvocato di fiducia Marilena Guglielmana, ricordando la giovane età di Gapea all'epoca dei fatti (aveva 19 anni) e come fosse nel pieno del suo periodo di ribellione, ha eccepito come la testimonianza del barista non fosse stata chiara a dipanare i dubbi sulla vicenda e ne ha chiesto l'assoluzione. In subordine il minimo della pena e la derubricazione in tentativo.
Il giudice, pur optando per la condanna (senza derubricare le accuse) lo ha condannato al minimo di un anno e 200 euro di multa.
S. B.
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