Oggiono: incontro tra scuola e mondo esterno sul futuro
''Futurando'': un gerundio che indica un’azione in divenire, quella di una scuola superiore che, rispondendo alle indicazioni ministeriali, entra in relazione con il mondo esterno dell’impresa, del terzo settore e delle istituzioni, per fare in modo che, attraverso un lavoro sinergico, si possa lavorare sull’unicità dei ragazzi e la loro espressione come individui, al di là delle competenze tecniche.
É stata una mattinata molto ricca quella che si è tenuta quest’oggi, sabato 7 ottobre in Villa Sironi a Oggiono: l’istituto Bachelet ha organizzato un incontro per discutere del Decreto Ministeriale 328 del 22 dicembre 2022 che contiene le ''Linee guida per l’orientamento'', riguardante l'attenzione sulla valenza orientativa del percorso scolastico esplicitando tre importanti traguardi per gli istituti di II grado: rafforzare il raccordo tra il primo e il secondo ciclo di istruzione; diminuire il mismatch esistente tra scuola e realtà socioeconomiche; rafforzare l'apprendimento e la formazione permanente lungo tutto l’arco della vita.
''Ritengo importante esserci a testimonianza della presenza delle scuole davanti a tutti quelli che, in uno sforzo corale, accompagnano i ragazzi verso il futuro'' le parole di Adamo Castelnuovo dell’Ufficio Scolastico Territoriale Provincia di Lecco. ''Riuscire a pensarsi in là nel tempo non è semplice e noi siamo obbligati ad accompagnarli nel loro sviluppo professionale e altresì all’interno della scuola. Sappiamo quanto la scuola ci permetta di conoscerci e, se vogliamo parlare di futuro, non possiamo che partire dal chi siamo. Ci sono realtà più piccole dove c’è una tenuta sociale che nelle grandi città si perde: il contributo delle istituzioni, delle aziende e della scuola è fondamentale. Dobbiamo riuscire a sollecitare le corde dei ragazzi. Non possiamo fare altro che aiutarli, dando uno spettro ampio di attività, a comprendere quali sono le vibrazioni che rappresentano il loro essere nel mondo. Se non riescono a capirlo, sono lavoratori frustrati che noi non vogliamo. Abbiamo la fortuna di vivere in una realtà che offre tanto ai ragazzi: si tratta di trovare un equilibrio per aiutarli. Mi auguro che giornata possa garantire un futuro nel presente ai nostri ragazzi''.
La dirigente scolastica dell’istituto Bachelet ha spiegato il percorso realizzato dalla scuola che sta lavorando per la costruzione di moduli di orientamento a partire dalla classe prima (e non dalla classe terza come prevede il decreto ministeriale). ''La scuola è prioritariamente un ambiente destinato a scoprire l’unicità di ogni ragazzo, quindi dobbiamo far capire che ciascuno di loro è un inedito. Questa è la sfida più importante. Alleniamo i ragazzi per 5-8-13 anni a interrogazioni, verifiche e test ma non al test per eccellenza che è il “conosci te stesso” in termini socratici. Dobbiamo parlare quindi sia a chi ci precede (gli istituti di primo grado), sia alle aziende che alle istituzioni. Dobbiamo capire se quello che stiamo facendo sta andando in una direzione corretta'' ha detto Anna Panzeri.
A tal proposito il primo step è la formazione: un gruppo di 22 docenti la scorsa estate ha seguito un percorso di formazione ministeriale per tutor dell'orientamento al fine di aiutare gli studenti e le studentesse a maturare sempre più una scelta consapevole e ponderata, che valorizzi le potenzialità e i talenti. Il secondo aspetto è la continuità e per questo è stato stabilito che, già a partire dal primo anno, gli studenti avranno un tutor che li accompagnerà nel percorso di consapevolezza. L’orientatore è invece la figura che ha il compito di coordinamento tra le scuola e quello che accade fuori. Il terzo e ultimo aspetto è la prova, ovvero capire concretamente se questa base di lavoro possa essere funzionale ad accompagnare i ragazzi nello scoprire la loro unicità. La dirigente ha concluso focalizzandosi su tre aspetti fondamentali per il lavoro: ''Università nel senso di uni-vertere, ovvero portare gli aspetti dei ragazzi verso la loro unicità; capire non solo cosa faranno da grandi ma anche cosa faranno di grande e, infine, aiutarli a capire che il capolavoro sono loro stessi''.
