Missaglia saluta Luciano Beretta, vittima del lavoro, in una chiesa gremita. ''Del bene che ha dato, non si perde nulla''

L'amore per la famiglia, l'attaccamento al lavoro e al sociale, la grande fede. Se ci fosse la possibilità di disegnare un quadro con protagonista Luciano Beretta, probabilmente le pennellate riporterebbero sulla tela queste caratteristiche.
Era davvero gremita nel pomeriggio di oggi la basilica missagliese di San Vittore, in occasione delle esequie del 56enne volontario, morto per le conseguenze di un infortunio verificatosi presso la ditta Novatex di Oggiono. Trasportato in ospedale in codice rosso lo scorso giovedì, Beretta si è spento un paio di giorni più tardi lasciando un grande vuoto dietro di sè.
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Attivissimo nel mondo del volontariato - presidente dell'associazione pescatori, vicino a Il Girasole di Dolzago e impegnato tempo fa anche in oratorio - fino all'ultimo istante ha confermato l'attenzione verso il prossimo che ha caratterizzato la sua esistenza, donando i propri organi. Non era causale a questo proposito la presenza dei soci dell'Aido accanto all'altare, così come quella del labaro dell'Avis, altra realtà alla quale era legato. 
A sottolineare tutta questa ricchezza è stato don Emanuele Colombo, oggi parroco ad Olgiate ma a lungo responsabile della pastorale giovanile a Missaglia che ha concelebrato la funzione insieme al parroco don Carlo Pirotta e a don Agostino Frasson dei guanelliani. 
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Nell'omelia pronunciata dal pulpito, il sacerdote ha infatti invitato l'assemblea ''a non celebrare la morte di Luciano'' poichè ''non finisce tutto oggi, con la sua scomparsa''. ''Di tutto il bene che ha dato non si perde nulla'' ha aggiunto don Emanuele, ricordando le tante serate trascorse ad organizzare momenti conviviali in oratorio, l'impegno in cucina e la passione per la pesca. Il 56enne insomma, non ha vissuto la vita pensando a se stesso, ma donando carità; quella che nonostante tutto resta.
Impossibile tuttavia non porsi delle domande, ''una valanga'' come ha detto il parroco olgiatese, dopo quello che gli è successo. Le risposte tuttavia non si trovano ''mettendo Dio sul banco degli imputati, come se fosse un avversario'', piuttosto nella preghiera intima con lui.
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Per rendere più concreto questo messaggio il sacerdote ha utilizzato l'immagine tratta dalla sceneggiatura di una serie, con Giobbe che discute animatamente con il Signore e gli pone delle domande, in un dialogo intimo, fatto di una confidenza sincera. ''Non possiamo che sperare che anche Luciano ora goda di questa familiarità'' ha detto, ricordando il sorriso e la battuta pronta, tratti che caratterizzavano il carattere dell'amico. ''Lui può sperimentare tutto questo e anche noi, di riflesso''. 
Una vita spesa per gli altri, ma anche e soprattutto per la sua famiglia: per la figlia Laura, per la moglie Grazia, per mamma Adelaide e per i fratelli. Per tutti loro sono giorni durissimi, fatti di dolore e pieni di lacrime, nel ricordo del sorriso del proprio congiunto la cui mancanza si è fatta sentire da subito. 
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''Non riesco a credere che te ne sei andato senza salutarmi. La casa è più silenziosa senza di te che la riempivi di gioia'' ha detto a questo proposito Laura Beretta, ricordando come - seppure fra mille passioni - il papà riuscisse a trovare tempo da dedicare a lei e alla moglie. ''Resta sempre accanto a noi'' ha aggiunto la figlia fra le lacrime, ricordando anche gli occhi verdi e sinceri dell'amato genitore, oltre che il carattere scherzoso, altri tratti che lo rendevano unico.
Prima che la liturgia volgesse al termine anche gli amici pescatori hanno dato lettura di un messaggio, riportando alla mente i tanti momenti condivisi insieme, così come l'amico Manlio Colombo. ''Voglio ricordarti anche silenzioso e assorto nella preghiera'' le sue parole, pronunciate nel condividere ad alta voce l'immagine di Luciano seduto davanti alla croce e chiedendogli di pregare per la famiglia e in particolare per la moglie Grazia.
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Don Agostino Frasson invece, ha letto un lungo pensiero a firma di Natale Castagna, patron della Novatex, la ditta oggionese dove purtroppo si è consumata la tragedia che ha spezzato la vita del missagliese. L'imprenditore ha ricordato il dipendente e amico avvalendosi di cinque scenari: la fedeltà nei confronti dell'azienda, il sorriso indelebile che illuminava il suo volto, lo stupore che manifestava anche nell'apprendere cose nuove, l'amore per la famiglia, per il sociale, per il lavoro e per la vita e infine la fede. ''Aiutaci a credere che quanto accaduto sia frutto di un disegno superiore: noi siamo deboli e non lo comprendiamo'' ha aggiunto Castagna nel suo scritto, assicurando la vicinanza alla sua famiglia. ''Novatex non dimentica: tu invece, aiutaci a manutenere la nostre vite''.
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La preghiera del donatore pronunciata dai volontari di Aido è stato un ultimo tassello di una liturgia fatta di una partecipazione sincera e di commozione. E in alcuni casi anche il viso di chi in fondo non conosceva il 56enne così bene, è stato bagnato da qualche lacrima.
G.C.
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