La poesia di Colombo/38: il piacere, argomento del pensier comune
L'estate è esplosa e l'agosto 2023 lo ricorderemo per il sole e temperature elevate, con picchi fino a 36 gradi. A rendere il clima "bollente" è anche la poesia odierna proposta da Umberto Colombo.
''Il piacere'', è il titolo del romanzo più famoso scritto da Gabriele D'Annunzio: il protagonista, Andrea Sperelli, ricco, colto e raffinato, è un uomo incline ai piaceri della vita quotidiana, che manifesta nel frequentare feste elitarie e numerose donne. Il testo del Vate è diventato emblema di un ideale estetico-decadente che ha influenzato la letteratura del Novecento. Senza voler fare paragoni con uno scrittore di peso, la poesia proposta tratta questo tema, a volte censurato ma florido nel pensiero comune.
Il Piacere
Quel tocco di una rosa innamorata
porta la brama alle più alte sfere
che piacente è di gran lunga avvalorata
dall’ardita punta dell’arciere
questo entusiasmo simile ad un braciere
da rubicondo dondolante libera lo spasimo
è qui che il tono assunto diventa giocoliere
e ruota in fantasia beccante alieno all’animo
l’apostrofato germe punta in rilievo l’entusiasmo
ridonda luce e brace alla sensibilità di fondo
s’intona presto e passa dal supino al chiasmo
e s’induce il soggetto a girarsi in tondo
tale e tanta è la fantasia puntata in cima
che il gioco viene ripetuto più e più volte
ed ogni verso concede la sua buona rima
fintanto che da fantasia son coinvolte
la stessa cosa provi aprendo un libro
che ti passa e ti gira tra le mani
lo sfogli, lo guardi e ne senti il vibro
e leggi la sua storia dagli accenti strani
la mente vola presa dal racconto letto
e ne assorbe il testo con grande esulto
ecco che lo ritrovi scritto nell’intelletto
che fluttua in prima fila nel tuo culto
distante è il piacere come parola detta
non sempre rappresenta il dolce dell’empireo
di noi per noi non viene sempre letta
come il raggiunto luogo puro da cicisbeo
Umberto Colombo
Quel tocco di una rosa innamorata
porta la brama alle più alte sfere
che piacente è di gran lunga avvalorata
dall’ardita punta dell’arciere
questo entusiasmo simile ad un braciere
da rubicondo dondolante libera lo spasimo
è qui che il tono assunto diventa giocoliere
e ruota in fantasia beccante alieno all’animo
l’apostrofato germe punta in rilievo l’entusiasmo
ridonda luce e brace alla sensibilità di fondo
s’intona presto e passa dal supino al chiasmo
e s’induce il soggetto a girarsi in tondo
tale e tanta è la fantasia puntata in cima
che il gioco viene ripetuto più e più volte
ed ogni verso concede la sua buona rima
fintanto che da fantasia son coinvolte
la stessa cosa provi aprendo un libro
che ti passa e ti gira tra le mani
lo sfogli, lo guardi e ne senti il vibro
e leggi la sua storia dagli accenti strani
la mente vola presa dal racconto letto
e ne assorbe il testo con grande esulto
ecco che lo ritrovi scritto nell’intelletto
che fluttua in prima fila nel tuo culto
distante è il piacere come parola detta
non sempre rappresenta il dolce dell’empireo
di noi per noi non viene sempre letta
come il raggiunto luogo puro da cicisbeo
Umberto Colombo