Questi tre obiettivi a cui guarda l’istituto sono stati meglio esplicitati da Luca Cesana, docente e coordinatore per l’orientamento. ''Oggi il protagonista non è soggetto esterno, ma l’individuo stesso. Non serve reperire informazioni: i ragazzi riescono ad ottenerle velocemente, come vogliono. L’orientamento è porsi la domanda corretta - ha affermato - I ragazzi devono aumentare il potere e il controllo sulla propria vita. Sono i ragazzi che devono avere questa consapevolezza perché la vita è crescita e prevede il cambiamento''.
Per guardare al futuro dal presente è fondamentale un curricolo verticale, da costruire territorialmente e con l’integrazione tra pubblico e privato. La scuola poi deve recuperare la cultura e il valore del lavoro e valorizzare la funzione orientativa delle discipline con la didattica orientativa, in base alla quale non si insegna la disciplina ma con la disciplina. Infine, occorre studiare i framework europei cogliendo l’anima pedagogica: da qui l’istituto Bachelet ha estratto oltre 50 competenze. Ha concluso il professor Cesana: ''Non credo nell’alternanza scuola-lavoro ma nel dialogo scuola-lavoro. I due mondi rimangono differenti ma il linguaggio usato deve essere il medesimo. Lo sguardo è quello di un progetto, una mission''.
Sono poi intervenuti due giovani ragazzi che hanno raccontato la loro esperienza formativa all’interno di una realtà aziendale: “Quello che ho apprezzato della mia esperienza è stata la grande autonomia che mi è stata data. Questo mi ha permesso di fare orientamento: ho cambiato più volte idea, ma questo percorso mi ha fatto dire che volevo studiare programmazione perché ho potuto mettere in campo i progetti per un obiettivo, che ha un’utilità e viene usato ancora oggi nell’azienda” ha detto Simone Pellegatta, ex studente al primo anno di ingegneria informatica al Politecnico di Milano.
''Ho imparato che bisogna chiedere aiuto ai più grandi che mi hanno insegnato la mansione e la gestione del tempo perchè dopo la scuola andavo a fare il tirocinio e la sera studiavo per il giorno dopo'' le parole di Melina Koci, studentessa al quinto anno del liceo scienze applicate.
É seguito poi un ampio intervento, in forma di dialogo aperto, introdotto da Giuseppe Conti, imprenditore di una realtà con 110 dipendenti. ''Dobbiamo pensare che tutta la società deve andare in un’unica direzione, quella della crescita nazionale. Con questi docenti abbiamo una certezza: attraverso la formazione scolastica adatta, sposiamo l’ottavo goal dell’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, ovvero un lavoro dignitoso. Quanto questa scuola sta costruendo e rendendo disponibile al territorio oggionese? Quanto il terziario ha bisogno di esseri umani capaci? Se ci fosse questa unione tra scuola e aziende, ci sarà resa ed efficacia. Non è l’IT fine a se stessa, ma è l’assistenza che ha bisogno di un compagno''.
Sono poi intervenuti altri rappresentanti del mondo imprenditoriale, tra cui Marta Rota della Varo Group di Valmadrera, che si occupa di education per Confindustria. 'Gli studenti che ci arrivano per il tirocinio sono manna dal cielo: capisco che hanno sete e questo mi fa capire che dobbiamo insegnare loro''. Questo pensiero è stato condiviso anche da parte dell’amministrazione pubblica. ''Sono rimasta colpita dall’intraprendenza che ho riconosciuto nei vostri ragazzi che fanno il tirocinio - ha detto il sindaco di Costa Masnaga, Sabina Panzeri - Al di là di dare loro un posto accogliente, diamo loro la capacità di risolvere i problemi in autonomia: dobbiamo mettere i ragazzi nelle condizioni idi sperimentare da soli quello che hanno dentro, altrimenti non capiscono l’importanza del mettersi a disposizione''.
Pierina Lucia Montella, neo dirigente dell’istituto comprensivo di Oggiono, ha commentato: ''Non abbiamo vasi da riempire, ma fuochi da accendere. Facciamo questo, lavorando sulle competenze come capacità di agire in maniera autonoma e consapevole. Poi doniamo questi ragazzi al ciclo successivo per affinare le loro competenze, secondo le loro propensioni''.
