Molteno: entro fine anno asta per la Segalini. Sopralluogo di Chiarella, 'l'area è monitorata'

Un luogo fatiscente, abbandonato ormai da decenni. Segalini, la principale azienda tessile dove intere generazioni di moltenesi hanno vissuto la loro vita professionale, è ormai un sito industriale in disuso, dove la natura si sta riprendendo gli spazi esterni e il trascorrere degli anni si rivela negli interni. 
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Il sindaco di Molteno, nella giornata di ieri, giovedì 31 agosto, si è recato sul posto per verificare di persona la situazione presente sull’area dopo che, negli scorsi mesi, era divenuta ricovero o luogo privilegiato - stante la collocazione periferica - per attività illecite, come lo spaccio e il consumo di sostanze stupefacenti. Una situazione che, con il tempo, era divenuta insostenibile per i residenti, stanchi di assistere impotenti al manifestarsi di fenomeni preoccupanti: gruppi di ragazzi, costeggiando la linea ferroviaria o camminando sul viale della stazione, cercavano di introdursi negli spazi di Via Poscastello. C’erano poi state delle vere e proprie retate delle forze dell’ordine, con la presenza di cani molecolari e dell’elicottero.
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''Ho fatto un sopralluogo per vedere lo stato dell’area, con i problemi che c’erano stati nei mesi passati - ha riferito il primo cittadino Giuseppe Chiarella - Al momento l’area è sotto controllo perché, un po’ con i lavori di chiusura della stazione ferroviaria, un po’ con le operazioni dell’anno scorso, non sono state rilevate presenze estranee''.
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Quanto al futuro dell’area, dovrebbe essere fissata un’altra asta a dicembre, ma ad oggi non sarebbero giunti altre manifestazioni d’interesse. Il valore dell’asta, riguardante una superficie di 60.000 mq a ridosso della linea ferroviaria e alla confluenza dei torrenti Bevera e Gandaloglio, si aggirava cinque anni fa, a quasi 4.000.000 euro. Oltre all’aspetto economico, va anche considerato che l’area necessita di completa riqualificazione, oltre che di bonifica. La superficie nel piano di governo del territorio (PGT) è classificata come industriale e, negli anni, non è mai mutata dal momento che non esistono interlocutori.
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Si tratta altresì, secondo il documento urbanistico del Comune, di un’industria insalubre di prima classe, ovvero con eventuale presenza di contaminazioni nel terreno. Su questa base, il curatore fallimentare, nel 2018, aveva chiesto al comune di valutare il problema di carattere ambientale dal momento che l’acquirente avrebbe dovuto occuparsi della bonifica dei luoghi. Proprio sulla questione ecologica era intervenuto, poco più di un mese fa, il circolo ambiente Ilaria Alpi, che aveva rilevato due principali problemi: la contaminazione del terreno e il rischio di alluvioni.
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''Sul primo aspetto occorre anzitutto che sia fatta una precisa caratterizzazione degli inquinanti presenti nel sottosuolo, derivanti dalle varie sostanze chimiche utilizzate nell'ambito delle lavorazioni pluridecennali della ex Segalini. Su questo tema occorre la massima attenzione per verificare con precisione gli inquinanti presenti e, di conseguenza, giungere ad un piano di bonifica da sottoporre agli Enti di controllo, affinché venga finalmente attuato il risanamento ambientale del comparto. Questo per scongiurare ulteriori problematiche ecologiche, dovute anche alla vicinanza dell'azienda ai corsi d'acqua. C'è poi il tema altrettanto importante della presenza di amianto nelle strutture dello stabilimento” era il pensiero del presidente del circolo Roberto Fumagalli
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Dal punto di vista idraulico, la problematica emerge per la particolare posizione dello stabilimento che si trova proprio sopra alla confluenza tra i torrenti Bevera e Gandaloglio.
''La zona della confluenza va liberata e rinaturalizzata, proprio per ridare spazio ai due corsi d'acqua e 'laminare' le piene (che, ricordiamo, rappresentano un fenomeno naturale), attualmente condizionate proprio dalla presenza della ex tessitura. E, ricordiamo, ogni futura riqualificazione del comparto deve necessariamente tener conto di questo aspetto, ovvero la zona di confluenza va lasciata libera da costruzioni e recinzioni per decine di metri, creando un'area naturale dove i torrenti devono essere liberi anche di esondare'' aveva aggiunto Fumagalli, chiedendo agli enti competenti di affrontare le questioni. 
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Le valutazioni, da parte di un eventuale acquirente, sono dunque molteplici e l’area non risulta certo attrattiva.
''Non so se ci sono interessi concreti sull’area Segalini'' ha dichiarato il sindaco. ''C’è ogni tanto qualcuno che si palesa, fa qualche domanda, ma senza raggiungere un obiettivo certo''. 

M.Mau.
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