Renate-Veduggio: in 200 per le attività estive negli oratori

Una grande comunità si mobilita con l'Oratorio estivo di Veduggio e Renate L'Oratorio estivo 2023 TuXTutti − e chi è mio prossimo? promosso dal 12 giugno al 14 luglio ha messo al centro della riflessione il tema del prendersi cura dell'"altro" attraverso gesti quotidiani che permettono di cambiare prospettiva sulle persone e sulle cose, guardandole più in profondità. In particolare, attraverso parole chiave individuate nei racconti evangelici, i bambini sono stati stimolati a ragionare attorno ai molteplici aspetti della cura (cura del sé, della comunità, del creato, della mondialità) e a svolgere azioni di cura nei confronti di loro stessi, degli amici, dell'ambiente, in un'ottica di pace e fratellanza.

Gli adolescenti e gli animatori, invece, hanno potuto scoprire le proprie potenzialità per metterle a disposizione degli altri, dai bambini agli adulti. Ed è stato proprio in questa ottica di cura della comunità che la Comunità Pastorale “Beato Mario Ciceri” dalla Parrocchia Santi Donato e Carpoforo di Renate e dalla Parrocchia San Martino Vescovo di Veduggio con Colzano, i Comuni e la Cooperativa sociale La Vecchia Quercia hanno dato vita a un'esperienza collettiva di condivisione e crescita per più di 200 bambini, quasi 80 animatori adolescenti, 3 ragazze della comunità "A Stefano Casati" di Renate, 6 utenti del "Il Melograno" di Erba, 2 educatori e molti genitori, nonni e volontari dell'Oratorio.
 I bambini e i ragazzi sono stati coinvolti in attività ludico-sportive, ricreative e creative come tornei, spazio compiti, laboratori creativi e di lettura guidata, tornei di svariati sport fra cui il nuoto, uscite sul territorio a Cascina Rampina e Pian Sciresa, ma anche Acquatica di Milano e al Mausoleo Visconti di Modrone. Come ci raccontano Jessica e Roberto, educatori della Cooperativa la Vecchia Quercia, l'esperienza di lavoro all'interno di un gruppo così variegato è estremamente stimolante, perché implica, anzitutto, "un momento preliminare in cui si vanno a conoscere gli animatori adolescenti attraverso colloqui personali e momenti di formazione dove, attraverso simulazioni studiate ad hoc, si è introdotto il tema delle dinamiche di gruppo e di come gestire un’attività di gioco con i bambini", utile ad arrivare al momento di gestione dell'attività in cui l'educatore ha il compito. 
Altro tema è stato quello di regolare lo svolgimento delle attività, supportare i bambini da un punto di vista professionale e capire e affrontare le fragilità presenti, aiutare gli animatori a rimodulare quanto pensato in fase di programmazione in base alle esigenze reali dei bambini e agli imprevisti giornalieri, portare a termine un compito e ad individuare mansioni adeguate/ruolo alle proprie capacità, non perdere il significato della loro presenza in oratorio mediando fra le esigenze organizzative e la loro voglia di fare e di mettersi in gioco”.

 "La presenza di una persona esterna con esperienza e competenze educative è per i ragazzi un momento di confronto e di crescita" come afferma Suor Eranete "dove ognuno possa fare tesoro del tempo trascorso insieme e imparare qualcosa di utile per la propria vita" 
“Questo è il mio terzo anno da animatrice" ci racconta Gaia "e posso affermare che è stato l'anno che mi ha stupito di più, sia dal punto di vista organizzativo sia sociale. Inizialmente non ero convinta del gruppo animatori e delle attività che avevano preparato, ma poi mi sono ricreduta in quanto siamo riusciti a creare un ambiente e aperto ogni situazione. Mi hanno stupito moltissimo gli animatori di prima superiore, che sono riusciti subito a mettersi in gioco, comprendendo anche gli errori che gli venivano fatti notare, L'educatrice Jessica, che è stata un ottimo punto di riferimento per noi animatori, ci ha spronato a vivere insieme ai ragazzi e a non rinchiuderci in noi stessi”

“All'inizio sono venuta in oratorio solo per seguire mia nipote, anche perché non amo molto la confusione di tanti bambini." ci dice nonna Marisa. "Mi sono però ricreduta, e ho scoperto una nuova realtà fatta anche di bambini con fragilità, che hanno bisogno di affetto e di ascolto" 
“Ho sempre fatto l'allenatore di calcio e ho voluto portare un mio contributo durante il gioco libero: mi piace far “ragionare” i bambini sul campo, cosa che servirà anche nella vita” ci racconta uno dei nonni che hanno partecipato alle attività.
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