Sirone: L'Ultima Luna d'Estate porta in scena 'le bestie di Satana'
Il fatto di ispirazione è uno tra i più inquietanti che la cronaca italiana abbia conosciuto. Le bestie di Satana, una setta di giovani satanisti colpevoli di tre omicidi e un’induzione al suicidio, sono al centro di "Poco più di un fatto personale'', uno spettacolo teatrale andato in scena venerdì 1 settembre a Sirone, all’interno della programmazione estiva della 26esima edizione de ''L'Ultima Luna d'Estate''.
Il progetto, a cura di Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti, è una produzione con il contributo di NEXT - laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo 2021/22, sotto la regia di Stefano Beghi. In scena, sopraelevato rispetto al palcoscenico, a fare la voce fuori campo, c’è Marco Di Stefano.
All’epoca allievo alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Marco viene a conoscenza della vicenda e qualche mese dopo il 24 gennaio 2004, quando si dà notizia di una coppia appartenente alle Bestie di Satana intenta a sbarazzarsi dell’auto di una ragazza barbaramente uccisa, apre il giornale e in fondo alla pagina trova una foto del gruppo a tutta pagina.
Riconosce alcuni loro volti in una foto scatta a fine anni Novanta davanti al mercato comunale della fiera di Sinigaglia a Milano. É lo stesso luogo che anche lui frequentava. La conoscenza con quei ragazzini per Marco, è superficiale, fatta per lo già di amicizie in comune e di stessi luoghi frequentati come il parco Sempione e il Midnight. Tuttavia, vedendo la loro foto pubblicata sul giornale, si rende conto di aver avuto vicini degli assassini.
Da quel giorno cerca il modo di raccontare quella storia, di parlarne, anche se si scontra contro un muro di oblio - nessuno vuole parlare o rievocare quella vicenda - e di rispondere ad alcune domande che lo assillano. Sono interrogativi che riprendono il modo in cui quella vicenda ha avuto un impatto sulla sua vita.
''Qual è il punto di svolta che spinge un adolescente a diventare un assassino o un artista? Che cosa mi ha salvato da una vita di violenza, rabbia, rancore? Ogni volta che vedo la foto di quei ragazzi, apparentemente spensierati alla fiera di Sinigallia, sorridenti nei loro jeans strappati, mi rivedo a quell'età e mi chiedo: potevo essere io?'' si domanda Marco Di Stefano.
In scena ci sono cinque ragazzi - Susanna, Alice, Riccardo e Fabio - che rappresentano le voci di quegli adolescenti, inquieti, violenti, rabbiosi.
''Poco più di un fatto personale'', oltre a essere un viaggio a ritroso nel tempo dell’adolescenza, vuole rappresentare il vuoto che tutti i giovani sentono dentro di loro quando ancora non sanno cosa sarebbero diventati nella loro vita, ma anche la speranza.
''É uno spettacolo coraggioso, non solo per il tema ma per il modo di entrare in maniera delicata e profondo sulla questione. Questi giovani hanno trovato un modo per raccontare la storia entrando in profondità ma con uno sguardo molto maturo'' ha commentato Elena Scolari di Teatro Invito, dopo i saluti del consigliere comunale sironese Ernesto Viganò che ha confermato l’adesione al progetto culturale.
In conclusione di spettacolo Di Stefano ha lanciato il messaggio che questo spettacolo intende portare andando in scena: ''Questa storia non è raccontata attraverso la cronaca ma attraverso un filtro diverso. All’inizio è stato un atto di coraggio nel mettersi in gioco ed è importante per noi che la storia continui a vivere. A questo proposito, spendo un pensiero alle vittime addolcenti di queste settimane: è importante che si agisca sull’adolescenza, la si riconosca come età violenta. Tutti noi abbiamo vissuto quel periodo ed è il momento di affrontare l’età educativa in modo diverso''.
La rassegna ''L'Ultima Luna d'Estate'' si avvia verso la conclusone con gli ultimi sei spettacoli in programma tra oggi e domani. La chiusura sarà a La Valletta Brianza, nel chiostro San Giovanni, con ''Il resto della settimana'', tratto dall’omonimo romanzo di Maurizio De Giovanni. Peppe Servillo, voce narrante e canora, accompagnato dal chitarrista Cristiano Califano, leggerà alcuni brani tratti dal libro di Maurizio de Giovanni.
