La poesia di Umberto Colombo/25: tra l’alpino e l'atleta dei monti

L'alpino e l'atleta di montagna cos'hanno in comune? La cima dell'altura, quella vetta fatta di roccia, per raggiungere la quale la fatica e il sudore non si risparmiano. Una delle differenze la sottolinea nei versi iniziali la poesia della settimana di Umberto Colombo: l'alpino è un corpo militare di montagna mentre l'atleta è spinto, nell'azione, da uno spirito di avventura. Diciamo che quest'ultimo è mosso più da un desiderio personale di entrare in contatto con la natura e rispettarla.

Al netto della differenza, però, tra loro, c'è un altro aspetto in comune: una volta raggiunta la cima, entrambi si fermeranno "ad ammirare quanta bellezza di gioia mai finita".
Tra l’alpino e l'atleta di montagna
 
L’Alpino è un corpo militare di montagna
l’atleta dei monti è spirto di avventura
l’uno in difesa dello stato in pompa magna
l’altro per vicenda propria di bravura

 
Tra queste due persone c’è discordanza
Ambedue appassionati delle vette
il soldato è chiamato e muore soltanto su ordinanza
diverso lo sportivo che ama le suddette

 
Montagna sorella splendida alta e faticosa
rende splendore all’uomo che la corre
di grazia, di speranza, dalla valle alla montuosa
fresca in estate sul rivo che concorre

 
Quanta bellezza in seno ha lì nascosto
dai boschi ai terreni seminati dalle rocce
ardita cima bianca con la neve al posto
domina il ciel con tutte le sue bocce

 
L’alpino ammira ma se necessario spara
il rocciator rispetta sempre la natura
nei tempi del riposo suonanti di fanfara
entrambi si vestiran d’imbragatura

 
La rupe irta, andranno per lo scalare
sul poggio conquistato con fatica
si fermeranno tutti e due ad ammirare
quanta bellezza di gioia mai finita

 
Umberto Colombo

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