Povero Silvio
Povero Silvio, se in vita era doverosa la critica, di fronte alla morte il rispetto è altrettanto dovuto. Ma niente santificazioni ne strumentalizzazioni!
È così che mi esprimevo con alcuni amici appena saputo della morte di Silvio Berlusconi.
Ma già, come era prevedibile, è partita una raffica di osanna e di beatificazioni ben oltre le doverose e discrete espressioni di vicinanza alla famiglia.
Eppoi mi imbatto tra tanti elogi e salamelecchi in questo coraggioso articolo firmato "voce fuori dal coro". https://www.merateonline.it/articolo.php?idd=127234.
Una "voce fuori dal coro" che elenca una serie di fatti noti e meno noti all'opinione pubblica, che pur non conoscendo neppure io tutti e relativi dettagli, appartengono alla realtà storica.
Il doveroso rispetto dei morti infatti non può azzerare quanto avvenuto in vita, non foss'altro per farne tesoro specie se relativo a personaggi che hanno svolto nel bene e nel male un ruolo primario nella Società.
In estrema sintesi quello che di Silvio Berlusconi mi rimane impresso in modo assolutamente negativo è quello di aver usato il suo ruolo istituzionale e le sue ricchezze per cercare di garantirsi l'impunità anche attraverso leggi "ad personam" e di aver accettato una convivenza con ambienti mafiosi (come un altro pluri presidente del Consiglio, Giulio Andreotti). Se siano questi i modelli da imitare, specie per i giovani, lo lascio alla valutazione di chi legge.
Di buono, tra tante negatività, ravvedo perlomeno un paio di vicende che, a mio parere, descrivono bene anche l'imprevedibilità e la non "intruppabilità" dell'uomo: Pratica di Mare e il suo tentativo di inserire la Russia nel contesto europeo-occidentale e le ultime, quanto impreviste e direi pure coraggiose, prese di posizione nei confronti della questione ucraina.
Sempre all' uomo quindi mi viene da dire: Riposa in pace, Silvio lontano da nani e ballerine che spesso ti hanno attorniato per interessi non sempre specchiati. E, dopo sicuramente un giro in Purgatorio, non cercare di rifilare vecchie e decotte barzellette anche al Padreterno.
È così che mi esprimevo con alcuni amici appena saputo della morte di Silvio Berlusconi.
Ma già, come era prevedibile, è partita una raffica di osanna e di beatificazioni ben oltre le doverose e discrete espressioni di vicinanza alla famiglia.
Eppoi mi imbatto tra tanti elogi e salamelecchi in questo coraggioso articolo firmato "voce fuori dal coro". https://www.merateonline.it/articolo.php?idd=127234.
Una "voce fuori dal coro" che elenca una serie di fatti noti e meno noti all'opinione pubblica, che pur non conoscendo neppure io tutti e relativi dettagli, appartengono alla realtà storica.
Il doveroso rispetto dei morti infatti non può azzerare quanto avvenuto in vita, non foss'altro per farne tesoro specie se relativo a personaggi che hanno svolto nel bene e nel male un ruolo primario nella Società.
In estrema sintesi quello che di Silvio Berlusconi mi rimane impresso in modo assolutamente negativo è quello di aver usato il suo ruolo istituzionale e le sue ricchezze per cercare di garantirsi l'impunità anche attraverso leggi "ad personam" e di aver accettato una convivenza con ambienti mafiosi (come un altro pluri presidente del Consiglio, Giulio Andreotti). Se siano questi i modelli da imitare, specie per i giovani, lo lascio alla valutazione di chi legge.
Di buono, tra tante negatività, ravvedo perlomeno un paio di vicende che, a mio parere, descrivono bene anche l'imprevedibilità e la non "intruppabilità" dell'uomo: Pratica di Mare e il suo tentativo di inserire la Russia nel contesto europeo-occidentale e le ultime, quanto impreviste e direi pure coraggiose, prese di posizione nei confronti della questione ucraina.
Sempre all' uomo quindi mi viene da dire: Riposa in pace, Silvio lontano da nani e ballerine che spesso ti hanno attorniato per interessi non sempre specchiati. E, dopo sicuramente un giro in Purgatorio, non cercare di rifilare vecchie e decotte barzellette anche al Padreterno.
Germano Bosisio