Bosisio: Monsignor Mario Delpini ospite per i sessant'anni de La Nostra Famiglia
L’Arcivescovo Monsignor Mario Delpini ospite de La Nostra Famiglia di Bosisio Parini nell’ambito degli eventi programmati per festeggiare i 60 anni della sede (1963-2023).
Se la luce del sole, in una calda giornata settembrina, trapelava dalle ampie vetrate del settimo padiglione che ha ospitato l’incontro, l’Arcivescovo di Milano ha portato un faro per l’interiorità dei presenti, alle prese con le fatiche e le soddisfazioni quotidiane.
La sua visita è avvenuta in concomitanza con due date molto importanti per l’Associazione e l’Istituto Secolare Piccole Apostole della Carità: il 28 settembre, data della memoria liturgica del Beato Luigi Monza e il 29 settembre, giorno della sua nascita al cielo.
L’incontro, condotto da Laura Baroffio, responsabile regionale della comunicazione interna e della qualità della vita, è stato scandito da diversi momenti, alla presenza di un folto pubblico tra le piccole Apostole della carità, gli operatori dell’istituto, le famiglie, i bambini e le autorità, tra cui i sindaci dei comuni dell’oggionese e i rappresentanti politici locali di Regione Lombardia.
''È un momento per rinnovare l’amicizia tra noi e la chiesa ambrosiana di cui ci sentiamo parte viva – ha dichiarato la presidente de La Nostra Famiglia - Sentiamo di avere la potenzialità di essere un luogo dove restituiamo un’umanità piena''.
Per l’occasione si è esibito il coro La Nostra Famiglia di Bosisio guidato dal maestro Samuele Rigamonti, mentre una maglietta con il logo dell’associazione è stata donata all’Arcivescovo che non ha esitato: l’ha subito indossata, diventando parte dell’associazione che da 60 anni, come recita lo slogan, sta dalla parte dei bambini.
Claudio Milani, insieme ad alcuni ragazzi del Centro di Formazione Professionale, hanno poi raccontato la storia di ''Una di noi. Il viaggio di Isotta a La Nostra Famiglia'', tratto dal testo di Monica Ferrario, una bambina che ha fatto un lungo percorso (15 anni) di cura e riabilitazione in istituto, al quale, una volta diventata grande, ha manifestato riconoscenza, raccogliendo in un libro le emozioni e il vissuto personale.
Attraverso la narrazione di Isotta, la protagonista del racconto è diventata quella di tanti bambini presenti in istituto.
''Oggi Isotta ha 23 anni e guarda al futuro con coraggio e speranza. Entrare alla Nostra Famiglia ti trasforma, ti cambia, ti cura. Il viaggio di Isotta è quello di tutti quelli che entrano: un viaggio dell’anima, nel labirinto delle emozioni'' è il messaggio lanciato ai presenti, mentre un grande telo veniva srotolato dall’ultimo piano del padiglione, a ricordare che ''siamo fatti di tanti colori, tutti diversi''.
È poi seguito un momento di dialogo aperto con l’Arcivescovo: rappresentanti degli operatori, della famiglia, dei bambini, dei ragazzi e delle Piccole Apostole della carità hanno rivolto domande a Monsignor Delpini.
''Come si fa quando si è troppo stanchi o delusi e quando le famiglie hanno troppe pretese? Secondo me bisogna imparare tre arti che non insegnano a scuola: l’arte di riposare, ma ognuno deve sapere come si fa a riposare. Io, per esempio, quando devo andare da un posto all’altro a piedi faccio un giro più lungo. Forse qualcuno conosce l’arte di riposare andando su queste belle montagne, camminando lentamente, in mezzo al bosco'' ha commentato l’Arcivescovo.
''C’è un’altra arte che è quella di pregare: parlare con Gesù per sfogarsi delle proprie delusioni, per domandare di fronte ai problemi di cui non conosciamo soluzione. Infine, l’arte di leggere libri o guardare film che aiutano a sognare, con il suggerimento di imparare a sognare con la testimonianza degli altri''.
Il messaggio finale di Monsignor Delpini: “Questo luogo insegna tanto e ogni giorno dà un messaggio importante al territorio, alla Chiesa diocesana e alla società civile: per conoscere, per capire qualcosa dell'uomo bisogna partire dalla fragilità, non dal progresso”.
