Missaglia: l'ultimo saluto a Michele, il neo papà strappato alla vita a soli 38 anni

Ha fatto riferimento alle sacre scritture lette pochi istanti prima don Carlo Pirotta, nell'omelia pronunciata stamani per l'ultimo saluto terreno a Michele Giussani, il 38enne venuto a mancare nei giorni scorsi. Un giovane strappato all'affetto dei suoi familiari, in particolare dell'amata Michela e del figlioletto nato da pochissimo. Ha fatto appena in tempo a ''tuffare i suoi occhi'' in quelli del piccolo, ''stringendogli la manina'' come ha ricordato il sacerdote, evidenziando come - nonostante la tenerissima età - il bimbo saprà riconoscere il padre per il resto della sua vita.

L'uscita del feretro del 38enne dalla basilica di San Vittore

''Non possiamo sapere perchè Michele non ha potuto veder crescere il suo piccolo, ma sappiamo che non lo lascerà mai solo'' ha detto ancora don Carlo, regalando ai presenti un'immagine tenera, quella del papà che dal cielo farà ''ballare'' il figlioletto sulle sue ginocchia, regalandogli così un sorriso terreno.
Ciò non è bastato tuttavia ad asciugare le lacrime dei presenti: della compagna, dei suoi genitori, dei suoceri, degli amici, dei colleghi e di tutti coloro che in questi 38 anni erano entrati in contatto con Michele, residente in località Barriano insieme alla famiglia che da poco aveva costruito e che ingiustamente ha dovuto lasciare. Un giovane uomo che si era impegnato negli studi, appassionato di musica, spentosi l'altro giorno in un letto dell'ospedale San Gerardo di Monza quando aveva un'intera vita davanti.
Nell'omelia pronunciata stamani, don Carlo ha anche tracciato un parallelismo con la figura di Esdra che dopo l'esilio babilonese si
Il 38enne Michele
mosse verso Gerusalemme. ''Ne aveva soltanto sentito parlare, eppure sapeva che quella era la città della gioia'' ha detto il sacerdote, ricordando come il 38enne si sia portato oltre questa vita ''dove tutto ha compimento''. Una vera e propria profezia per il parroco missagliese, secondo il quale pur avendo ancora un'esistenza dinnanzi, Michele è stato capace di ''dare il suo frutto'', riferendosi soprattutto al figlioletto. ''Il confine non esiste: viviamo in comunione con chi è andato oltre. Il Signore ci aiuti a raggiungere quella dimensione in cui poter abitare con le persone amate'' ha concluso il prevosto.
Prima che il feretro del 38enne si avviasse all'esterno della parrocchiale per la tumulazione nel cimitero di Galgiana, frazione della vicina Casatenovo, un amico ha dato lettura di una preghiera che la compagna Michela ha voluto condividere con l'assemblea in questo momento di dolore. ''La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!''.
Versi attribuiti a Sant'Agostino risuonati nel silenzio pesante della basilica missagliese, fra i tanti volti rigati dalle lacrime.
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