Nibionno: presentato il piano di Protezione Civile, strumento di prevenzione
Presentato alla cittadinanza al cineteatro dell’oratorio di Cibrone, il piano di protezione civile del Comune di Nibionno. Lo scorso giugno il consiglio comunale aveva approvato il nuovo piano, aggiornato rispetto a quello del 2009. Redatto dall’ingegner Giorgio Meroni, è suddiviso in atti amministrativi, relazioni da inviare in caso di calamità, tavole e scenari che comprendono il rischio idrogeologico, sismico, geologico, traffico sulla SS36 e sulla 342 e d’incendio.
Il piano, prima dell’approvazione, era stato condiviso con il coordinatore di protezione civile dal momento che, in caso di necessità, sarà proprio il gruppo a dover intervenire.
All’inizio della serata è intervenuto il sindaco Laura Di Terlizzi. ''Il nuovo piano di protezione civile era uno degli obiettivi prefissati nelle linee programmatiche di mandato. Con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza biennale, l’abbiamo concluso. Accanto al faldone a disposizione di tutti, il piano deve essere messo in pratica: speriamo non sia solo un'obbligatorietà imposta dalla legge. Il lavoro è durato un anno perché nel frattempo è cambiata la normativa. Ringrazio il gruppo di protezione civile che oggi ha 23 iscritti, l’ufficio tecnico per il coordinamento e Stefano per aver tenuto i rapporti con tutti''.
La prima cittadina ha poi fatto riferimento all’esercitazione di IT-Alert che si è tenuta martedì 19 settembre in Regione Lombardia dove i telefoni dei cittadini sono suonati a mezzogiorno per il nuovo sistema di allerta nazionale promosso dal dipartimento di protezione civile. Dopo la fase di sperimentazione, sarà in grado di informare tempestivamente la popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. Il sistema di allerta si attiverà per maremoto, collasso di una diga, attività vulcanica, incidenti nucleari o in stabilimenti chimici e in caso di precipitazioni intense e dissesti idrogeologici.
''Quando martedì abbiamo ricevuto IT-Alert, abbiamo pensato di convocare un’unità di crisi locale in accordo con la Provincia. Penso che siamo stati tra i pochi comuni ad averlo fatto, evacuando il municipio. Questa esperienza ci ha fatto capire quanto è difficile passare dalla teoria alla pratica'' ha aggiunto Di Terlizzi.
La parola è poi passata all’ingegner Giorgio Meroni. L'estensore del piano si è focalizzato sulla protezione civile e sulle sue funzioni, facendo riferimento a quanto riporta anche il sito di Regione Lombardia, ''la Protezione Civile è una responsabilità di tutti e coinvolge l’intera comunità. Con il termine Protezione Civile si intendono tutte le attività per tutelare la vita, l'integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o altri eventi calamitosi causati dall'attività umana. La Protezione Civile ha un ambito molto più vasto del soccorso alle popolazioni colpite e include anche le azioni di previsione e prevenzione dei diversi rischi, per mitigarne l’impatto negativo sul territorio e aiutare le comunità ad affrontare e superare l’emergenza''.
Il servizio nazionale della protezione civile opera a livello locale (piano A), regionale (B) e centrale (C).
La definizione del termine è stata più volte rimarcata dal professionista intervenuto l'altra sera, che ha poi spiegato come il piano possa essere utile soprattutto nell'ambito della prevenzione. Nel documento relativo a Nibionno sono stati analizzati tutti i rischi (il rischio è la moltiplicazione tra vulnerabilità e pericolosità) e per ognuno è stato previsto uno scenario specifico e ipotetico. Otto quelli individuati: rischio idrogeologico legato al Lambro, Bevera e alle rogge; rischio eventi meteo eccezionali come gelate, fuoriuscite, allagamenti; rischio industriale, relativo al piano emergenza esterno e riguarda soprattutto l’azienda chimica nelle vicinanze; rischio traffico e trasporto merci pericolose, come in SS36; rischio incendio boschivo nelle zone boschive; rischio sismico; rischio radiazioni, come nel caso delle antenne e rischio socio-territoriale, che può essere legato a un evento eccezionale come una sparatoria in un luogo sensibile.