La mattinata di festa si è conclusa con una benedizione ecumenica rivolta a tutti da parte dell’Arcivescovo e la profonda gratitudine dei presenti per aver ascoltato parole e riflessioni che possono diventare una linea guida nell’operato quotidiano.
Se la luce del sole, in una calda giornata settembrina, trapelava dalle ampie vetrate del settimo padiglione che ha ospitato l’incontro, l’Arcivescovo di Milano ha portato un faro per l’interiorità dei presenti, alle prese con le fatiche e le soddisfazioni quotidiane.
La sua visita è avvenuta in concomitanza con due date molto importanti per l’Associazione e l’Istituto Secolare Piccole Apostole della Carità: il 28 settembre, data della memoria liturgica del Beato Luigi Monza e il 29 settembre, giorno della sua nascita al cielo.
L’incontro, condotto da Laura Baroffio, responsabile regionale della comunicazione interna e della qualità della vita, è stato scandito da diversi momenti, alla presenza di un folto pubblico tra le piccole Apostole della carità, gli operatori dell’istituto, le famiglie, i bambini e le autorità, tra cui i sindaci dei comuni dell’oggionese e i rappresentanti politici locali di Regione Lombardia.
''È un momento per rinnovare l’amicizia tra noi e la chiesa ambrosiana di cui ci sentiamo parte viva – ha dichiarato la presidente de La Nostra Famiglia - Sentiamo di avere la potenzialità di essere un luogo dove restituiamo un’umanità piena''.
Per l’occasione si è esibito il coro La Nostra Famiglia di Bosisio guidato dal maestro Samuele Rigamonti, mentre una maglietta con il logo dell’associazione è stata donata all’Arcivescovo che non ha esitato: l’ha subito indossata, diventando parte dell’associazione che da 60 anni, come recita lo slogan, sta dalla parte dei bambini.
Claudio Milani, insieme ad alcuni ragazzi del Centro di Formazione Professionale, hanno poi raccontato la storia di ''Una di noi. Il viaggio di Isotta a La Nostra Famiglia'', tratto dal testo di Monica Ferrario, una bambina che ha fatto un lungo percorso (15 anni) di cura e riabilitazione in istituto, al quale, una volta diventata grande, ha manifestato riconoscenza, raccogliendo in un libro le emozioni e il vissuto personale.
Attraverso la narrazione di Isotta, la protagonista del racconto è diventata quella di tanti bambini presenti in istituto.
''Oggi Isotta ha 23 anni e guarda al futuro con coraggio e speranza. Entrare alla Nostra Famiglia ti trasforma, ti cambia, ti cura. Il viaggio di Isotta è quello di tutti quelli che entrano: un viaggio dell’anima, nel labirinto delle emozioni'' è il messaggio lanciato ai presenti, mentre un grande telo veniva srotolato dall’ultimo piano del padiglione, a ricordare che ''siamo fatti di tanti colori, tutti diversi''.
È poi seguito un momento di dialogo aperto con l’Arcivescovo: rappresentanti degli operatori, della famiglia, dei bambini, dei ragazzi e delle Piccole Apostole della carità hanno rivolto domande a Monsignor Delpini.
''Come si fa quando si è troppo stanchi o delusi e quando le famiglie hanno troppe pretese? Secondo me bisogna imparare tre arti che non insegnano a scuola: l’arte di riposare, ma ognuno deve sapere come si fa a riposare. Io, per esempio, quando devo andare da un posto all’altro a piedi faccio un giro più lungo. Forse qualcuno conosce l’arte di riposare andando su queste belle montagne, camminando lentamente, in mezzo al bosco'' ha commentato l’Arcivescovo.
''C’è un’altra arte che è quella di pregare: parlare con Gesù per sfogarsi delle proprie delusioni, per domandare di fronte ai problemi di cui non conosciamo soluzione. Infine, l’arte di leggere libri o guardare film che aiutano a sognare, con il suggerimento di imparare a sognare con la testimonianza degli altri''.
Il messaggio finale di Monsignor Delpini: “Questo luogo insegna tanto e ogni giorno dà un messaggio importante al territorio, alla Chiesa diocesana e alla società civile: per conoscere, per capire qualcosa dell'uomo bisogna partire dalla fragilità, non dal progresso”.
La mattinata di festa si è conclusa con una benedizione ecumenica rivolta a tutti da parte dell’Arcivescovo e la profonda gratitudine dei presenti per aver ascoltato parole e riflessioni che possono diventare una linea guida nell’operato quotidiano.
M.Mau.