Monticello: convegno sullo spazio neutro di Retesalute. ''Focus è l’interesse dei figli''

''Il focus è l’interesse del minore''. Lo hanno ripetuto più volte i relatori intervenuti questa mattina al convegno ''Lo spazio neutro luogo di ri-generazione della relazione: solo un modello d’intervento'', organizzato da Retesalute e svoltosi presso l’antico granaio di Villa Greppi a Monticello.
Subito dopo il saluto istituzionale a cura della dottoressa Bianca Maria Bianchi, presidente (facente funzioni) del tribunale di Lecco, ha preso il via una prima tavola rotonda, coordinata dalla dottoressa Lucia Pacchiana, responsabile sociale di Retesalute, e dall’avvocato Silvia Natalia Castagna, presidente della sezione di Lecco dell’Osservatorio nazionale diritto di famiglia.
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''Il principio che sta dietro interventi come lo spazio neutro è la tutela del diritto alla bigenitorialità, ovvero del diritto del figlio ad avere un rapporto con entrambi i genitori. Tale diritto è sancito dall’articolo 9 della Convenzione sui diritti del fanciullo dell’89. Nello spazio neutro, il diritto del figlio alla bigenitorialità è sostenuto in un contesto, anche fisico, adeguato allo scopo e alla presenza di un operatore qualificato'' ha spiegato in primo luogo il dottor Stefano Boerci, giudice del tribunale di Lecco. ''Ovviamente, alla base dell’attivazione dello spazio neutro ci deve essere una situazione, all’interno del nucleo familiare, talmente problematica da pregiudicare il diritto del minore. Si possono verificare vari casi, tra cui il rifiuto del figlio a incontrare il genitore. Anche qualora esso sia espresso in maniera ingiustificata, il diritto del genitore a vedere il figlio soccombe al diritto di quest’ultimo di avere con il genitore un rapporto sano''.
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In questi casi, ha proseguito il giudice, sarà necessario da un lato sostenere il figlio mettendo in campo tutti gli strumenti necessari affinché i rapporti si possano riappacificare e dall’altro lato far comprendere al genitore le ragioni di una decisione che a lui può apparire ingiusta. ''In questo è fondamentale il ruolo del difensore'' ha sottolineato il dottor Boerci, rivolgendosi ad una platea composta per lo più da avvocati e assistenti sociali, dunque addetti ai lavori. ''Noi non siamo qui ad attribuire delle colpe. La crisi familiare è una ferita e lo spazio neutro è un tentativo di tenere insieme i lembi di questa ferita. Lo scopo di questo intervento è ricostruire un legame tra genitore e figlio ponendo sempre al primo posto la tutela dell’interesse di quest’ultimo. Qualora il comportamento del genitore costituisca un pregiudizio per il figlio, gli incontri vengono interrotti'' ha concluso il giudice.
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La dottoressa Stefania Crema

Proprio a quest’ultimo punto si è agganciata l’avvocato Stefania Crema, specialista in criminologia nonché coordinatore dei servizi di tutela minori associati presso l’ambito di Seregno. ''Oggi le linee guida ci dicono che i colloqui in spazio neutro vanno bloccati quando il genitore non è allineato all’interesse del figlio. Esso è preminente rispetto a qualunque altra decisione. Per esempio, il forzare la mano chiedendo che ci sia un incontro a cui il bambino non è pronto potrebbe poi pregiudicare lo sviluppo dell’intervento. La chiave vincente dello spazio neutro è la presenza di una figura professionale dotata di competenze specifiche sulla cura della relazione tra minore e genitore'' ha spiegato la dottoressa Crema. ''Questi incontri servono a sviluppare una ri - narrazione dell’evento traumatico che ha portato all’allontanamento. Quando io sono partecipe di un’emozione, come il timore, la paura o il dover attivarsi in protezione di qualcuno, la mia visione degli eventi è viziata dal mio status emotivo. Rileggendo gli eventi in uno spazio neutro è possibile produrre una storia diversa, sostenibile da tutte le parti''.
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Il giudice Stefano Boerci

Nonostante possa rivelarsi un servizio fondamentale nella tutela dell’interesse dei minori, lo spazio neutro si scontra con alcuni problemi operativi, legati in particolare ai tempi. ''A volte il bambino non è in grado di sostenere incontri organizzati secondo la tempistica decisa dal tribunale. Altre volte, spazio neutro si trasforma in un mero diritto di visita. Alcuni bambini li seguiamo da 8 – 10 anni. Questo può accadere perché la fragilità del nucleo familiare non è ricomponibile e la famiglia non ha altre risorse a cui appoggiarsi, come per esempio una figura terza che possa fare da filtro. Tutto ciò ovviamente si ripercuote sul minore'' ha raccontato Laura Andreoni, coordinatrice dello spazio neutro di Retesalute.
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La dottoressa Laura Andreoni

''Da quando ricopro questo ruolo solo quattro casi su 30/35 si sono conclusi positivamente. Il tempo medio di permanenza di un caso presso la nostra struttura varia da 1 a 4 anni. Retesalute offre anche un servizio di sostegno alla genitorialità, con cui si cerca di alleviare la conflittualità tra il padre e la madre. Tuttavia, non sempre questo funziona e in questi casi spesso il bambino rimane con noi fino ai 18 anni''.
Lo spazio neutro di Retesalute si trova a Cascina Levada a Casatenovo. Oltre alla coordinatrice, vi lavorano cinque professionisti.
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''Gli operatori di spazio neutro lavorano a stretto contatto con la sofferenza, cercando di portare un genitore e un bambino a riacquisire una normalità che comunque non sarà più quella di prima. I casi sono aumentati in maniera esponenziale negli ultimi anni.  Metà dei nostri utenti sono italiani, l’altra metà stranieri. In prevalenza da noi ci sono bambini delle elementari che incontrano i papà'' ha proseguito la dottoressa Andreoni. ''Ci può essere un contesto di abusi o maltrattamenti già accertati, un problema di dipendenza da alcool o droghe oppure una situazione in cui la conflittualità nel nucleo familiare è talmente alta da impedire lo sviluppo di una corretta relazione tra genitore e figlio. Poiché il diritto alla bigenitorialità è un diritto del figlio, prima di avviare i colloqui organizziamo degli incontri di ambientamento con il minore presso il nostro spazio neutro. Per fortuna gli ambienti di Cascina Levada sono ampi''.
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A sinistra la presidente del Consorzio Lucia Urbano e il dottor Luca Rigamonti

Dopo la pausa caffè, sono stati gli stessi operatori della struttura casatese a spiegare un po’ più nel dettaglio il funzionamento di questa realtà. Alla presenza anche del dottor Luca Rigamonti - direttore generale dell'azienda - la mattinata si è poi conclusa con i ringraziamenti di Lucia Urbano, presidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi, la quale ha definito il Consorzio e Retesalute come ''due enti a servizio del territorio, seppur in ambiti diversi''.
A.Bes.
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