Fra le vittime dell'ultimo bombardamento a Chernihiv, una donna ospitata a Bosisio

Sette morti e 150 feriti. E' il bilancio del bombardamento del teatro di Chernihiv. Un atto criminale deliberatamente perpetrato contro civili. Fra coloro che hanno perso la vita vi è anche Natalia, una cittadina ucraina ospitata presso la parrocchia di Bosisio Parini durante lo scorso anno, nelle fasi iniziali del conflitto. Fra i feriti vi è sua figlia diciannovenne.
''Era circa la una del pomeriggio quando il missile si è abbattuto'' spiega Armando Crippa, presidente di Cassago Chiama Chernobyl. Realtà associativa da anni impegnata ad aiutare la popolazione ucraina nel contrastare le conseguenze dell'esplosione della centrale nucleare aiutando la popolazione, fornendo anche aiuti umanitari.

Gli attimi successivi ai bombardamenti in Ucraina, l'altro giorno

Grazie a questa attività condotta per oltre venticinque anni, Cassago Chiama Chernobyl ha una profonda conoscenza della situazione ucraina e in particolare della città di Chernihiv dove ha operato e dove è attiva la sua associazione partner: Fondazione Pro Infanzia.
''Il missile - spiega Crippa - è stato lanciato contro il teatro dove erano in corso le prove del coro della città, in vista della festa dell'indipendenza, ma è stato volutamente fatto esplodere prima dell'impatto con l'edificio. Questo ha causato un numero maggiore di vittime e oltre un centinaio di feriti a causa delle schegge''.
La situazione è apparsa subito grave e drammatica a tal punto che i maggiori giornali internazionali hanno iniziato a mandare continui aggiornamenti dall'area colpita. Da un certo punto di vista, l'attacco è parso anche inusuale perché, dopo le fasi iniziale della guerra nel mese di febbraio 2022, Chernihiv non era più stata al centro dei combattimenti, spostatesi nel sud est dell'Ucraina.

''Negli scorsi mesi ci è stato riferito come si sentissero suonare gli allarmi, c'era il coprifuoco, ma non erano più accadute tragedie come quella dello scorso sabato'' ricorda Crippa che aggiunge: ''le modalità dell'attacco lasciano pensare che Putin stia facendo di tutto per provocare il maggior numero di vittime fra i civili''.
A conferma di ciò vi è la dinamica di quanto accaduto. L'assenza di obbiettivi militari in zona e il fatto che è stato preso di mira, in pieno giorno, un teatro. Un luogo cultura, colpito da un solo ordigno missilistico. Una dinamica che ricorda più l'attentato terroristico che vuole mietere vittime civili e terrorizzare la popolazione, più che un'azione militare mirata a indebolire l'avversario.
A rendere ancora più pesante e drammatica la situazione per i membri di Cassago Chiama Chernobyl vi è stata la notizia della morte di Natalia. ''Era una persona che conoscevamo, siamo profondamente colpiti. Fra le persone ferite c'è anche sua figlia'' precisa Crippa che assicura: ''Faremo di tutto per aiutarla''.

A questo proposito il volontario cassaghese ha garantito che non verrà meno l'impegno verso le popolazioni colpite. ''Saremo disponibili molto più di
Armando Crippa
 prima ad aiutare'' spiega Crippa, ricordando come Chernihiv sia la città dove da molti anni il sodalizio è attivo e opera in aiuto della popolazione ucraina.
''Questo evento ci ha toccati profondamente perché conosciamo sia la città che il teatro colpito dove abbiamo anche partecipato ad iniziative. Sia da Chernihiv che dal resto della sua regione, da oltre 20 anni, giungono i bambini che ospitiamo qui in Italia. Sono le stesse aree in cui organizziamo progetti, ristrutturiamo scuole e contribuiamo a migliorare le condizioni negli ospedali. Abbiamo inviato 17 ambulanze e importanti apparecchiature sanitarie''.
Un impegno - quello di Cassago Chiama Chernobyl - che è ormai da anni noto e apprezzato sia in Italia che nella stessa Ucraina. Difficile da quantificare, dopo tanti anni di attività; basti pensare solo alle 150 tonnellate di aiuti inviate dall'inizio del conflitto lo scorso anno. Il sodalizio presieduto da Crippa è divenuto negli ultimi mesi un vero e proprio punto di riferimento per il territorio.
''Queste vicende ci provocano ancora più dolore e sgomento e ci fanno riflettere su come questa guerra stia causando vittime fra la popolazione e i bambini'' ricorda il volontario che aggiunge: ''La guerra non guarda in faccia a nessuno, ma qui si colpiscono deliberatamente obbiettivi civili. Abbiamo di fronte un criminale''.
L. A.
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