Il titolo rimanda al tempo trascorso in un piccolo bar dei Quartieri Spagnoli a Napoli prima e dopo l’appuntamento con la partita degli azzurri, dove una varietà di persone dà il là per commentare, senza barriere di censo, i fatti calcistici e non della settimana.
Il progetto, a cura di Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti, è una produzione con il contributo di NEXT - laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo 2021/22, sotto la regia di Stefano Beghi. In scena, sopraelevato rispetto al palcoscenico, a fare la voce fuori campo, c’è Marco Di Stefano.
All’epoca allievo alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Marco viene a conoscenza della vicenda e qualche mese dopo il 24 gennaio 2004, quando si dà notizia di una coppia appartenente alle Bestie di Satana intenta a sbarazzarsi dell’auto di una ragazza barbaramente uccisa, apre il giornale e in fondo alla pagina trova una foto del gruppo a tutta pagina.
Riconosce alcuni loro volti in una foto scatta a fine anni Novanta davanti al mercato comunale della fiera di Sinigaglia a Milano. É lo stesso luogo che anche lui frequentava. La conoscenza con quei ragazzini per Marco, è superficiale, fatta per lo già di amicizie in comune e di stessi luoghi frequentati come il parco Sempione e il Midnight. Tuttavia, vedendo la loro foto pubblicata sul giornale, si rende conto di aver avuto vicini degli assassini.
Da quel giorno cerca il modo di raccontare quella storia, di parlarne, anche se si scontra contro un muro di oblio - nessuno vuole parlare o rievocare quella vicenda - e di rispondere ad alcune domande che lo assillano. Sono interrogativi che riprendono il modo in cui quella vicenda ha avuto un impatto sulla sua vita.
''Qual è il punto di svolta che spinge un adolescente a diventare un assassino o un artista? Che cosa mi ha salvato da una vita di violenza, rabbia, rancore? Ogni volta che vedo la foto di quei ragazzi, apparentemente spensierati alla fiera di Sinigallia, sorridenti nei loro jeans strappati, mi rivedo a quell'età e mi chiedo: potevo essere io?'' si domanda Marco Di Stefano.
In scena ci sono cinque ragazzi - Susanna, Alice, Riccardo e Fabio - che rappresentano le voci di quegli adolescenti, inquieti, violenti, rabbiosi.
''Poco più di un fatto personale'', oltre a essere un viaggio a ritroso nel tempo dell’adolescenza, vuole rappresentare il vuoto che tutti i giovani sentono dentro di loro quando ancora non sanno cosa sarebbero diventati nella loro vita, ma anche la speranza.
''É uno spettacolo coraggioso, non solo per il tema ma per il modo di entrare in maniera delicata e profondo sulla questione. Questi giovani hanno trovato un modo per raccontare la storia entrando in profondità ma con uno sguardo molto maturo'' ha commentato Elena Scolari di Teatro Invito, dopo i saluti del consigliere comunale sironese Ernesto Viganò che ha confermato l’adesione al progetto culturale.
In conclusione di spettacolo Di Stefano ha lanciato il messaggio che questo spettacolo intende portare andando in scena: ''Questa storia non è raccontata attraverso la cronaca ma attraverso un filtro diverso. All’inizio è stato un atto di coraggio nel mettersi in gioco ed è importante per noi che la storia continui a vivere. A questo proposito, spendo un pensiero alle vittime addolcenti di queste settimane: è importante che si agisca sull’adolescenza, la si riconosca come età violenta. Tutti noi abbiamo vissuto quel periodo ed è il momento di affrontare l’età educativa in modo diverso''.
La rassegna ''L'Ultima Luna d'Estate'' si avvia verso la conclusone con gli ultimi sei spettacoli in programma tra oggi e domani. La chiusura sarà a La Valletta Brianza, nel chiostro San Giovanni, con ''Il resto della settimana'', tratto dall’omonimo romanzo di Maurizio De Giovanni. Peppe Servillo, voce narrante e canora, accompagnato dal chitarrista Cristiano Califano, leggerà alcuni brani tratti dal libro di Maurizio de Giovanni.
Il titolo rimanda al tempo trascorso in un piccolo bar dei Quartieri Spagnoli a Napoli prima e dopo l’appuntamento con la partita degli azzurri, dove una varietà di persone dà il là per commentare, senza barriere di censo, i fatti calcistici e non della settimana.