La poesia di Colombo/39: libero pensiero in religione
Libero pensiero in religione
Una Chiesa senza nome e senza Santo
costantemente aperta al globo intero
chiunque passi può trovar conforto e canto
sul libero pensiero che sia per lui il vero
Non nuoce la differenza di opinione
ciascuno pensa e guarda dal suo concetto
il verbo è uguale e giusto nel suo rione
non una razza che inficia il suo verdetto
Dal mondo e nel mondo si esalta un Creatore
Yahweh, Allah, Confucio, Budda ed altri ancora
ma in tutti si eleva il credo ad un celeste autore
non v’è parvenza in niuna diversità che indora
La vita è sparsa da un continente all’altro
ciascuno in casa propria è re in assoluto
l’Idioma e il diverso non possono essere più scaltri
da un unico tegame l’uomo è qui venuto
L’amore col rispetto è l’unico nirvana
uguaglia il bianco al nero al rosso e al bruno
non v’è parvenza né certezza umana
che ponga l’un su l’altro il giusto di ciascuno
Lo spazio da noi sognato là sul cielo eterno
induce alla credenza di un passato o di un futuro
non ci rendiamo conto che ognuno ha il suo falerno
da uguale ed unica forma di andato e di venturo
Le guerre le diffidenze il male ed il rifiuto
non v’è certezza né arguzia sul destino
le colpe nel giorno più sereno e più creduto
son soltanto un gioco, un gioco da bambino
Umberto Colombo