Sul portale di Regione Lombardia, il piano va aggiornato indicando alcuni specifici rischi richiesti: valanghe, idrogeologico, idraulico, incendio boschivo, sismico. ''Ora che c'è il piano e si conoscono i rischi del territorio, vanno attuate la programmazione e la prevenzione'' ha precisato l’ingegnere Meroni.
Al termine della serata il coordinatore della protezione civile ha ringraziato l’amministrazione comunale e il sindaco Laura Di Terlizzi per l’impegno a redigere un piano utile alla prevenzione e dunque alla sicurezza di tutti. ''Il vecchio piano di emergenza comunale (P.E.C.) era ormai scaduto da più di dieci anni ed andava assolutamente revisionato'' ha commentato Tullio Muraro. ''A differenza della vecchia amministrazione, questa nuova ci ha ascoltati e ringraziamo la sindaca, l’ufficio tecnico e lo Studio Tecnico Meroni per aver concluso l'iter progettuale che è durato circa un anno e mezzo ed a cui abbiamo collaborato anche noi. Se per alcuni aspetti questo si può considerare un punto di arrivo per tutti gli attori che devono intervenire in stato di emergenza, è un punto di partenza perché, se le procedure non verranno assimilate da chi dovrà operare, è come se il piano non esistesse. Da qui l'assoluta necessità di approfondire con riunioni quanto previsto dal piano, allo scopo di organizzare le esercitazioni necessarie''.
A questo proposito l’ultima prova di emergenza avvenuta a Nibionno risale al 2013, quando era stata simulata l’esondazione del lago di Pusiano e del Lambro in vista della chiusura del Cavo Diotti. Interessati all'epoca i comuni di Bosisio Parini, Merone, Costa Masnaga, Nibionno e Rogeno. La protezione civile di Nibionno, in anni più recenti, prima della pandemia, ha anche proposto un’attività con la scuola media Don Bosco di Costa Masnaga: gli alunni di classe terza sono stati coinvolti in una simulazione semplificata delle operazioni di apertura di U.C.L. (Unità Crisi Locale ) per l’emergenza di esondazione del fiume Lambro a Costa Masnaga.
''Il piano è fondamentale per supportare il sindaco, quale autorità competente locale in materia di protezione civile, nella risposta all'emergenza. È uno strumento operativo che contiene tutte le procedure per fronteggiare una calamità attesa o imprevista in un determinato territorio consentendo alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione. Per ogni emergenza è indicato chi deve intervenire, cosa fare e quando intervenire, mentre come intervenire dipende dal tipo di emergenza'' ha concluso Muraro.
Il piano, prima dell’approvazione, era stato condiviso con il coordinatore di protezione civile dal momento che, in caso di necessità, sarà proprio il gruppo a dover intervenire.
All’inizio della serata è intervenuto il sindaco Laura Di Terlizzi. ''Il nuovo piano di protezione civile era uno degli obiettivi prefissati nelle linee programmatiche di mandato. Con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza biennale, l’abbiamo concluso. Accanto al faldone a disposizione di tutti, il piano deve essere messo in pratica: speriamo non sia solo un'obbligatorietà imposta dalla legge. Il lavoro è durato un anno perché nel frattempo è cambiata la normativa. Ringrazio il gruppo di protezione civile che oggi ha 23 iscritti, l’ufficio tecnico per il coordinamento e Stefano per aver tenuto i rapporti con tutti''.
La prima cittadina ha poi fatto riferimento all’esercitazione di IT-Alert che si è tenuta martedì 19 settembre in Regione Lombardia dove i telefoni dei cittadini sono suonati a mezzogiorno per il nuovo sistema di allerta nazionale promosso dal dipartimento di protezione civile. Dopo la fase di sperimentazione, sarà in grado di informare tempestivamente la popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso. Il sistema di allerta si attiverà per maremoto, collasso di una diga, attività vulcanica, incidenti nucleari o in stabilimenti chimici e in caso di precipitazioni intense e dissesti idrogeologici.
''Quando martedì abbiamo ricevuto IT-Alert, abbiamo pensato di convocare un’unità di crisi locale in accordo con la Provincia. Penso che siamo stati tra i pochi comuni ad averlo fatto, evacuando il municipio. Questa esperienza ci ha fatto capire quanto è difficile passare dalla teoria alla pratica'' ha aggiunto Di Terlizzi.