La mattinata è proseguita con un lavoro di gruppo che è stato poi condiviso in un tavolo finale che ha permesso di comprendere in che modo scuola e mondo esterno possano lavorare affinché i ragazzi affinino le competenze necessarie per affrontare il loro futuro professionale, a partire in primo luogo da una scoperta di se stessi.
É stata una mattinata molto ricca quella che si è tenuta quest’oggi, sabato 7 ottobre in Villa Sironi a Oggiono: l’istituto Bachelet ha organizzato un incontro per discutere del Decreto Ministeriale 328 del 22 dicembre 2022 che contiene le ''Linee guida per l’orientamento'', riguardante l'attenzione sulla valenza orientativa del percorso scolastico esplicitando tre importanti traguardi per gli istituti di II grado: rafforzare il raccordo tra il primo e il secondo ciclo di istruzione; diminuire il mismatch esistente tra scuola e realtà socioeconomiche; rafforzare l'apprendimento e la formazione permanente lungo tutto l’arco della vita.
''Ritengo importante esserci a testimonianza della presenza delle scuole davanti a tutti quelli che, in uno sforzo corale, accompagnano i ragazzi verso il futuro'' le parole di Adamo Castelnuovo dell’Ufficio Scolastico Territoriale Provincia di Lecco. ''Riuscire a pensarsi in là nel tempo non è semplice e noi siamo obbligati ad accompagnarli nel loro sviluppo professionale e altresì all’interno della scuola. Sappiamo quanto la scuola ci permetta di conoscerci e, se vogliamo parlare di futuro, non possiamo che partire dal chi siamo. Ci sono realtà più piccole dove c’è una tenuta sociale che nelle grandi città si perde: il contributo delle istituzioni, delle aziende e della scuola è fondamentale. Dobbiamo riuscire a sollecitare le corde dei ragazzi. Non possiamo fare altro che aiutarli, dando uno spettro ampio di attività, a comprendere quali sono le vibrazioni che rappresentano il loro essere nel mondo. Se non riescono a capirlo, sono lavoratori frustrati che noi non vogliamo. Abbiamo la fortuna di vivere in una realtà che offre tanto ai ragazzi: si tratta di trovare un equilibrio per aiutarli. Mi auguro che giornata possa garantire un futuro nel presente ai nostri ragazzi''.
La dirigente scolastica dell’istituto Bachelet ha spiegato il percorso realizzato dalla scuola che sta lavorando per la costruzione di moduli di orientamento a partire dalla classe prima (e non dalla classe terza come prevede il decreto ministeriale). ''La scuola è prioritariamente un ambiente destinato a scoprire l’unicità di ogni ragazzo, quindi dobbiamo far capire che ciascuno di loro è un inedito. Questa è la sfida più importante. Alleniamo i ragazzi per 5-8-13 anni a interrogazioni, verifiche e test ma non al test per eccellenza che è il “conosci te stesso” in termini socratici. Dobbiamo parlare quindi sia a chi ci precede (gli istituti di primo grado), sia alle aziende che alle istituzioni. Dobbiamo capire se quello che stiamo facendo sta andando in una direzione corretta'' ha detto Anna Panzeri.
A tal proposito il primo step è la formazione: un gruppo di 22 docenti la scorsa estate ha seguito un percorso di formazione ministeriale per tutor dell'orientamento al fine di aiutare gli studenti e le studentesse a maturare sempre più una scelta consapevole e ponderata, che valorizzi le potenzialità e i talenti. Il secondo aspetto è la continuità e per questo è stato stabilito che, già a partire dal primo anno, gli studenti avranno un tutor che li accompagnerà nel percorso di consapevolezza. L’orientatore è invece la figura che ha il compito di coordinamento tra le scuola e quello che accade fuori. Il terzo e ultimo aspetto è la prova, ovvero capire concretamente se questa base di lavoro possa essere funzionale ad accompagnare i ragazzi nello scoprire la loro unicità. La dirigente ha concluso focalizzandosi su tre aspetti fondamentali per il lavoro: ''Università nel senso di uni-vertere, ovvero portare gli aspetti dei ragazzi verso la loro unicità; capire non solo cosa faranno da grandi ma anche cosa faranno di grande e, infine, aiutarli a capire che il capolavoro sono loro stessi''.
