L'Ultima Luna d’Estate si chiude con Servillo e un bilancio più che positivo
Duemila spettatori. Ventuno spettacoli in dieci giorni, ognuno in una location magica. Bastano i numeri per raccontare la forza de L'Ultima Luna d’Estate.
Solo ieri erano in trecento nel chiostro della chiesa di San Giovanni a Perego per lo spettacolo di chiusura della ventiseiesima edizione. A loro si è rivolto Luca Radaelli, dopo i saluti istituzionali di Anna Perego, assessore alla cultura presso il comune di La Valletta.
''Questo festival c’è da ventisei anni, una rarità a livello nazionale. Portiamo il teatro indipendente in luoghi in cui di teatro ce n’è poco, nonostante questi siano molto belli. A noi rimangono nel cuore tanti istanti, tanti momenti vissuti in questi dieci giorni in cui abbiamo animato questa fetta di Brianza'' ha evidenziato il direttore artistico del festival. ''Ringrazio i comuni, i privati, gli sponsor. L’Ultima Luna d’Estate, infatti, riesce ad unire un’intera comunità. Ma ringrazio anche i professionisti e i tecnici del nostro gruppo di lavoro. Li invito a salire qui sul palco''.
Una dopo l’altra, le maestranze che collaborano alla buona riuscita della rassegna si sono fatte avanti per ricevere l’applauso di un pubblico riconoscente. Per tutti, ha preso la parola Elena Scolari, direttrice organizzativa dell’Ultima Luna. ''Quest’anno abbiamo avuto duemila spettatori. Solo stasera qui nel chiostro siete quasi in trecento. Vi ringrazio di cuore. Siete voi la nostra forza'' ha sottolineato.
L’attenzione si è poi spostata sullo spettacolo che stava per iniziare. ''A noi piace l’idea che le cose che facciamo vadano in direzioni particolari. Il tema dell’edizione di quest’anno era “diversità, devianze”. Ecco, non si può negare che i napoletani sono diversi da tutti gli altri'' ha evidenziato Radaelli.
Ecco, Peppe Servillo ha scelto di raccontare la diversità di Napoli e dei napoletani da un punto di vista profondo, intimo: la passione per il calcio. Un sentimento viscerale, incomprensibile per chi non ne è “contagiato” e in grado di radunare interi popoli intorno ad un obiettivo comune. Ogni popolo, tuttavia, vive questa passione in modo estremamente personale, custodendo gelosamente le proprie ritualità.
I viaggi lunghissimi stipati in quattro o cinque su macchine troppo piccole, il pranzo con prodotti tipici, l’abbigliamento, gli slogan diventano un patrimonio su cui si fondano rapporti di amicizia tra persone che in comune hanno solo la passione per la propria squadra del cuore. È così che una curva diventa lo spaccato di una società. È guardando al tifo che i testi di Maurizio De Giovanni, grande scrittore nonché grande tifoso del Napoli, disegnano uno spaccato di una società genuina e verace come quella napoletana.
L’unione tra l’intensa leggerezza dei brani tratti da “Il resto della settimana”, il talento artistico di Peppe Servillo e la maestria di un chitarrista come Cristiano Califano ha dato vita ad uno spettacolo che ha conquistato i cuori dei presenti, come dimostrato lungo applauso tributato agli artisti alla fine. Prima e dopo la lettura del testo di De Giovanni, Servillo e Califano si sono esibiti in alcuni brani scritti dallo stesso attore sessantaduenne, fratello di Toni Servillo, assieme a Natalio Mangalavite e Javier Girotto.
''Il segreto dell’Ultima Luna? Oltre all’alleanza tra enti pubblici e privati, è fondamentale anche la capacità di far lavorare gli artisti in posti belli, in condizioni buone e con un personale professionale'' ha commentato sorridendo Luca Radaelli alla fine della serata. ''L’Ultima Luna è ormai diventata una consuetudine in un territorio con un’offerta culturale relativamente scarsa. Il pubblico apprezza il nostro lavoro, ci segue, ci aspetta e considera i nostri spettacoli un appuntamento immancabile''.
