Cesana, 4 Novembre: riflessioni sulla guerra
Celebrazione del 105esimo dell’unità Nazionale della giornata delle forze armate a Cesana Brianza e Suello. I due comuni da tempo festeggiano insieme la data del 4 novembre, ospitando la cerimonia ad anni alternati. Con la collaborazione con il gruppo Alpini e il corpo musicale san Fermo di Cesana, le due amministrazioni si sono ritrovate nel pomeriggio 4 novembre al cimitero dei caduti di Suello alle 16.30.
Da qui è partito il corteo che, dopo la sosta al cimitero, ha raggiunto il parco delle Rimembranze di Cesana Brianza, dove è avvenuta la deposizione della corona di alloro e il discorso delle autorità.
“Nel preparare questo mio intervento e ripercorrendo seppur in forma semplificata il contesto storico dell'epoca, ho trovato però molte analogie con attuali situazioni geopolitiche – ha detto il sindaco di Cesana Brianza, Luisa Airoldi - Situazioni che hanno riportato lo scoppio di una guerra in Europa ma anche di polveriere che da tempo stanno covando dall'altra parte del mondo. Prima che si giunga ad una terza, e non potendo ignorare il particolare contesto storico nel quale ci troviamo, ritengo sia obbligo contestualizzare gli errori che hanno portato alla prima guerra mondiale affinché ci si possa ancora fermare. Dai documenti dell'epoca si evince che partecipare alla guerra erano necessarie: la ricchezza, il dominio e il predominio, l'ottenimento di Trento, Bolzano e Trieste al fine di completare l'Unità Nazionale, avere la padronanza dell'Adriatico e l'incremento del Mediterraneo, avere l'influenza nei Balcani e aumentare la nostra espansione verso Levante. L’Italia tesse quindi contatti con entrambi gli schieramenti per capire da chi avrebbe ottenuto maggiori compensi. I soldati italiani combatterono nelle trincee delle montagne del Trentino, del Carso, delle Alpi Giulie per liberare quelle terre dagli austriaci e completare l'Unità Nazionale. La guerra finì l'11 novembre del 1918. Dopo quattro anni di guerra si contarono 16 milioni di morti e di 20 milioni di feriti e mutilati tra militari e civili”.
Purtroppo, come ha riflettuto il primo cittadino, dopo oltre cent’anni, assistiamo ancora alla presenza di guerre nel mondo. “Oggi, guardando non solo alla guerra in Ucraina che continua ad imperversare nel cuore dell'Europa, a cui si aggiunge ora la guerra tra Israeliani e Palestinesi, le motivazioni o pseudo giustificazioni che portano gli uomini a farsi la guerra sono sempre le stesse. Forse perché in realtà l’animo dell'essere umano, nonostante il passare degli anni e dei secoli, non è cambiato? Concludo ripetendo quando affermato all'inizio: prima che tutto degeneri siamo ancora in tempo per imparare dagli errori commessi nel passato”.
Da qui è partito il corteo che, dopo la sosta al cimitero, ha raggiunto il parco delle Rimembranze di Cesana Brianza, dove è avvenuta la deposizione della corona di alloro e il discorso delle autorità.
“Nel preparare questo mio intervento e ripercorrendo seppur in forma semplificata il contesto storico dell'epoca, ho trovato però molte analogie con attuali situazioni geopolitiche – ha detto il sindaco di Cesana Brianza, Luisa Airoldi - Situazioni che hanno riportato lo scoppio di una guerra in Europa ma anche di polveriere che da tempo stanno covando dall'altra parte del mondo. Prima che si giunga ad una terza, e non potendo ignorare il particolare contesto storico nel quale ci troviamo, ritengo sia obbligo contestualizzare gli errori che hanno portato alla prima guerra mondiale affinché ci si possa ancora fermare. Dai documenti dell'epoca si evince che partecipare alla guerra erano necessarie: la ricchezza, il dominio e il predominio, l'ottenimento di Trento, Bolzano e Trieste al fine di completare l'Unità Nazionale, avere la padronanza dell'Adriatico e l'incremento del Mediterraneo, avere l'influenza nei Balcani e aumentare la nostra espansione verso Levante. L’Italia tesse quindi contatti con entrambi gli schieramenti per capire da chi avrebbe ottenuto maggiori compensi. I soldati italiani combatterono nelle trincee delle montagne del Trentino, del Carso, delle Alpi Giulie per liberare quelle terre dagli austriaci e completare l'Unità Nazionale. La guerra finì l'11 novembre del 1918. Dopo quattro anni di guerra si contarono 16 milioni di morti e di 20 milioni di feriti e mutilati tra militari e civili”.
Purtroppo, come ha riflettuto il primo cittadino, dopo oltre cent’anni, assistiamo ancora alla presenza di guerre nel mondo. “Oggi, guardando non solo alla guerra in Ucraina che continua ad imperversare nel cuore dell'Europa, a cui si aggiunge ora la guerra tra Israeliani e Palestinesi, le motivazioni o pseudo giustificazioni che portano gli uomini a farsi la guerra sono sempre le stesse. Forse perché in realtà l’animo dell'essere umano, nonostante il passare degli anni e dei secoli, non è cambiato? Concludo ripetendo quando affermato all'inizio: prima che tutto degeneri siamo ancora in tempo per imparare dagli errori commessi nel passato”.