La poesia di Umberto Colombo/29: l'estate pensando...al freddo

La stagione estiva è cominciata e la canicola inizia a farsi sentire, senza tregua. Ci viene in aiuto, in questo boccheggiare continuo, una poesia di Umberto Colombo che ci richiama ai tempi in cui i nostri luoghi erano nella morsa del freddo. "Andiamo verso il caldo torrido, si accendono i condizionatori, si suda in continuazione, si boccheggia e ci si lamenta troppo...Ecco il rimedio! Basta pensare a un sogno lontano: da noi, quando nevicava. Brr che freddo" dice Colombo. Chissà che immaginandoci i fiocchi bianchi cadere dal cielo, si affievolisca un po' questo continuo sudare. Ci piace almeno sperarlo.

Inverno quando nevicava
"Fiocca la neve là sulla via ...
ascolti il risuonar dentro le orecchie
questo ritmo t'invita in allegria
a ricordar bei tempi e cose vecchie.
 
Viene giù in gran copia la neve ...
ne senti attento il soffocare sordo
ovattato calmo suadente e lieve
l'invito è forte e ti guardi all'intorno
 
                                          Prendi il mantello ti avvoltoli all'interno
e in quel gesto ti senti più che audace
sfidi Il freddo, stai bene all'esterno
                                               scivoli sul ghiaccio e ti senti capace
 
Con sguardo attonito giri all'intorno
trovi romantico giocar con la neve
                                              di questo bianco che dà contorno
ad un mondo attutito, sempre più lieve
 
Nel cielo, l'azzurro è coperto di bigio
ma sta di fatto che sei in allegria
ti presti al costrutto in modo più ligio,
il bianco ti copre, non andresti più via
 
I rami, le strade, le case, i prati mischiati,
   li guardi, e li vedi, con lenti diverse
e come se fossero dei fiori annodati
coperti da un niveo di rime traverse
 
  con gli occhi abbagliati, confondi il piacere
 giocando sul fiocco e nei nidi di ghiaccio
lo sguardo ti prende, ed è bello vedere
il variare di luce sui segni ... così a casaccio...
 
quel freddo d'Inverno che invoglia al tepore
in una estenuante ricerca di sole
quei raggi di luce, quel dolce calore
che ritempra le membra in un fascio di viole
 
Son viole d'amore e del gran pensiero
rimugini sul tempo nel mondo vivace
ma quel profondo, trovato sincero
T'induce a ricercar un intimo di pace
 
Che bello esser nel fato e sentirti presente,
ti rode all'interno un pensiero fautore
ti senti felice, il tuo sogno è veggente,
lo spazio all'intorno non vuole pudore
 
La grande occasione discende dal cielo
I fiocchi ricoprono me stesso e all'intorno
Tremante in persona, è il bello del gelo,
sei cinto dal freddo, interno al contorno
 
Umberto Colombo


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