Salvini 'diffamato' dalla ex di Berlusconi? Il PM chiede la condanna della Pascale
Francesca Pascale va condannata. 2.500 euro di multa, la pena che il sostituto procuratore Chiara Di Francesco vorrebbe veder applicata a carico dell'ex compagna di Silvio Berlusconi, ora unita in matrimonio alla cantautrice Paola Turci.
La richiesta è stata formulata nel primo pomeriggio odierno al cospetto del giudice del Tribunale di Lecco Martina Beggio, assegnataria del fascicolo aperto dall'allora procuratore capo facente funzioni Cuno Tarfusser partendo da una querela sporta contro la 37enne partenopea dal leader della Lega Matteo Salvini. Diffamazione il reato contestato all'imputata che, preso atto dell'impossibilità a chiudere la vicenda bonariamente, ha optato, per il tramite del proprio legale - l'avvocato Matteo Uslenghi del Foro di Milano - per adire al rito abbreviato, scegliendo dunque di farsi processare "sulle carte", beneficiando, in caso di condanna, di uno sconto di pena. Del resto l'intera vicenda ruota attorno al ''peso'' da attribuire ad un testo condiviso dall'ex forzista nel gennaio del 2021.
Stando al capo d'imputazione, Francesca Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un vecchio "tweet" di Salvini - che lo stesso ha disconosciuto, sostenendo si tratti di un fake - riferito a chi si trasferisce a vivere all'estero con particolare affondo su meridionali e africani considerati "fannulloni", "gente senza la cultura del lavoro".
Un re-post, quello dell'ex forzista, correlato da un suo commento contro colui il quale - scriveva - "si appresta a diventare leader indiscusso del centrodestra", attaccato per i presunti pensieri razzisti e violenti espressi, in termini evidentemente risultati "indigesti" al numero uno leghista, arrivato dunque, dopo aver già trascinato in giudizio Don Giorgio De Capitani, a presentare un'altra querela per diffamazione in quel di Lecco, tribunale competente in virtù dell'allora residenza dell'imputata. Per qualche anno, infatti, come si ricorderà, l'ex fidanzata del Cavaliere ha vissuto a Villa Maria - già Villa Giambelli - di Rogoredo di Casatenovo, nido d'amore sistemato per lei da Berlusconi prima che la loro relazione volgesse al termine, con la dimora poi messa sul mercato e venduta nel recente passato ad una erede della dinastia del Toblerone.
Quest'oggi in Aula la parola è passata direttamente alle parti, con denunciata e denunciante non presenti personalmente (per il vicepresidente del Consiglio c'era l'avvocato trentino Matteo Celva). La sentenza è ora prevista per martedì 26 settembre.
La richiesta è stata formulata nel primo pomeriggio odierno al cospetto del giudice del Tribunale di Lecco Martina Beggio, assegnataria del fascicolo aperto dall'allora procuratore capo facente funzioni Cuno Tarfusser partendo da una querela sporta contro la 37enne partenopea dal leader della Lega Matteo Salvini. Diffamazione il reato contestato all'imputata che, preso atto dell'impossibilità a chiudere la vicenda bonariamente, ha optato, per il tramite del proprio legale - l'avvocato Matteo Uslenghi del Foro di Milano - per adire al rito abbreviato, scegliendo dunque di farsi processare "sulle carte", beneficiando, in caso di condanna, di uno sconto di pena. Del resto l'intera vicenda ruota attorno al ''peso'' da attribuire ad un testo condiviso dall'ex forzista nel gennaio del 2021.
Stando al capo d'imputazione, Francesca Pascale avrebbe rilanciato nelle sue Instagram Stories un vecchio "tweet" di Salvini - che lo stesso ha disconosciuto, sostenendo si tratti di un fake - riferito a chi si trasferisce a vivere all'estero con particolare affondo su meridionali e africani considerati "fannulloni", "gente senza la cultura del lavoro".
Un re-post, quello dell'ex forzista, correlato da un suo commento contro colui il quale - scriveva - "si appresta a diventare leader indiscusso del centrodestra", attaccato per i presunti pensieri razzisti e violenti espressi, in termini evidentemente risultati "indigesti" al numero uno leghista, arrivato dunque, dopo aver già trascinato in giudizio Don Giorgio De Capitani, a presentare un'altra querela per diffamazione in quel di Lecco, tribunale competente in virtù dell'allora residenza dell'imputata. Per qualche anno, infatti, come si ricorderà, l'ex fidanzata del Cavaliere ha vissuto a Villa Maria - già Villa Giambelli - di Rogoredo di Casatenovo, nido d'amore sistemato per lei da Berlusconi prima che la loro relazione volgesse al termine, con la dimora poi messa sul mercato e venduta nel recente passato ad una erede della dinastia del Toblerone.
Quest'oggi in Aula la parola è passata direttamente alle parti, con denunciata e denunciante non presenti personalmente (per il vicepresidente del Consiglio c'era l'avvocato trentino Matteo Celva). La sentenza è ora prevista per martedì 26 settembre.
A.M.