Rogeno commemora l'eccidio dell'Aldriga con i due martiri

Il 19 settembre è un giorno caro ai cittadini di Rogeno. Il nome della piazza del Municipio (piazza Martiri della Libertà) e di strade vie del paese (via Luigi Binda e via Alessandro Corti) ricordano i fatti avvenuti il 19 settembre 1943.
Erano i giorni immediatamente successivi all’armistizio proclamato l’8 settembre di quell'anno dal Gen. Badoglio: l’esercito tedesco di stanza al campo di concentramento del Gradaro a Mantova, ormai in ritirata, con un inganno crudele, fucilò dieci militari italiani nei pressi della vicina Valletta Aldriga (Curtatone).Erano tutti giovani tra 19 e 35 anni e tra loro c’erano i due rogenesi Luigi Binda e Alessandro Corti. 
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''È molto significativo che una comunità si stringa intorno ai suoi caduti, che impari dalla sua storia – ha spiegato il sindaco Matteo Redaelli - Il tempo è lontano, ma come recita la lapide in piazza del municipio: “il sangue dei martiri vittime dell’ira nemica fecondi le opere dei vivi''.
Un richiamo sempre attuale: che il loro martirio fecondi le nostre opere. Oggi come allora tanto è in pericolo nella nostra società, tanti sono i valori che vengono messi in discussione e che occorre ogni giorno riguadagnare. È necessaria più che mai una rinascita. Senza arrendersi alle facili lusinghe del regime come allora furono il fascismo e la repubblica di Salò. Andiamo oltre. Recuperiamo quel senso di appartenenza e collettività che ancora oggi ci insegnano i nostri Binda e Corti, che in quel giorno li portò a dare la vita pur di non rinnegare l’ideale di una patria libera. Il sogno di un mondo migliore. Che il sangue di questi nostri concittadini e dei loro compagni possa esserci da sprone, ognuno con il suo compito, ognuno al suo lavoro, ma ognuno con la sua parte fondamentale, per tutti''. 
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In occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eccidio dell’Aldriga, il prossimo 19 settembre, anche il Comune di Rogeno intende ricordare e rendere omaggio ai due concittadini Binda e Corti che persero la vita. In mattinata saranno posati fiori sulle tombe dei due martiri nei cimiteri di Rogeno e di Casletto. Infine, un mazzo di fiori sarà posto anche sulla lapide affissa sul muro del Municipio che è stato recentemente restaurato. 
Inoltre, per l’intera settimana dell’anniversario, ovvero da lunedì 18 e sino a sabato 23 settembre, l’amministrazione comunale ha deciso di omaggiare, a coloro che disiderano conoscere maggiormente la storia dei due concittadini, due libri dedicati alla loro storia. I volumi sono ritirabili presso l’ufficio Anagrafe al piano terra del Municipio. 
 Il primo è l’opuscolo commemorativo dei patrioti: ''due martiri'', in edizione originale del settembre 1945, a cura del Comune e del C.L.N. di Rogeno; successive ristampe del settembre 1989 e del settembre 2003, a cura del Comune di Rogeno.
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L'opuscolo, stampato per la prima volta nel 1945, aveva e ha lo scopo sia di commemorare i due concittadini, sfortunate vittime delle barbariche rappresaglie nazifasciste che funestarono l'Italia nel biennio 1943-1945, sia di insegnare a tutti, specialmente alle nuove generazioni, l'importanza di valori fondamentali come la pace, la solidarietà e la giustizia. Il breve racconto, in forma dialogica, descrive gli angoscianti momenti della tragica vicenda di Binda e Corti, dalla cattura all'internamento nel campo di concentramento, nei pressi di Mantova, fino alla spietata fucilazione da parte dei nazisti. 
Binda Luigi era nato a Rogeno il 28 ottobre 1923. Di professione era sellaio, come il padre che aiutò fino al momento della chiamata alle armi, giunta quando ancora non era ventenne.
Il 7 giugno 1943 era stato trasferito a Palmanova (Udine), dove aveva prestato servizio fino all'8settembre, quando, in seguito all'armistizio, aveva tentato di fare ritorno a casa, in compagnia del compaesano Alessandro Angelo Corti. I due, però, erano stati catturati e internati nel "Gradaro", un campo di concentramento vicino a Mantova.
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Alessandro Angelo Corti aveva parecchi anni in più rispetto a Luigi Binda: era nato il 19 giugno 1908 a Casletto. Prima della chiamata, lavorava come salumiere presso la ditta Vismara di Barzanò. Ne11941, era stato trasferito in Russia con il Corpo Italiano di spedizione: il suo compito consisteva nell'approvvigionamento e nello stoccaggio dei viveri nei magazzini. Dopo due anni, era stato rimpatriato e destinato anch'egli a Palmanova (Udine), fino al momento dell'armistizio. Poi, il suo destino si era tristemente incrociato a quello di Luigi Binda.
 Il secondo libro che sarà consultabile in Municipio sarà “Rogeno e il suo territorio nel biennio 1943-1945”, scritto da Roberta Frigerio con la collaborazione di Alessio Gilardi e Francesco Molteni. Parla di resistenza, deportazioni, scuola di regime e altro ancora, con testimonianze di alcuni protagonisti di quei fatti. 
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Il volume, articolato in tre capitoli, è il frutto sia della raccolta di fonti orali, costituite dalle testimonianze di alcuni protagonisti locali del periodo storico considerato, sia della consultazione di fonti scritte, soprattutto attraverso un'approfondita ricerca condotta nell'archivio del Municipio di Rogeno e, in parte, anche in quelli dell’ANPI di Corno e della Parrocchia di Casletto.
Il primo capitolo racchiude sostanzialmente le esperienze dei partigiani del Comune di Rogeno, nonché quelle di alcuni dei numerosi ex soldati rogenesi deportati nei campi di concentramento in Germania, Polonia; ecc.., dopo l'armistizio del governo Badoglio (8 settembre 1943). Le testimonianze sono introdotte da brevi, ma opportune premesse, utili per meglio inquadrare i fatti locali nel contesto storico più generale.
Il secondo capitolo illustra sommariamente le condizioni socioeconomiche della popolazione, in particolare nel nostro territorio, durante gli anni di guerra. Significative, a questo riguardo, risultano le testimonianze relative all'assalto popolare al treno in sosta alla stazione di Merone. Si accenna, inoltre, anche al fenomeno degli sfollati, che interessò pure il Comune di Rogeno, così come tutta la Brianza. Inevitabile è il richiamo ad uno sfollato "celebre": Walter Molino, noto caricaturista, illustratore, pittore, scultore e incisore.
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Infine, il terzo capitolo è dedicato alla scuola durante il regime fascista. Sia attraverso le testimonianze di alcuni allievi, sia dall'analisi dei documenti pubblicati (pagelle, stralci di registri di classe, di quaderni e di libri di testo dell'epoca) è possibile farsi un'idea del livello di ideologizzazione della scuola fascista e della collateralità dell'istruzione e della cultura rispetto ai principi fondanti del regime e al relativo apparato politico. Ciò aiuta a comprendere meglio tutto quel travagliato periodo storico e gli atteggiamenti, gli stati d'animo e le reazioni private e pubbliche di fronte al regime fascista e alla guerra.
M.Mau.
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