Questi tre obiettivi a cui guarda l’istituto sono stati meglio esplicitati da Luca Cesana, docente e coordinatore per l’orientamento. ''Oggi il protagonista non è soggetto esterno, ma l’individuo stesso. Non serve reperire informazioni: i ragazzi riescono ad ottenerle velocemente, come vogliono. L’orientamento è porsi la domanda corretta - ha affermato - I ragazzi devono aumentare il potere e il controllo sulla propria vita. Sono i ragazzi che devono avere questa consapevolezza perché la vita è crescita e prevede il cambiamento''.
Per guardare al futuro dal presente è fondamentale un curricolo verticale, da costruire territorialmente e con l’integrazione tra pubblico e privato. La scuola poi deve recuperare la cultura e il valore del lavoro e valorizzare la funzione orientativa delle discipline con la didattica orientativa, in base alla quale non si insegna la disciplina ma con la disciplina. Infine, occorre studiare i framework europei cogliendo l’anima pedagogica: da qui l’istituto Bachelet ha estratto oltre 50 competenze. Ha concluso il professor Cesana: ''Non credo nell’alternanza scuola-lavoro ma nel dialogo scuola-lavoro. I due mondi rimangono differenti ma il linguaggio usato deve essere il medesimo. Lo sguardo è quello di un progetto, una mission''.
Sono poi intervenuti due giovani ragazzi che hanno raccontato la loro esperienza formativa all’interno di una realtà aziendale: “Quello che ho apprezzato della mia esperienza è stata la grande autonomia che mi è stata data. Questo mi ha permesso di fare orientamento: ho cambiato più volte idea, ma questo percorso mi ha fatto dire che volevo studiare programmazione perché ho potuto mettere in campo i progetti per un obiettivo, che ha un’utilità e viene usato ancora oggi nell’azienda” ha detto Simone Pellegatta, ex studente al primo anno di ingegneria informatica al Politecnico di Milano.
''Ho imparato che bisogna chiedere aiuto ai più grandi che mi hanno insegnato la mansione e la gestione del tempo perchè dopo la scuola andavo a fare il tirocinio e la sera studiavo per il giorno dopo'' le parole di Melina Koci, studentessa al quinto anno del liceo scienze applicate.
É seguito poi un ampio intervento, in forma di dialogo aperto, introdotto da Giuseppe Conti, imprenditore di una realtà con 110 dipendenti. ''Dobbiamo pensare che tutta la società deve andare in un’unica direzione, quella della crescita nazionale. Con questi docenti abbiamo una certezza: attraverso la formazione scolastica adatta, sposiamo l’ottavo goal dell’agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, ovvero un lavoro dignitoso. Quanto questa scuola sta costruendo e rendendo disponibile al territorio oggionese? Quanto il terziario ha bisogno di esseri umani capaci? Se ci fosse questa unione tra scuola e aziende, ci sarà resa ed efficacia. Non è l’IT fine a se stessa, ma è l’assistenza che ha bisogno di un compagno''.
Sono poi intervenuti altri rappresentanti del mondo imprenditoriale, tra cui Marta Rota della Varo Group di Valmadrera, che si occupa di education per Confindustria. 'Gli studenti che ci arrivano per il tirocinio sono manna dal cielo: capisco che hanno sete e questo mi fa capire che dobbiamo insegnare loro''. Questo pensiero è stato condiviso anche da parte dell’amministrazione pubblica. ''Sono rimasta colpita dall’intraprendenza che ho riconosciuto nei vostri ragazzi che fanno il tirocinio - ha detto il sindaco di Costa Masnaga, Sabina Panzeri - Al di là di dare loro un posto accogliente, diamo loro la capacità di risolvere i problemi in autonomia: dobbiamo mettere i ragazzi nelle condizioni idi sperimentare da soli quello che hanno dentro, altrimenti non capiscono l’importanza del mettersi a disposizione''.
Pierina Lucia Montella, neo dirigente dell’istituto comprensivo di Oggiono, ha commentato: ''Non abbiamo vasi da riempire, ma fuochi da accendere. Facciamo questo, lavorando sulle competenze come capacità di agire in maniera autonoma e consapevole. Poi doniamo questi ragazzi al ciclo successivo per affinare le loro competenze, secondo le loro propensioni''.
La mattinata è proseguita con un lavoro di gruppo che è stato poi condiviso in un tavolo finale che ha permesso di comprendere in che modo scuola e mondo esterno possano lavorare affinché i ragazzi affinino le competenze necessarie per affrontare il loro futuro professionale, a partire in primo luogo da una scoperta di se stessi.
Michela Mauri