CRI Casatenovo arriva in Moldavia. Viaggio di 2mila km per accompagnare un paziente

Un viaggio non di piacere, ma altrettanto stimolante che ha riempito i volontari CRI di soddisfazione e di entusiasmo. Qualche giorno fa presso il comitato di Casatenovo è giunta infatti una richiesta insolita, con poco preavviso: un trasferimento dal San Gerardo di Monza fino in Moldavia. Bisognava percorrere 2mila chilometri in ambulanza, con a bordo un paziente in condizioni critiche, ricoverato a fasi alterne in ospedale da febbraio.

Una richiesta che il sodalizio presieduto da Eros Bonfanti ha accolto con il consueto spirito di servizio. E così lo scorso mercoledì mattina il mezzo CRI ha prelevato il richiedente e dopo aver tardato la partenza per permettere a tutti i parenti di salutarlo per bene, ha imboccato quell'infinita autostrada per questo tanto straordinario (quanto comune per molti) viaggio.
Ben cinque i paesi coinvolti (Italia, Slovenia, Ungheria, Romania e Moldavia) da attraversare nel minor tempo possibile, garantendo allo stesso tempo la piena sicurezza del paziente stesso.
Trieste la prima sosta per il necessario rabbocco carburante e per acquistare la prima vignetta; dopo una passeggiatina per il signor A. (paziente) con sua moglie al seguito, gli autisti si sono rimessi al volante, pronti a proseguire verso la meta. Tappa successiva la Slovenia, un gioiellino immerso nel verde; dopo tre ore di viaggio altra sosta per l'immancabile vignetta ungherese. È il momento del riposo per i coniugi, ma non per i due volontari CRI che si alternano alla guida.

L'ambulanza arriva sino a Budapest, in notturna: manca poco per la Romania quindi altra sosta carburante e vignetta. La frontiera è a pochi chilometri: mostrati tutti i documenti inizia la parte più dura del viaggio. Metà dell'attraversamento non si svolge su autostrada bensì lungo 450 chilometri di strade di paese, attraversando la Transilvania. Alle 12 in punto di giovedì mattina la CRI Casatenovo ed i coniugi sono in dogana in Moldavia, attesi da un parente per giungere finalmente a casa.
Viaggio finito? Non per i due volontari che hanno impiegato ulteriori ventiquattro ore per tornare nella sede barzanese, mettendo nuovamente l'ambulanza a disposizione del prossimo paziente e delle sue necessità.

Un viaggio che ha evidenziato quanto Croce Rossa italiana sia conosciuta al di fuori dei confini nazionali; lo hanno dimostrato gli altri veicoli, che al passaggio dell'ambulanza si spostavano per farle strada, o le persone che in dogana hanno raggiunto l'equipaggio attirate dal nome Casatenovo, paese che conoscevano per motivi di lavoro o personali.
Insomma, una sfida vinta dal sodalizio casatese grazie alla disponibilità e alla passione degli autisti per la guida su lunghe tratte, che ha trasformato in realtà un trasporto che persino il personale dell'ospedale San Gerardo aveva definito quasi impossibile.
G. C.
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