Barzanò: un 4 Novembre dedicato alla pace e al dialogo
''Siamo qui a pregare perché ci possa essere pace in questo mondo martoriato da molte guerre''. Sono le parole con cui il parroco don Renato Cameroni ha aperto le celebrazioni ufficiali del 4 Novembre a Barzanò.
La cerimonia, svoltasi per commemorare il Giorno dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, è iniziata, di prima mattina, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Vito di fronte al monumento che commemora i caduti barzanesi nelle due guerre mondiali.
La pace richiamata da don Cameroni è stata al centro di tutti i discorsi e di tutte le riflessioni da parte delle autorità. A partire dalle parole del sindaco Gualtiero Chiricò. Deposta la corona di alloro ai piedi della stele su cui cappeggia la scritta ''Dio e Patria'', il primo cittadino ha spiegato: ''Il 4 Novembre ricordiamo i caduti della Grande Guerra che hanno portato all’unità nazionale e con loro ricordiamo le forze armate. In un periodo in cui è complicato trovare parole e spiegare cosa voglia dire la pace mentre le guerre sembrano aumentare''.
Spiegando come la situazione contingente sia caratterizzata dalla ricomparsa di conflitti e guerre Chiricò ha sottolineato l’importanza di compiere uno ''sforzo'' per riflettere sull’importanza della pace, ricordando anche come si debba ''ringraziare'' in modo ''continuo e quotidiano'' coloro che ''ci hanno permesso di essere qui, in una Repubblica'' e coloro che ''si spendono per la pace''.
''La pace è apertura, essere aperti al dialogo, esser disposti ad ascoltare'' ha spiegato Chiricò ricordando come la ''pace'' non sia solo un concetto universale ma, anche un qualcosa che deve trovare spazio nel quotidiano. ''Siate aperti al dialogo, il dialogo e l’ascolto sono i primi punti di forza per poter costruire la pace'' ha spiegato il sindaco rivolgendosi ai presenti e, in modo particolare, ai bambini e alle bambine della scuola primaria che hanno partecipato attivamente alla cerimonia.
Ad introdurre e spiegare la presenza degli alunni è stata la dirigente scolastica Viviana Patricelli. ''Sappiamo che in tempo di guerra il legame con la vita è fragile, e si può spezzare in ogni momento'' ha esordito Patricelli proseguendo: ''Ai nostri allievi abbiamo chiesto di riflettere sull’importanza della storia e non dimenticare. Il nostro presente è possibile grazie a chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. […] Oggi, in cui la guerra dovrebbe essere solo un ricordo, invece, è ancora protagonista nel nostro quotidiano''.
È stata proprio una bambina della scuola primaria a introdurre il pensiero che ha guidato la riflessione svolta dagli alunni in occasione di questa cerimonia. ''Questa celebrazione – ha spiegato la giovane alunna - non serve per ricordare una vittoria ma, per esaltare il valore della pace e il sacrificio di tutti coloro che hanno dato la vita per vivere in un mondo pacifico''.
Subito dopo, un’altra alunna ha ricordato ai presenti il significato della campana Maria Dolens, installata sul colle di Miravalle a Rovereto. ''È stata realizzata nel 1924 con il bronzo fuso dei cannoni, uno per ogni nazione, utilizzati durante la prima guerra mondiale'' ha spiegato la giovane allieva proseguendo: ''Da quasi cent’anni questa campana ogni sera suona cento rintocchi per ricordare i caduti di tutte le guerre, senza distinzioni, inviando a tutti i vivente il suo monito di pace universale''.
I ragazzi e le ragazze hanno poi letto i loro personali messaggi di pace, esattamente come fanno gli studenti che, ogni anno, in occasione del Congresso dei Ragazzi alla Campana dei Caduti di Rovereto, si ritrovano sul Colle di Miravalle e inviano i loro messaggi al Presidente della Repubblica.
Terminati i loro interventi, i bambini e le bambine hanno intonato le parole della canzone ''La Guerra di Piero'' di Fabrizio de André.
Il corteo della autorità e dei cittadini si è successivamente trasferito presso il Parco delle Rimembranze dove si è svolto l’alzabandiera e gli stessi studenti hanno intonato l’inno d’Italia.
Sotto ogni epigrafe che ricorda i singoli soldati di Barzanò caduti durante le guerre sono stati posti dei mazzi di fiori. Alla deposizione della corona di alloro ai piedi del monumento ai caduti ha fatto seguito un momento di silenzio, alla presenza del sindaco Chiricò.
