Colle B.za: il WWF attende il via libera del Comune per salvare il gambero di fiume autoctono
Anche il WWF Lecco scende in campo a tutela del gambero di fiume autoctono che popola il torrente Bevera, a Colle Brianza. ''La situazione è davvero grave. La specie rischia di scomparire a causa della presenza di peste del gambero. Abbiamo allertato il Comune con una PEC in cui spiegavamo dettagliatamente sia il problema sia la possibile soluzione, ma senza finora ricevere l’autorizzazione a procedere. Si tratta di un intervento semplice e poco impattante dal punto di vista ambientale, che consentirebbe però il salvataggio di centinaia di esemplari di gamberi'' fa sapere Giovanna Corti, presidente del WWF Lecco. ''Ci siamo offerti di sostenere i costi dell’intervento, nonché di provvedere al montaggio delle barriere e al conseguente smontaggio, quando l’emergenza sarà passata. Il silenzio da parte delle autorità continua però ad essere assordante e il ritardo dovuto alla burocrazia sta costando la vita a centinaia di gamberi, quando un intervento tempestivo avrebbe consentito – e consentirebbe ancora – di evitare questo disastro. Ma il tempo sta per scadere''.
Il tema era già sollevato negli scorsi giorni dal Comitato Bevere. La popolazione di gambero di fiume in questione (austropotamobius pallipes) è una delle ultime abbondanti e ben strutturate dell’intera provincia di Lecco. L’attuale moria - a detta delle associazioni ambientaliste - rischia di cancellare un patrimonio ecologico e genetico determinante per la sopravvivenza della specie a livello provinciale e anche regionale. La perdita poi di una così elevata biomassa di organismi che, come i gamberi di fiume, svolgono un fondamentale ruolo di ricircolo dei nutrienti all’interno del corso d’acqua, potrebbe determinare uno stravolgimento dell’intera funzionalità ecologica del torrente stesso.
La barriera sarebbe costruita su un modello già sperimentato per un intervento simile effettuato nel Cantone di Berna dall’FHNW University of Applied Sciences and Arts Northwestern Switzerland e consentirebbe, appunto, di separare i gamberi già malati da quelli ancora sani, preservando questi ultimi e la specie. I lavori sarebbero poi coordinati dal dottor Raoul Manenti, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano, oltre che consigliere di WWF Lecco.
''Per sostenere i costi degli interventi abbiamo avviato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme a cui chiunque può partecipare (Salviamo il Gambero di fiume)'' ha spiegato Stefania Berna, vicepresidente di WWF Lecco.
Secondo i volontari del sodalizio lecchese, il gambero di fiume autoctono austropotamobius pallipes è una specie protetta, in quanto a rischio di estinzione. Inoltre, è indicata dalla Direttiva 92/43/CEE ''Habitat'' (Allegato II e Allegato IV) come specie di interesse comunitario per la quale devono essere adottate misure speciali di conservazione. La specie compare anche nell’elenco previsto dalla Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 ''Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea''.
Anche ARPA Lombardia ha ribadito l’urgenza nel porre in atto tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del fungo patogeno aphanomyces astaci tra i popolamenti di gamberi rimasti nei tratti di monte dei corpi idrici indicati nonché la diffusione in altri corpi idrici.
''Restiamo in attesa delle autorizzazioni da parte del Comune di Colle Brianza; autorizzazioni che ci auguriamo arrivino nel più breve tempo possibile, onde evitare che l’ecosistema venga irrimediabilmente compromesso'' ha concluso la presidente Corti.
La palla a questo punto passa alle autorità: ambientalisti e cittadini, ma soprattutto i gamberi superstiti, attendono risposte.
Il tema era già sollevato negli scorsi giorni dal Comitato Bevere. La popolazione di gambero di fiume in questione (austropotamobius pallipes) è una delle ultime abbondanti e ben strutturate dell’intera provincia di Lecco. L’attuale moria - a detta delle associazioni ambientaliste - rischia di cancellare un patrimonio ecologico e genetico determinante per la sopravvivenza della specie a livello provinciale e anche regionale. La perdita poi di una così elevata biomassa di organismi che, come i gamberi di fiume, svolgono un fondamentale ruolo di ricircolo dei nutrienti all’interno del corso d’acqua, potrebbe determinare uno stravolgimento dell’intera funzionalità ecologica del torrente stesso.
La barriera sarebbe costruita su un modello già sperimentato per un intervento simile effettuato nel Cantone di Berna dall’FHNW University of Applied Sciences and Arts Northwestern Switzerland e consentirebbe, appunto, di separare i gamberi già malati da quelli ancora sani, preservando questi ultimi e la specie. I lavori sarebbero poi coordinati dal dottor Raoul Manenti, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano, oltre che consigliere di WWF Lecco.
''Per sostenere i costi degli interventi abbiamo avviato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme a cui chiunque può partecipare (Salviamo il Gambero di fiume)'' ha spiegato Stefania Berna, vicepresidente di WWF Lecco.
Secondo i volontari del sodalizio lecchese, il gambero di fiume autoctono austropotamobius pallipes è una specie protetta, in quanto a rischio di estinzione. Inoltre, è indicata dalla Direttiva 92/43/CEE ''Habitat'' (Allegato II e Allegato IV) come specie di interesse comunitario per la quale devono essere adottate misure speciali di conservazione. La specie compare anche nell’elenco previsto dalla Legge Regionale 31 marzo 2008, n. 10 ''Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea''.
Anche ARPA Lombardia ha ribadito l’urgenza nel porre in atto tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del fungo patogeno aphanomyces astaci tra i popolamenti di gamberi rimasti nei tratti di monte dei corpi idrici indicati nonché la diffusione in altri corpi idrici.
''Restiamo in attesa delle autorizzazioni da parte del Comune di Colle Brianza; autorizzazioni che ci auguriamo arrivino nel più breve tempo possibile, onde evitare che l’ecosistema venga irrimediabilmente compromesso'' ha concluso la presidente Corti.
La palla a questo punto passa alle autorità: ambientalisti e cittadini, ma soprattutto i gamberi superstiti, attendono risposte.