Castello di B.za: la sera dedicata alle stelle inizia dalla storia della chiesa di Brianzola

"Questa è la chiesa di San Lorenzo a Brianzola, l'originaria chiesa di San Lorenzo". È iniziata così la storia raccontata ieri sera da Filippo Rocca e Fiordaliso Fumagalli ai tanti cittadini di Castello di Brianza radunatisi presso la chiesa di Brianzola.

Filippo Rocca e Fiordaliso Fumagalli

Quello, infatti, era il punto di ritrovo scelto per la "Notte di S. Lorenzo", la serata organizzata ogni anno in questo periodo dall'associazione culturale San Donato e dalla biblioteca comunale. Nell'attesa del buio, indispensabile per poter osservare le stelle cadenti, Filippo Rocca e Fiordaliso Fumagalli, volontari rispettivamente dell'associazione culturale San Donato e dell'associazione Pro Chiesa di Brianzola, hanno condiviso con i presenti qualche informazione sulla storia di quel luogo di culto.

"Si dice che le stelle cadenti richiamino un po' le lacrime di San Lorenzo o i carboni ardenti su cui egli fu arso. L'affresco sul soffitto sopra l'altare è solo una delle tante testimonianze che ci dimostrano come questa chiesa sia stata dedicata a San Lorenzo" ha sottolineato Filippo Rocca.
"La chiesa sussidiaria San Lorenzo a Brianzola fu costruita tra il 1136 e il 1200. Faceva parte di una proprietà destinata alle monache benedettine, presenti qui fino almeno al 1470. Nel 1609, il cardinale Federico Borromeo istituì proprio in questo luogo la parrocchia di San Lorenzo in Brianzola. Due anni dopo, egli ritornò qui in visita pastorale e descrisse questo luogo in alcuni scritti conservatisi fino ad oggi" ha aggiunto Fiordaliso Fumagalli.

Terminata la breve esposizione, la comitiva di cittadini ha lasciato la chiesa e si è incamminata sull'antico percorso di fede dell'alta Brianza per raggiungere il campo dell'azienda agricola L'erba salvia. Assieme a Martino Fumagalli e Cristina Beretta, i titolari, ad attendere la comitiva c'erano Gianpietro Ferrario ed Ennio Monti, due astrofili del gruppo Deep Space, attivo presso il Planetario di Lecco.

Gli astrofili Gianpietro Ferrario ed Ennio Monti con Martino Fumagalli e Cristina Beretta dell'azienda agricola

"Per via dell'inquinamento luminoso le persone non hanno più la percezione di quante stelle ci siano in cielo e di quanto esso sia bello. Serate come questa servono a riavvicinare la gente all'osservazione del firmamento, un'attività affascinante che l'uomo ha svolto per migliaia di anni ma che ora si è persa. Dall'altro lato, c'è anche una componente didattica: durante questi eventi le persone imparano ad osservare e riconoscere le stelle e gli oggetti del profondo cielo" ha spiegato Ferrario.

Mentre Cristina e Martino finivano di predisporre una gustosa merenda a base di torte e tisana, i due astrofili ultimavano la preparazione dei telescopi. "Sono due strumenti diversi. Uno è un telescopio riflettore a specchi mentre l'altro è un telescopio rifrattore costituito da una serie di lenti. Il telescopio a specchi, inoltre, ha un cavalletto motorizzato che consente di inseguire la rotazione terrestre tenendo puntato l'oggetto della ripresa. Lo usiamo spesso per fare foto e video" ha sottolineato Ferrario. C'erano proprio tutti gli ingredienti per una serata magica a contatto con le bellezze del firmamento.
A. B.
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