Annone: in scena con la Piccola la storia del botanico russo

Svalbard Global Seed Vault è l'unico deposito di semi esistente al mondo. Si trova a 1.200 chilometri dal Polo Nord e garantisce la conservazione a lungo termine di duplicati di semi conservati nelle banche del germoplasma di tutto il mondo con la funzione di fornire sicurezza nella preservazione della diversità delle colture nel mondo, facendo in modo che il patrimonio genetico non vada distrutto in futuro, nemmeno a causa di inondazioni, guerre nucleari e riscaldamento climatico.

Esiste dal 2008, data dell'inaugurazione ufficiale ma l'idea di raccogliere e conservare in una banca di piante e semi "per combattere la fame nel mondo" è nata il secolo scorso. Il padre della biodiversità è Nikolaj Ivanovič Vavilov, un agronomo, botanico e genetista russo nato nel 1887. La sua storia viene divulgata attraverso un'opera teatrale: "semi", il titolo dell'opera su testo di Francesca Marchegiano e interpretazione di Stefano Panzeri. La rappresentazione è andata in scena, all'interno della quarta edizione della rassegna La Piccola proposta da Stendhart, in una splendida cornice naturale, quella di villa Sant'Ubaldo ad Annone Brianza. All'interno del parco, immersi nella natura, tra le piante che lo stesso Vavilov ha studiato e catalogato, Panzeri ha raccontato il botanico attraverso la voce del figlio Jurij, unendo così il profilo personale e familiare di un figlio che ha conosciuto poco il padre - spesso lontano da casa per raccogliere semi - e quello professionale dello scienziato, che si proponeva di combattere la fame: solo in Russia, in quegli anni, c'erano 400.000 morti per carestia.

La voce di Jurij, in un monologo da cui era difficile distogliere l'attenzione, proveniva dalla radice di un albero, là dove c'è la nuda terra, da dove proviene la vita. "Un seme è un regalo non ancora aperto: è la vita impacchettata dentro" sosteneva l'accademico russo e padre della cartografia mondiale, conoscitore di 15 lingue, che fu il primo a concepire il cibo da un punto di vista etico. "Mentre cerchi cibo, la fame trova te: il cibo è giustizia, uguaglianza, futuro".

A fare da sfondo alla storia le vicende storiche con la carestia e l'arrivo al potere di Stalin che lo mise con le spalle al muro: Vavilov combatteva le teorie di Trochym Denysovyč Lysenko che era invece spalleggiato dal regime. Continuamente attaccato, venne prelevato con la scusa di un viaggio in Ucraina dal quale non fece più ritorno a casa: la famiglia, nonostante le ripetute ricerche, non ebbe più sue notizie. Venne recluso in un carcere di Mosca, torturato a morte e accusato di aver procurato il crollo dell'agricoltura in Russia. Venne trasferito nella prigione di Saratov, a pochi passi dal luogo in cui viveva la famiglia, che non contezza del luogo in cui si trovasse il caro Vavilov.

La sua collezione di 250.000 semi era la più grande mai esistita. Durante l'assedio di Leningrado Leningrado, che durò dal 1941 al 1944, i suoi colleghi ricercatori e studiosi, che avevano l'incarico di proteggere le sementi della Banca, le custodirono a costo della vita: piuttosto che cibarsene, si lasciarono morire di stenti.
La storia di Nikolaj Ivanovič Vavilov è forse sconosciuta ai più, ma lo spettacolo ridà valore al contributo che l'accademico russo ha dato alla genetica.

La rassegna "la Piccola" proseguirà sabato 22 luglio, sarà "il sogno di Bottom" proposto dalla compagnia "Onda Larsen Teatro" e domenica 23 luglio, alle 20.30, in casa Micanzi a Garbagnate Monastero: qui andrà in scena "un comune immortale" di Alessandro Colombo, che narra la vita molto tormentata di un tennista.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.