Una seconda corona è stata deposta ai piedi del monumento dedicato al ricordo del sacrificio degli alpini.
La cerimonia, svoltasi per commemorare il Giorno dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, è iniziata, di prima mattina, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Vito di fronte al monumento che commemora i caduti barzanesi nelle due guerre mondiali.
La pace richiamata da don Cameroni è stata al centro di tutti i discorsi e di tutte le riflessioni da parte delle autorità. A partire dalle parole del sindaco Gualtiero Chiricò. Deposta la corona di alloro ai piedi della stele su cui cappeggia la scritta ''Dio e Patria'', il primo cittadino ha spiegato: ''Il 4 Novembre ricordiamo i caduti della Grande Guerra che hanno portato all’unità nazionale e con loro ricordiamo le forze armate. In un periodo in cui è complicato trovare parole e spiegare cosa voglia dire la pace mentre le guerre sembrano aumentare''.
Spiegando come la situazione contingente sia caratterizzata dalla ricomparsa di conflitti e guerre Chiricò ha sottolineato l’importanza di compiere uno ''sforzo'' per riflettere sull’importanza della pace, ricordando anche come si debba ''ringraziare'' in modo ''continuo e quotidiano'' coloro che ''ci hanno permesso di essere qui, in una Repubblica'' e coloro che ''si spendono per la pace''.
''La pace è apertura, essere aperti al dialogo, esser disposti ad ascoltare'' ha spiegato Chiricò ricordando come la ''pace'' non sia solo un concetto universale ma, anche un qualcosa che deve trovare spazio nel quotidiano. ''Siate aperti al dialogo, il dialogo e l’ascolto sono i primi punti di forza per poter costruire la pace'' ha spiegato il sindaco rivolgendosi ai presenti e, in modo particolare, ai bambini e alle bambine della scuola primaria che hanno partecipato attivamente alla cerimonia.
Ad introdurre e spiegare la presenza degli alunni è stata la dirigente scolastica Viviana Patricelli. ''Sappiamo che in tempo di guerra il legame con la vita è fragile, e si può spezzare in ogni momento'' ha esordito Patricelli proseguendo: ''Ai nostri allievi abbiamo chiesto di riflettere sull’importanza della storia e non dimenticare. Il nostro presente è possibile grazie a chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà. […] Oggi, in cui la guerra dovrebbe essere solo un ricordo, invece, è ancora protagonista nel nostro quotidiano''.
È stata proprio una bambina della scuola primaria a introdurre il pensiero che ha guidato la riflessione svolta dagli alunni in occasione di questa cerimonia. ''Questa celebrazione – ha spiegato la giovane alunna - non serve per ricordare una vittoria ma, per esaltare il valore della pace e il sacrificio di tutti coloro che hanno dato la vita per vivere in un mondo pacifico''.
Subito dopo, un’altra alunna ha ricordato ai presenti il significato della campana Maria Dolens, installata sul colle di Miravalle a Rovereto. ''È stata realizzata nel 1924 con il bronzo fuso dei cannoni, uno per ogni nazione, utilizzati durante la prima guerra mondiale'' ha spiegato la giovane allieva proseguendo: ''Da quasi cent’anni questa campana ogni sera suona cento rintocchi per ricordare i caduti di tutte le guerre, senza distinzioni, inviando a tutti i vivente il suo monito di pace universale''.
I ragazzi e le ragazze hanno poi letto i loro personali messaggi di pace, esattamente come fanno gli studenti che, ogni anno, in occasione del Congresso dei Ragazzi alla Campana dei Caduti di Rovereto, si ritrovano sul Colle di Miravalle e inviano i loro messaggi al Presidente della Repubblica.
Terminati i loro interventi, i bambini e le bambine hanno intonato le parole della canzone ''La Guerra di Piero'' di Fabrizio de André.
Il corteo della autorità e dei cittadini si è successivamente trasferito presso il Parco delle Rimembranze dove si è svolto l’alzabandiera e gli stessi studenti hanno intonato l’inno d’Italia.
Sotto ogni epigrafe che ricorda i singoli soldati di Barzanò caduti durante le guerre sono stati posti dei mazzi di fiori. Alla deposizione della corona di alloro ai piedi del monumento ai caduti ha fatto seguito un momento di silenzio, alla presenza del sindaco Chiricò.
Una seconda corona è stata deposta ai piedi del monumento dedicato al ricordo del sacrificio degli alpini.
L.A.