Gian Mario Fragomeli
''In un momento in cui, dopo la pandemia, c'è grande necessità dei servizi di salute mentale interni e diurni esterni, soprattutto per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile, a Lecco i reparti si chiudono. Mi sembra incredibile e voglio capire cosa intende fare la Regione in proposito. Ci chiediamo come mai gli operatori sanitari specializzati se ne vanno. E a Regione domandiamo con quali iniziative, risorse e tempi intenda riaprire il reparto di psichiatria del Leopoldo Mandic e contestualmente provvedere al potenziamento del Cps di Merate e dell'intera rete territoriale di servizi a tutela della salute mentale, così da assicurare ai cittadini del lecchese percorsi di presa in carico e di cura del disagio mentale in strutture specificamente accreditate dal Ssr, assicurando così il diritto universale di tutela della salute. Vista l'importanza del servizio, l'azienda sanitaria deve farlo diventare un obiettivo primario e attivare un'iniziativa speciale e puntuale affinché questo bisogno forte per i nostri giovani, e non solo, diventi una priorità per il territorio. Viene invece considerato un problema di serie B. Ma semmai è il contrario, cioè serve darsi da fare per cercare personale, attirare professionisti, quindi farlo diventare una priorità, appunto''.
Nell'interrogazione,
Gian Mario Fragomeli (consigliere regionale PD) fotografa la forte sofferenza in cui versano i servizi di salute mentale dell'Asst di Lecco che vedono ''a Merate il reparto di psichiatria del Leopoldo Mandic chiuso e il Cps in emergenza continua, con presenti due specialisti (sui cinque assegnati) e sette infermieri (su nove) impegnati a garantire assistenza a migliaia di pazienti in carico. Analogamente, al Cps di Lecco i quattro psichiatri in servizio (due in meno dei previsti) assistono anche gli utenti degli ambulatori di Oggiono, Bellano, Introbio e del carcere di Pescarenico, oltre a fare le guardie notturne in reparto a Lecco''.
E ricorda l'apprensione espressa dai ''sindaci del Meratese e Casatese, preoccupati per la sorte dei pazienti dei servizi psichiatrici e dei loro familiari, rimasti orfani di specialisti che li assistano, così come l'allarme lanciato dagli stessi medici e infermieri, che denunciano la carenza di organico e il conseguente stato di affanno in cui si trovano a operare''.