Il mercato e la giustizia sociale
Ho letto con vivo interesse questo editoriale di "Avvenire" dal titolo: SALARI MINIMI E SALARI MASSIMI. PAGA " GIUSTA" E PATTO SOCIALE.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/paga-giusta-e-patto-socialesalari-minimi-salari
E a questo mi vorrei volutamente agganciare per esprimere alcune brevi eppur sostanziali valutazioni, partendo dalla sua frase di chiusura: "se il mercato occupa l'intero abbecedario della vita civile dimentica la lingua madre della democrazia".
Fa piacere che sempre più in tanti, dai cosiddetti "esperti" all' ultimo dei comuni cittadini, ci si stia ormai rendendo conto della assoluta strumentalità del famoso o, meglio, famigerato "principio economico" (per molti un vero e proprio tabù): " il Mercato si autoregola da solo", lasciando strumentalmente intendere ai fini di un solo presunto interesse collettivo.
Panzane per nulla a buon ... mercato, appunto, visto che quasi sempre le cosiddette "leggi di mercato", specie quelle attualmente dominanti, finiscono col suggellare l'interesse del più forte ( spesso nientaffatto meritevole) rispetto a quello del più debole ( spesso semplicemente sfavorito e senza demeriti).
In sostanza si è arrivati nel terzo millennio a riproporre, sotto mentite e interessate spoglie, la legge della Jungla! Con l'aggravante di una sua legittimazione spesso dogmatica.
Ma la Politica, quella con la P maiuscola, che ci sta a fare se, ancillare e al massimo balbettando, non sa subordinare i cosiddetti "Mercati" ad un reale interesse collettivo? Una Democrazia e una Giustizia Sociale "relativa"?
Basta vedere quel vero e proprio" rovesciamento delle parti" che si sta producendo subordinando le sorti di interi Stati, ma soprattutto delle sue parti più povere, ai ricatti prodotti dai meccanismi dei cosiddetti " Debiti Sovrani", e annesse politiche degli altrettanto cosiddetti, e solo apparentemente virtuosi, " compiti a casa".
E le scelte di questo sempre più nefasto governo, debole con i forti e forte coi deboli, ne stanno ulteriormente suggellando gli ingiusti criteri. E sempre più spesso utilizzando un vero e proprio rovesciamento delle parti, basti pensare alla soppressione del Reddito di Cittadinanza e alla strumentalmente motivata opposizione all'introduzione di un salario minimo. Normative, guarda caso, già vigenti in gran parte degli Stati europei.
Quando si riuscirà realmente ad invertire la rotta di un sistema basato sostanzialmente sul profitto dei più forti e non sulla Cura dei reali interessi della Collettività e soprattutto dei meno tutelati?
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/paga-giusta-e-patto-socialesalari-minimi-salari
E a questo mi vorrei volutamente agganciare per esprimere alcune brevi eppur sostanziali valutazioni, partendo dalla sua frase di chiusura: "se il mercato occupa l'intero abbecedario della vita civile dimentica la lingua madre della democrazia".
Fa piacere che sempre più in tanti, dai cosiddetti "esperti" all' ultimo dei comuni cittadini, ci si stia ormai rendendo conto della assoluta strumentalità del famoso o, meglio, famigerato "principio economico" (per molti un vero e proprio tabù): " il Mercato si autoregola da solo", lasciando strumentalmente intendere ai fini di un solo presunto interesse collettivo.
Panzane per nulla a buon ... mercato, appunto, visto che quasi sempre le cosiddette "leggi di mercato", specie quelle attualmente dominanti, finiscono col suggellare l'interesse del più forte ( spesso nientaffatto meritevole) rispetto a quello del più debole ( spesso semplicemente sfavorito e senza demeriti).
In sostanza si è arrivati nel terzo millennio a riproporre, sotto mentite e interessate spoglie, la legge della Jungla! Con l'aggravante di una sua legittimazione spesso dogmatica.
Ma la Politica, quella con la P maiuscola, che ci sta a fare se, ancillare e al massimo balbettando, non sa subordinare i cosiddetti "Mercati" ad un reale interesse collettivo? Una Democrazia e una Giustizia Sociale "relativa"?
Basta vedere quel vero e proprio" rovesciamento delle parti" che si sta producendo subordinando le sorti di interi Stati, ma soprattutto delle sue parti più povere, ai ricatti prodotti dai meccanismi dei cosiddetti " Debiti Sovrani", e annesse politiche degli altrettanto cosiddetti, e solo apparentemente virtuosi, " compiti a casa".
E le scelte di questo sempre più nefasto governo, debole con i forti e forte coi deboli, ne stanno ulteriormente suggellando gli ingiusti criteri. E sempre più spesso utilizzando un vero e proprio rovesciamento delle parti, basti pensare alla soppressione del Reddito di Cittadinanza e alla strumentalmente motivata opposizione all'introduzione di un salario minimo. Normative, guarda caso, già vigenti in gran parte degli Stati europei.
Quando si riuscirà realmente ad invertire la rotta di un sistema basato sostanzialmente sul profitto dei più forti e non sulla Cura dei reali interessi della Collettività e soprattutto dei meno tutelati?
Germano Bosisio