Oggiono: treno fermato e poi soppresso nel 2021. Il responsabile condannato a due mesi

Due mesi di reclusione. E' la condanna inflitta stamani dal giudice del Tribunale di Lecco, Bianca Maria Bianchi, al trentenne originario della Guinea Bissau, finito a processo con l'accusa di ''interruzione di pubblico servizio'' (secondo l'articolo 340 cp). 
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La stazione ferroviaria di Oggiono (immagine tratta da Google)

I fatti al centro dell'udienza risalgono al 23 ottobre 2021 quando i carabinieri erano stati chiamati ad intervenire con diverse pattuglie, alla stazione ferroviaria di Oggiono. C'era un uomo - l'imputato appunto - palesemente agitato, che riferiva di essere stato derubato del proprio portafoglio. Gli elementi acquisiti in seconda battuta hanno consentito di stabilire che in realtà era stato proprio lui a generare scompiglio sul mezzo, tanto che la responsabile del convoglio era stata costretta a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine. Il ''Besanino'' fermatosi alla stazione oggionese, si apprestava a proseguire la propria corsa verso il capoluogo lombardo, quando alla capotreno era stata segnalata appunto la presenza dello straniero, coinvolto in una zuffa con due ragazzi, nel frattempo scappati verso la prima carrozza per mettersi al riparo dalle ire del soggetto. Nel suo sali-scendo dal convoglio ad avere la peggio era stato poi un altro pendolare, finito nel mirino dell'imputato poichè accusato (ingiustamente) di avergli sottratto uno zaino. Una situazione particolarmente tesa, sfociata nella soppressione del convoglio, per la ''gioia'' dei viaggiatori che stavano rientrando dai luoghi di studio e lavoro. 
Gli accertamenti dei carabinieri intervenuti - dalle stazioni di Cremella, Costa e Oggiono - erano scaturiti nel deferimento del trentenne per ''interruzione di pubblico servizio'', con la conseguente apertura di un fasciolo penale a suo carico. Assente stamani in Aula e difeso d'ufficio dall'avvocato Massimiliano Nessi del Foro di Lecco, l'africano ha rimediato dal giudice Bianchi la condanna a due mesi oltre al pagamento delle spese legali; una pena più lieve rispetto a quanto aveva chiesto in sede di discussione il vpo Mattia Mascaro (otto mesi).
G.C.
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