Ex Segalini di Molteno e questioni ambientali
Sul primo aspetto occorre anzitutto che sia fatta una precisa caratterizzazione degli inquinanti presenti nel sottosuolo, derivanti dalle varie sostanze chimiche utilizzate nell'ambito delle lavorazioni pluridecennali della ex Segalini. Su questo tema occorre la massima attenzione per verificare con precisione gli inquinanti presenti e, di conseguenza, giungere ad un piano di bonifica da sottoporre agli Enti di controllo, affinché venga finalmente attuato il risanamento ambientale del comparto. Questo per scongiurare ulteriori problematiche ecologiche, dovute anche alla vicinanza dell'azienda ai corsi d'acqua. C'è poi il tema altrettanto importante della presenza di amianto nelle strutture dello stabilimento.
E il secondo aspetto da considerare è proprio legato al rischio alluvione, derivante dal fatto che lo stabilimento si trova proprio sopra alla confluenza tra i torrenti Bevera e Gandaloglio. Questo elemento rappresenta, dal punto di vista idraulico, il maggiore rischio di alluvioni, rischio che deve (o meglio, doveva...) essere risolto prima di ogni altro intervento sui corsi d'acqua interessati. Invece finora si è preferito intervenire a monte o a valle, senza mai affrontare e risolvere il nodo Segalini. A monte si sta intervenendo con un progetto per realizzare una vasca di laminazione collegata al torrente Gandaloglio; progetto che noi abbiamo più volte contestato, ritenendolo inutile e dannoso. Lo stesso dicasi per l'intervento eseguito negli scorsi mesi dal Comune di Molteno (con finanziamento regionale), che ha comportato il rifacimento di alcune sponde lungo il torrente Bevera nella zona di via Consolini.
Invece l'unico vero problema idraulico da risolvere è quello derivante dalla confluenza dei due torrenti, che oggi è pericolosamente coperta dalla soletta della ex Segalini. Noi più volte, fin dagli anni '90, abbiamo ricordato questo tema, ignorato però da tutti!
La zona della confluenza va liberata e rinaturalizzata, proprio per ridare spazio ai due corsi d'acqua e 'laminare' le piene (che, ricordiamo, rappresentano un fenomeno naturale), attualmente condizionate proprio dalla presenza della ex tessitura. E, ricordiamo, ogni futura riqualificazione del comparto deve necessariamente tener conto di questo aspetto, ovvero la zona di confluenza va lasciata libera da costruzioni e recinzioni per decine di metri, creando un'area naturale dove i torrenti devono essere liberi anche di esondare.
In definitiva la questione Segalini va affronta di petto dal Comune e dagli Enti competenti, onde evitare pesanti conseguenze ambientali e di sicurezza.