L’attesa, ora, è tutto per scoprire cosa ci riserverà la ventisettesima edizione di una rassegna preziosa e fondamentale come l’Ultima Luna d’Estate.
Solo ieri erano in trecento nel chiostro della chiesa di San Giovanni a Perego per lo spettacolo di chiusura della ventiseiesima edizione. A loro si è rivolto Luca Radaelli, dopo i saluti istituzionali di Anna Perego, assessore alla cultura presso il comune di La Valletta.
''Questo festival c’è da ventisei anni, una rarità a livello nazionale. Portiamo il teatro indipendente in luoghi in cui di teatro ce n’è poco, nonostante questi siano molto belli. A noi rimangono nel cuore tanti istanti, tanti momenti vissuti in questi dieci giorni in cui abbiamo animato questa fetta di Brianza'' ha evidenziato il direttore artistico del festival. ''Ringrazio i comuni, i privati, gli sponsor. L’Ultima Luna d’Estate, infatti, riesce ad unire un’intera comunità. Ma ringrazio anche i professionisti e i tecnici del nostro gruppo di lavoro. Li invito a salire qui sul palco''.
Una dopo l’altra, le maestranze che collaborano alla buona riuscita della rassegna si sono fatte avanti per ricevere l’applauso di un pubblico riconoscente. Per tutti, ha preso la parola Elena Scolari, direttrice organizzativa dell’Ultima Luna. ''Quest’anno abbiamo avuto duemila spettatori. Solo stasera qui nel chiostro siete quasi in trecento. Vi ringrazio di cuore. Siete voi la nostra forza'' ha sottolineato.
L’attenzione si è poi spostata sullo spettacolo che stava per iniziare. ''A noi piace l’idea che le cose che facciamo vadano in direzioni particolari. Il tema dell’edizione di quest’anno era “diversità, devianze”. Ecco, non si può negare che i napoletani sono diversi da tutti gli altri'' ha evidenziato Radaelli.
Ecco, Peppe Servillo ha scelto di raccontare la diversità di Napoli e dei napoletani da un punto di vista profondo, intimo: la passione per il calcio. Un sentimento viscerale, incomprensibile per chi non ne è “contagiato” e in grado di radunare interi popoli intorno ad un obiettivo comune. Ogni popolo, tuttavia, vive questa passione in modo estremamente personale, custodendo gelosamente le proprie ritualità.
I viaggi lunghissimi stipati in quattro o cinque su macchine troppo piccole, il pranzo con prodotti tipici, l’abbigliamento, gli slogan diventano un patrimonio su cui si fondano rapporti di amicizia tra persone che in comune hanno solo la passione per la propria squadra del cuore. È così che una curva diventa lo spaccato di una società. È guardando al tifo che i testi di Maurizio De Giovanni, grande scrittore nonché grande tifoso del Napoli, disegnano uno spaccato di una società genuina e verace come quella napoletana.
L’unione tra l’intensa leggerezza dei brani tratti da “Il resto della settimana”, il talento artistico di Peppe Servillo e la maestria di un chitarrista come Cristiano Califano ha dato vita ad uno spettacolo che ha conquistato i cuori dei presenti, come dimostrato lungo applauso tributato agli artisti alla fine. Prima e dopo la lettura del testo di De Giovanni, Servillo e Califano si sono esibiti in alcuni brani scritti dallo stesso attore sessantaduenne, fratello di Toni Servillo, assieme a Natalio Mangalavite e Javier Girotto.
''Il segreto dell’Ultima Luna? Oltre all’alleanza tra enti pubblici e privati, è fondamentale anche la capacità di far lavorare gli artisti in posti belli, in condizioni buone e con un personale professionale'' ha commentato sorridendo Luca Radaelli alla fine della serata. ''L’Ultima Luna è ormai diventata una consuetudine in un territorio con un’offerta culturale relativamente scarsa. Il pubblico apprezza il nostro lavoro, ci segue, ci aspetta e considera i nostri spettacoli un appuntamento immancabile''.
L’attesa, ora, è tutto per scoprire cosa ci riserverà la ventisettesima edizione di una rassegna preziosa e fondamentale come l’Ultima Luna d’Estate.
A.Bes.