Casatenovo: ordinanze non ottemperate? In tribunale la versione dei fratelli Ferrarini

''Non ho mai avuto contatti con il Comune, nè con l'Amministrazione''. Seppur presidente del CdA di Vismara spa nel periodo in cui si sarebbero svolti i fatti per cui è chiamato a rispondere in Tribunale a Lecco, Luca Ferrarini stamani - di fronte al giudice Bianca Maria Bianchi - ha dichiarato di non essersi mai occupato delle questioni attinenti l'ex sede del salumificio di famiglia, la cui sede come noto, si estende nel cuore di Casatenovo.
Eppure l'imprenditore emiliano è chiamato a rispondere di ''inosservanza dei provvedimenti dell'autorita'' secondo quanto previsto dall'articolo 650 del codice penale, a seguito della presunta inottemperanza di ordinanze comunali contingenti ed urgenti in merito alla messa in sicurezza degli immobili casatesi, al centro come noto di un progetto di riqualificazione sino ad oggi mai decollato. 
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Alcune immagini dell'area dismessa ex Vismara, oggetto delle ordinanze comunali

Nel febbraio 2022 il sindaco Filippo Galbiati chiedeva a Vismara spa ed in particolare al suo legale rappresentante, di effettuare interventi a garanzia della pubblica incolumità presso il comparto ormai abbandonato, dove forti raffiche di vento avevano provocato il distaccao di alcune lamiere ed i conseguenti accertamenti da parte di Vigili del Fuoco ed ufficio urbanistica del Comune. La prima ordinanza era stata emessa dall'amministratore il 7 febbraio, ma ritenendo che il privato non avesse ottemperato completamente alle indicazioni contenute nel documento inviato dal Comune, il primo cittadino ne aveva firmato un secondo, chiedendo alla società la messa in sicurezza delle strutture presenti all'interno dell'ex comparto industriale che si estende fra Via Manzoni, Via don Rossi e Via Mameli.
Dalla relazione a firma del responsabile dell'ufficio urbanistica del Comune e da quanto prodotto dal comando dei vigili del fuoco - intervenuti per un primo intervento a seguito delle forti raffiche di vento che avevano provocato il distacco di alcune parti all'interno dell'area dell'ex salumificio - sarebbe infatti emersa la necessità di un'ulteriore azione urgente ed immediata, per la garanzia della pubblica incolumità. L'obiettivo dell'ente era quello di ''prevenire distacchi con pericolose ricadute di lamiere sulle aree limitrofe pubbliche e private''.
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A fronte di presunte inottemperanze da parte della società proprietaria dell'area rispetto a quanto richiesto in forma scritta, era dunque scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica, con un decreto penale di condanna emesso a carico di Luca Ferrarini, che nel luglio 2020 era divenuto presidente della società, carica precedentemente rivestita dal fratello Lucio. Un provvedimento nei confronti del quale l'imprenditore - tramite i propri legali - si è però opposto, con la conseguente apertura di un procedimento a suo carico, incardinato al cospetto del giudice Bianchi, presidente della sezione penale del Foro lecchese.
Stamani l'udienza è entrata nel vivo con l'audizione dei testimoni della difesa. A cominciare dal fratello dell'imputato, Lucio Ferrarini che ha saputo argomentare in maniera decisamente articolata i temi al centro del procedimento, avendo seguito da vicino le questioni inerenti il salumificio casatese, mantenendo per molti anni i rapporti con il Comune in un continuo confronto sul futuro dell'ex sede produttiva.
Dichiarando innanzitutto come il congiunto (Luca appunto, l'imputato ndr) si fosse sempre occupato per l'azienda prevalentemente di questioni commerciali, il teste è tornato con la memoria alle ordinanze emesse dall'ente, precisando come Vismara spa avesse affidato ad un'azienda l'incarico di mettere in sicurezza le lastre pericolanti che sporgevano da uno degli edifici situati nella vasta proprietà. ''Abbiamo operato tempestivamente e in tempi molto brevi'' ha detto, allargando anche il campo ad altri interventi realizzati nel comparto, scenario di svariate incursioni da parte di ignoti, e ricordando altesì il cedimento (nel 2019) dell'intonaco dallo stabile che affaccia su Via Manzoni, anche quello affrontato dall'azienda mediante il posizionamento di reti protettive.
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Tornando alla specifica richiesta contenuta nell'ordinanza, il teste ha ribadito di aver incaricato un'impresa portatasi sul posto con una speciale gru, al fine di raggiungere lo stabile e rimuovere le lamiere sporgenti. Nel suo intervento Ferrarini ha precisato che l'eventuale caduta del materiale avrebbe peraltro interessato l'interno dell'area, vasta 50mila mq e non la sede stradale. In quell'occasione - secondo quanto riferito in Aula dal teste - non tutte le lamiere della torre erano state rimosse, ma solo quelle ritenute pericolanti a seguito di una valutazione compiuta in posto.
Le operazioni condotte in quei giorni avevano peraltro richiesto a Vismara spa l'esborso di circa 50mila euro. 
Nel rispondere alle domande poste dall'avvocato Giulio Garuti, difensore del fratello Luca, il teste ha ricordato l'impegno costante per la messa in sicurezza dell'area, nonostante gli edifici che compongono la stessa siano ritenuti da una decina di anni ''collabenti'', mentre l'obiettivo è quello della cessione della volumetria, dopo la rilocalizzazione dell'azienda, da tempo ormai operativa a Cascina Sant'Anna e all'epoca dei fatti già oggetto di una procedura concordataria.
Lucio Ferrarini ha quindi ricordato i sopralluoghi che ancora oggi si svolgono ogni due settimane per verificare le condizioni delle strutture e gli interventi per migliorare la sicurezza degli accessi, in accordo con Comune, Polizia locale e Carabinieri. Una serie di lavori svolti dalla proprietà che sarebbero stati inseriti un dossier inviato da Vismara spa agli uffici comunali. 
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Una versione sostenuta anche dalla dipendente escussa successivamente in Aula; in servizio presso l'area tecnica del gruppo Ferrarini, la teste stamani ha ricordato l'impegno sempre tempestivo, nel mettere in sicurezza l'area dismessa, ogni qualvolta dal Comune giungeva una segnalazione in tal senso. 
Analoghe le dichiarazioni rese dall'imputato, che ha definito gli interventi presso l'ex sede di Casatenovo ''regolari'' e ''continuativi'' pur non avendoli mai gestiti direttamente.
Concluso l'esame al quale si è sottoposto Luca Ferrarini, il giudice Bianchi ha rinviato l'udienza al prossimo 27 febbraio per sentire l'ultimo testimone della difesa. Si passerà poi alla discussione e infine alla sentenza finale.
G.C.
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