Besana: il fabbro Pietro Villa subissato di richieste per i suoi splendidi cavalli in ferro

“Ho avuto così tante richieste per quel cavallo che ho deciso di realizzarne altri tre. Li ho chiamati come i tre moschettieri”. Emergeva un’energia semplicemente incredibile dalle parole di Pietro Villa. I suoi occhi brillavano di passione mentre ci guidava tra le centinaia di statue in ferro ordinatamente depositate nella sua casa di Besana in Brianza. “Ho 84 anni e mezzo eppure mi sento meglio di quanto avevo sessant’anni. Ho tanta voglia di fare” ha aggiunto entusiasta l’anziano fabbro. La storia del signor Villa, figura molto nota a cavallo tra monzese e lecchese, inizia molto tempo fa. “Avevo 14 anni quando ho cominciato a fare il fabbro. A quel tempo si lavorava 14 ore al giorno. Un paio di anni dopo ho iniziato a vedere sempre più persone iscriversi alle scuole serali e ho deciso di fare lo stesso. Mi sono diplomato come perito” ha raccontato Villa.

Pietro Villa

Rientrato a casa dopo il periodo da militare, Villa ha abbracciato la carriera dell’insegnamento. “Ho lavorato presso gli istituti tecnici di Carate, Sesto, Monza. Ho iniziato negli anni 70 e sono andato in pensione nel 1995. Frequentare il mondo della scuola mi ha permesso di osservare l’evoluzione della tecnica. A partire dagli anni Ottanta il computer ha progressivamente sostituito l’abilità manuale nel mio campo” ha proseguito l’anziano. Furono anni pieni di avventure non solo dietro ad una cattedra. “Avrò percorso 60mila chilometri in bicicletta. Ho partecipato a staffette verso Lourdes, Fatima. Dopo la fine della dittatura ci recammo in Albania dove realizzai diversi cancelli e inferriate” ha ricordato Villa.

La passione per il suo mestiere, infatti, non sarà mai abbandonata. “Anche negli anni dell’insegnamento ho sempre portato avanti il mio lavoro di fabbro. Grazie all’abilità tecnica e manuale che avevo sviluppato nel tempo, per me fondere era molto facile” ha aggiunto il fabbro. Poi, un giorno, ecco l’incontro decisivo. “Un mattino, ad inizio anni duemila, questo signore si ferma davanti a casa mia. Osserva la scultura della Tour Eiffel che ho in giardino e con accento romano mi dice di piantarla di ragionare da tecnico e di iniziare a seguire le sensazioni. A livello di consapevolezza quell’incontro è stato decisivo” ha raccontato Villa. Decisivo non solo per lui ma per tutta la comunità che ancora oggi può ammirare le sue splendide opere, tra cui ricordiamo il presepe in ferro di Villa Raverio, il Centauro sistemato nella sede della questura di Monza e il Cavallo Rosso a Besana. Questi, però, sono solo alcune delle tantissime meraviglie prodotte dal genio di questo artista del ferro. 

“In questi vent’anni avrò realizzato un migliaio di opere, tutte con materiali di scarto. Molte non so neanche dove siano finite. Solo i cavalli che ho costruito nel tempo sono 130. Il punto non è se queste sculture sono belle o meno. Il punto è recuperare i materiali di scarto. Essi sono la testimonianza di un mondo che non c’è più” ha evidenziato il fabbro. “Avendo una buona fantasia tendo a diversificare e ad applicare vari stili. C’è la distruzione del mito, in cui io riproduco in ferro statue o opere d’arte in una versione rovinata. C’è lo stile explosium, in cui riproduco tubi o altri oggetti del tutto squarciati. Altre opere, invece, sono particolarmente provocatorie”. Su una mensola del garage erano appoggiati anche alcuni libretti in rame. “Ho regalato due di questi libretti a Silvio Berlusconi, uno quando si è candidato la prima volta e l’altro quando il Milan ha vinto la prima Coppa dei Campioni. Ne ho dato uno anche all’arcivescovo Delpini. Quest’ultimo conteneva il testo della Laudato Sii di San Francesco inciso su queste tavolette di rame” ha spiegato Villa. Una volta sollevata la cloche, ecco comparire i maestosi cavalli. “Come vedi sto terminando il quarto. A settembre uno andrà in un maneggio, uno in una fabbrica e due in comuni della zona. Tuttavia, ho diverse altre richieste, penso che ne realizzerò degli altri” ha concluso l’anziano con un sorriso.
A.Bes.
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