Ivan Giussani: dalla passione per le moto a ''influencer'' Youtube
I social network fanno parte ormai della quotidianità di molti di noi. A prescindere dall'opinione sugli stessi, sicuramente soggettiva, la portata che negli ultimi anni ha assunto il fenomeno è innegabile.
Per questa ragione abbiamo deciso di dare spazio a chi, grazie ai ''social'' è riuscito a condividere pubblicamente la propria passione, trasformandola in alcuni casi in un lavoro. Ivan Giussani è uno di questi; originario di Cassago, il giovane è riuscito a diffondere ad un pubblico sempre più ampio la sua passione per i motori tramite un canale YouTube.
L’aspetto più interessante di qualsiasi storia di successo è andare a snocciolarne gli albori e le origini. Il punto di partenza rappresenta infatti la chiave interpretativa per poter spiegare ciò che accade in un secondo momento. L’essere umano necessita di un impulso irrazionale per sfruttare la propria componente razionale a piena potenza al fine di elaborare idee e costruire progetti. Nel caso di Ivan la scintilla è stata la passione per i motori.
''Devo dire che c'è sempre stata: a trasmettermela sono stati i miei genitori fin dalla tenera età. Sicuramente l’episodio che mi ha cambiato la vita è stato l’arrivo della prima minimoto all’età di 6 anni'' ci ha raccontato il giovane.
Come ben sappiamo, l'adolescenza è il periodo della vita in cui si va a formare e a fortificare il carattere di una persona; quindi, le decisioni prese in questo lasso temporale vanno inequivocabilmente ad influenzare e indirizzare la vita adulta. Nel caso di Ivan la ''spannung'' della vita è stata la scelta della scuola superiore e ciò che ne è conseguito.
''In terza media, cioè nel momento in cui avrei dovuto scegliere il mio futuro percorso di studi, avevo da subito escluso l’idea di iscrivermi ad un corso riguardante la meccanica e con il senno di poi posso affermare che la causa di questa scelta furono i pregiudizi creati dall’ambiente che mi circondava. Era diffusa l’idea secondo la quale le scuole professionali erano frequentate solo da ragazzi privi di voglia di studiare'' ci ha detto Ivan, iscrittosi all'istituto Greppi di Monticello. ''A distanza di tre anni però, ho realizzato che questo contesto non era davvero ciò che faceva al caso mio: ero troppo appassionato di motori per continuare a fare qualcosa di non inerente a quel mondo. Mi sono così iscritto in una scuola meccanica, precisamente all’Istituto Salesiano S. Ambrogio Opera don Bosco Milano. Mai scelta fu più azzeccata perchè da qui mi si aprì un mondo: ragazzi appassionati dello stesso ambito e docenti interessati al futuro dei propri alunni''.
La tenacia e la voglia di emergere di Ivan gli hanno consentito di trovare un ambiente nel quale ha potuto cullare ed alimentare la sua passione e il suo talento.
Ogni traguardo che si rispetti richiede forma e sostanza. Al calderone in cui stiamo cucinando questa storia manca la forma, che in questo caso è un elemento trascendentale per arrivare alla vetta: YouTube
Fin da piccolo, Ivan ha identificato questo social network quale canale per comunicare con le persone e per potersi esprimere liberamente. Tuttavia, ciò che ha rappresentato la discriminante nel corso degli anni è stata la qualità e il tipo di contenuti portati nei video.
''Ho iniziato a pubblicare su YouTube fin da quando ero da piccolo, inizialmente video riguardanti telefoni e videogiochi. Durante il primo anno di superiori però, mi sono messo a posare video in moto, sempre in maniera abbastanza superficiale. La svolta è arrivata il terzo anno di superiori, quando decisi di cambiare scuola, fui costretto ad aspettare sei mesi per l’inserimento nel nuovo istituto, e proprio durante quell’arco temporale decisi di prendere sul serio YouTube, dedicandoci la quasi totalità del mio tempo'' ha ricordato Ivan. ''In quel momento le cose iniziarono a cambiare, le prime persone si iscrissero al mio canale, arrivarono anche le prime decine di migliaia di visualizzazioni, per poi arrivare ad una vera e propria esplosione, superando in breve tempo i 100.000 iscritti al canale. YouTube è diventato il mio lavoro a tempo pieno, ovviamente solo dopo aver ottenuto il diploma di maturità''.
