Una monticellese a Venezia/5: con Martin McDonagh una nuova missione portata a termine

Durante la Mostra del Cinema il Lido di Venezia diventa come una grande jungla che pullula di personaggi di ogni tipo. Appariscenti, carismatici, spaesati e totalmente inadatti alla situazione, ce n’è per tutti i gusti. La vera natura del frequentatore seriale di Venezia si rivela però con l’entrata in sala, la visione dei film, il momento simbolo di questi giorni di fuoco, obbliga a scoprire le carte e a non nascondersi più.
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C’è chi arriva prima di tutti, notoriamente prende il posto al centro per lamentarsi di tutti coloro che lo faranno alzare per passare, ci sono poi i ritardatari che arrivano puntualmente a film iniziato e quelli che per un motivo oscuro lasciano la sala in tutta fretta a metà visione. Infine ci sono loro, i più simpatici, gli addormentati seriali che prendono sonno in un amen, ma soprattutto russano facendo inferocire tutti i vicini di posto. Ammetto che è la mia categoria preferita perché mi strappa sempre tante risate e in particolare ieri li ho incontrati in tutte le visioni. 
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Ieri la mia giornata è iniziata come sempre con una corsa verso il Lido per vedere ''Maestro'', il nuovo film di e con Bradley Cooper che racconta la vita del compositore Leonard Bernstein. E’ una pellicola carina e piacevole, il problema a mio avviso è che manca di carattere e risulta un’occasione mancata. C’è troppa poca musica nel film che ad un certo punto potrebbe parlare veramente di tutto, anche di un salumiere e sarebbe più o meno la stessa cosa. Nonostante le perplessità è un lavoro dal mix sonoro incredibile e che vi consiglio di vedere.
Nemmeno il tempo di uscire dalla proiezione che abbiamo incontrato il grande protagonista del giorno, Tony Leung, il grande attore di Hong Kong che riceverà il leone d’oro alla carriera. 
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Subito dopo insieme ad Irene mi sono gettata nella terrazza della Biennale dove avevamo l’invito per partecipare ad un evento targato LSG production. Ho conosciuto Luciano Silighini Garagnani e la moglie Francesca l’anno scorso e da quel momento ci siamo tenuti sempre in contatto, appassionati entrambi di cinema, ne hanno fatto la loro vita.
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Ieri la LSG production ha presentato gli ultimi grandi progetti in svolgimento tra cui ''The fake world'' e ''Il console onorario di Venezia'', due film che dovrebbero essere presentati il prossimo festival di Berlino. Luciano e Francesca hanno una figlia, Alice, appassionatissima di cinema e soprattutto di Stranger Things; è con lei che ho compiuto una piccola avventura. Alle 13 in punto ci siamo precipitate fuori della sala perla dove con mille dribblig siamo riusciti ad incontrare Joseph Quinn, il simpaticissimo Eddie Munson di Stranger Things. 
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Tempo di prendere un attimo fiato e nell'ormai mitica zona conferenze abbiamo incontrato Fannie Ardant e il mitico Oliver Masucci, l'attore tedesco che ha interpretato Hitler in "Lui è tornato" e a cui sono particolarmente affezionata. Oliver è stato veramente simpatico e sono pure stata intervistata da una televisione tedesca a cui ho portato il mio commento sul film "The palace" che lo vede protagonista. Subito dopo averlo salutato rieccoci in sala dove abbiamo assistito alla toccante consegna del Leone a Tony Leung. Il regista Ang Lee ha letto una laudatio veramente emozionante che ha fatto scappare qualche lacrima a noi e soprattutto al premiato che ha ringraziato senza sosta i presenti. La cerimonia è stata seguita dalla proiezione di un documentario sulla mostra del cinema che ha la voce narrante di Carla Bruni e che è veramente interessante.
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Il resto della giornata di Venezia è ormai per me ed Irene inserito nelle pagine di storia. Vi ricordate quando qualche giorno fa vi ho parlato dello sceneggiatore premio Oscar per cui avevamo preparato una sorpresa? Ecco ieri la sorpresa è andata in porto ed Irene ed io possiamo considerarci adottate a metà da Martin McDonagh, il regista de "Gli spiriti dell'isola" e "Tre manifesti ad Ebbing Missouri". Lo so, sembra una cosa paradossale ma ormai Martin ci ha preso in simpatia dopo l'anno scorso e dopo averlo incontrato a maggio a Cannes. È una storia emozionante ed arzigogolata che merita un racconto a parte, promesso che nei prossimi giorni vi farò un resoconto completo.
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Soddisfatte per aver completato la nostra missione con Martin McDonagh abbiamo concluso la giornata con una doppia visione che personalmente non mi ha lasciato per nulla soddisfatta. The Caine Mutiny, il film postumo di William Friedkin (il regista dell'esorcista) è tutto ambientato in una stanza e riguarda il processo al secondo ufficiale del Caine. Le premesse erano interessanti, ma il film dopo poco inizia a contorcersi su se stesso.
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Io ho replicato con il film successivo, il tedesco ''Die theories von Allem'', una pellicola fiume ambientata sulle Alpi tra fisica e multiverso. Avevo tante aspettative e devo dire che ero presissima, poi l'impossibilità di leggere i sottotitoli e la stanchezza hanno preso il sopravvento. Alla fine ho chiuso con la certezza di necessitare una seconda visione.
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Sono arrivata in appartamento distrutta e sono crollata, ma posso vantarmi di aver dormito ben cinque ore e di aver iniziato la giornata vedendo il nuovo film di Fincher. Mi è piaciuto? Lo scoprirete domani nel diario giornaliero.
Giorgia Monguzzi
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