Casatenovo: la preghiera del donatore e tantissimi giovani per l'ultimo saluto a Simone, mancato a 19 anni soltanto
''Nessuno muore sulla terra finchè vive nel cuore di chi resta''. Una frase che, riportata sull'enorme striscione esposto dai ragazzi del gruppo Sgurbatt (gli ultras della Casatese) sul sagrato della chiesa di San Giorgio, ha strappato un timido sorriso a mamma Luisella, stretta fra il marito Fausto e la figlia Alessandra, prima di accompagnare il feretro del loro Simone al vicino camposanto.
Nel primo pomeriggio di oggi la comunità di Casatenovo si è fermata per dare l'estremo saluto al 19enne, vittima di un tragico incidente stradale lo scorso fine settimana. Mentre si trovava al volante della sua Fiat Punto, Simone Fumagalli è finito fuori strada, impattando contro la cancellata di un'abitazione di Via don Gnocchi, a poco più di un centinaio di metri da dove risiedeva con la sua famiglia. Il giovane stava rincasando dopo una serata in compagnia perchè di lì a poche ore avrebbe dovuto iniziare il turno presso la struttura sportiva di Monza dove lavorava come giardiniere. Purtroppo però, nella sua stanza Simone non ci è arrivato: i gravissimi traumi riportati non gli hanno lasciato scampo; il giorno successivo i medici dell'ospedale di Varese ne hanno dichiarato il decesso.
Un duro colpo per la sua famiglia, ma in generale per l'intera comunità di Casatenovo, come ha ricordato quest'oggi il parroco don Antonio Bonacina, in un'omelia pronunciata non senza fatica, per sua stessa ammissione. Perchè la morte di Simone ha inferto uno schiaffo non soltanto al cuore di genitori, sorella, dei tanti amici, colleghi ed ex compagni, ma anche alla speranza.
''Aveva davanti un'intera vita, durante la quale avrebbe potuto realizzare tante cose'' ha detto il prevosto, ricordando quanto i fedeli in questi giorni si siano raccolti nella preghiera, increduli ed attoniti di fronte ad una notizia del genere. Eppure, nonostante questa morte improvvisa ed ingiusta, si deve tentare di andare oltre al dolore.
''La preghiera non può risolvere la situazione, ma esprime un credo, una speranza. E' questa la parola d'ordine che ho trovato in questi giorni difficili, sapendo di dover prendere la parola quest'oggi'' ha detto don Antonio, facendo riferimento al brano di Vangelo di Giovanni letto poco prima, quando Marta si rivolge a Gesù a seguito della morte di Lazzaro. ''Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!''. A questo proposito il sacerdote ha spinto i presenti a non guardare in questa tragedia l'assenza o il silenzio di Dio, richiamando piuttosto le parole pronunciate da Gesù in quell'occasione: ''io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno''.
Don Antonio ha quindi invitato familiari ed amici a custodire i ricordi dei momenti vissuti con Simone: un tesoro prezioso e del tutto personale quest'ultimo, al quale va aggiunta la consapevolezza della risurrezione e della parola di Dio, che va oltre ad ogni esperienza.
Nel richiamare l'ultimo importante gesto compiuto da Simone e dalla sua famiglia che ha acconsentito all'espianto degli organi, il religioso ha messo in evidenza la bellezza di realizzare qualcosa per gli altri. ''Costa tanto, ma solo così potremo essere nella pace, sapendo di aver fatto la cosa giusta. Solo così la nostra vita potrà continuare con quel senso di responsabilità, sapendo che è stata spesa per Simone e per chi ha dato la propria vita per gli altri'' ha concluso don Antonio, le cui parole hanno assunto ulteriore valore grazie alla preghiera del donatore letta dai volontari dell'Aido sul finire della cerimonia.
Prima che il feretro del 19enne lasciasse la chiesa, gremita tanto all'interno quanto sul sagrato, c'è stato il momento dei ricordi. Al messaggio letto da un amico, ha fatto seguito il pensiero espresso da un'insegnante dell'istituto superiore frequentato dal casatese. Ne è emerso il ritratto di un giovane vivace, dagli occhi chiari spalancati verso il mondo e che amava la vita; capace di compiere qualche ''biricchinata'' ma di fare anche del bene.
Una vita, quella di Simone, strappata troppo presto che mancherà a tutti coloro che hanno avuto modo di incrociare la propria strada alla sua. Fra loro anche don Andrea Perego, oggi fidei donum in Brasile, ma per un decennio alla guida della pastorale giovanile di Casatenovo. La sua presenza durante la celebrazione - insieme a quella del successore don Lorenzo Motta - ha voluto mettere in evidenza il cordoglio di un'intera comunità religiosa per la scomparsa di un giovane che ha condiviso con i coetanei molte esperienze in oratorio, lasciando un segno grande e anche qualche insegnamento in quanti lo avevano conosciuto.
G. C.