La parola è poi passata all’ingegner Giorgio Meroni. L'estensore del piano si è focalizzato sulla protezione civile e sulle sue funzioni, facendo riferimento a quanto riporta anche il sito di Regione Lombardia, ''la Protezione Civile è una responsabilità di tutti e coinvolge l’intera comunità. Con il termine Protezione Civile si intendono tutte le attività per tutelare la vita, l'integrità fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o altri eventi calamitosi causati dall'attività umana. La Protezione Civile ha un ambito molto più vasto del soccorso alle popolazioni colpite e include anche le azioni di previsione e prevenzione dei diversi rischi, per mitigarne l’impatto negativo sul territorio e aiutare le comunità ad affrontare e superare l’emergenza''.
Il servizio nazionale della protezione civile opera a livello locale (piano A), regionale (B) e centrale (C).
La definizione del termine è stata più volte rimarcata dal professionista intervenuto l'altra sera, che ha poi spiegato come il piano possa essere utile soprattutto nell'ambito della prevenzione. Nel documento relativo a Nibionno sono stati analizzati tutti i rischi (il rischio è la moltiplicazione tra vulnerabilità e pericolosità) e per ognuno è stato previsto uno scenario specifico e ipotetico. Otto quelli individuati: rischio idrogeologico legato al Lambro, Bevera e alle rogge; rischio eventi meteo eccezionali come gelate, fuoriuscite, allagamenti; rischio industriale, relativo al piano emergenza esterno e riguarda soprattutto l’azienda chimica nelle vicinanze; rischio traffico e trasporto merci pericolose, come in SS36; rischio incendio boschivo nelle zone boschive; rischio sismico; rischio radiazioni, come nel caso delle antenne e rischio socio-territoriale, che può essere legato a un evento eccezionale come una sparatoria in un luogo sensibile.
Sul portale di Regione Lombardia, il piano va aggiornato indicando alcuni specifici rischi richiesti: valanghe, idrogeologico, idraulico, incendio boschivo, sismico. ''Ora che c'è il piano e si conoscono i rischi del territorio, vanno attuate la programmazione e la prevenzione'' ha precisato l’ingegnere Meroni.
Al termine della serata il coordinatore della protezione civile ha ringraziato l’amministrazione comunale e il sindaco Laura Di Terlizzi per l’impegno a redigere un piano utile alla prevenzione e dunque alla sicurezza di tutti. ''Il vecchio piano di emergenza comunale (P.E.C.) era ormai scaduto da più di dieci anni ed andava assolutamente revisionato'' ha commentato Tullio Muraro. ''A differenza della vecchia amministrazione, questa nuova ci ha ascoltati e ringraziamo la sindaca, l’ufficio tecnico e lo Studio Tecnico Meroni per aver concluso l'iter progettuale che è durato circa un anno e mezzo ed a cui abbiamo collaborato anche noi. Se per alcuni aspetti questo si può considerare un punto di arrivo per tutti gli attori che devono intervenire in stato di emergenza, è un punto di partenza perché, se le procedure non verranno assimilate da chi dovrà operare, è come se il piano non esistesse. Da qui l'assoluta necessità di approfondire con riunioni quanto previsto dal piano, allo scopo di organizzare le esercitazioni necessarie''.
A questo proposito l’ultima prova di emergenza avvenuta a Nibionno risale al 2013, quando era stata simulata l’esondazione del lago di Pusiano e del Lambro in vista della chiusura del Cavo Diotti. Interessati all'epoca i comuni di Bosisio Parini, Merone, Costa Masnaga, Nibionno e Rogeno. La protezione civile di Nibionno, in anni più recenti, prima della pandemia, ha anche proposto un’attività con la scuola media Don Bosco di Costa Masnaga: gli alunni di classe terza sono stati coinvolti in una simulazione semplificata delle operazioni di apertura di U.C.L. (Unità Crisi Locale ) per l’emergenza di esondazione del fiume Lambro a Costa Masnaga.
''Il piano è fondamentale per supportare il sindaco, quale autorità competente locale in materia di protezione civile, nella risposta all'emergenza. È uno strumento operativo che contiene tutte le procedure per fronteggiare una calamità attesa o imprevista in un determinato territorio consentendo alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione. Per ogni emergenza è indicato chi deve intervenire, cosa fare e quando intervenire, mentre come intervenire dipende dal tipo di emergenza'' ha concluso Muraro.
M.Mau.