Da queste parole è possibile evincere il passaggio da semplice passione a lavoro vero proprio. Questa trasformazione apre un interrogativo che negli ultimi decenni imperversa nei salotti dei talk show televisivi o più banalmente nei discorsi fra persone sedute al bar o al ristorante, soprattutto di età adulta: ''I social possono essere considerati a tutti gli effetti un lavoro?''. Il pensiero di Ivan a riguardo va in una direzione precisa. ''Purtroppo penso che l’Italia sia uno dei paesi in cui è più difficile spiegare alle vecchie generazioni che fare l’influencer è un lavoro a tutti gli effetti, in quanto siamo possessori di partite IVA e società e versiamo le tasse come tutti. Nonostante ciò, ho la piena consapevolezza che le nuove generazioni sappiano benissimo di cosa sto parlando, ci vorrà semplicemente un po’ più di tempo affinché tutti ne siano consapevoli''.
I social non sono come lavoro, ma anche come mezzo per lanciare messaggi positivi e per far sentire anche le persone più introverse e chiuse parte di un gruppo e di una comunità. ''Sicuramente ciò che faccio può mandare dei messaggi alla gente che mi segue, soprattutto grazie al fatto che ad oggi ci sono quasi 400.000 persone che mi conoscono. Il nome influencer deriva proprio dalla capacità di influenzare un pubblico. Avendo questa consapevolezza cerco sempre di mandare dei messaggi positivi''.
L'intervista a Ivan Giussani è molto significativa in quanto ha rappresentato l’occasione per iniziare ad indagare il mondo dei social. Dalle parole del giovane cassaghese possiamo evincere che, seppur non ancora accettato pienamente dalla parte adulta della popolazione, l’utilizzo di un social network può rappresentare un lavoro vero e proprio che richiede gli stessi ingredienti di un lavoro tradizionale affinché il piatto finale possa risultare gustoso: forma e sostanza, passione e impegno.
Per questa ragione abbiamo deciso di dare spazio a chi, grazie ai ''social'' è riuscito a condividere pubblicamente la propria passione, trasformandola in alcuni casi in un lavoro. Ivan Giussani è uno di questi; originario di Cassago, il giovane è riuscito a diffondere ad un pubblico sempre più ampio la sua passione per i motori tramite un canale YouTube.
L’aspetto più interessante di qualsiasi storia di successo è andare a snocciolarne gli albori e le origini. Il punto di partenza rappresenta infatti la chiave interpretativa per poter spiegare ciò che accade in un secondo momento. L’essere umano necessita di un impulso irrazionale per sfruttare la propria componente razionale a piena potenza al fine di elaborare idee e costruire progetti. Nel caso di Ivan la scintilla è stata la passione per i motori.
''Devo dire che c'è sempre stata: a trasmettermela sono stati i miei genitori fin dalla tenera età. Sicuramente l’episodio che mi ha cambiato la vita è stato l’arrivo della prima minimoto all’età di 6 anni'' ci ha raccontato il giovane.
Come ben sappiamo, l'adolescenza è il periodo della vita in cui si va a formare e a fortificare il carattere di una persona; quindi, le decisioni prese in questo lasso temporale vanno inequivocabilmente ad influenzare e indirizzare la vita adulta. Nel caso di Ivan la ''spannung'' della vita è stata la scelta della scuola superiore e ciò che ne è conseguito.
''In terza media, cioè nel momento in cui avrei dovuto scegliere il mio futuro percorso di studi, avevo da subito escluso l’idea di iscrivermi ad un corso riguardante la meccanica e con il senno di poi posso affermare che la causa di questa scelta furono i pregiudizi creati dall’ambiente che mi circondava. Era diffusa l’idea secondo la quale le scuole professionali erano frequentate solo da ragazzi privi di voglia di studiare'' ci ha detto Ivan, iscrittosi all'istituto Greppi di Monticello. ''A distanza di tre anni però, ho realizzato che questo contesto non era davvero ciò che faceva al caso mio: ero troppo appassionato di motori per continuare a fare qualcosa di non inerente a quel mondo. Mi sono così iscritto in una scuola meccanica, precisamente all’Istituto Salesiano S. Ambrogio Opera don Bosco Milano. Mai scelta fu più azzeccata perchè da qui mi si aprì un mondo: ragazzi appassionati dello stesso ambito e docenti interessati al futuro dei propri alunni''.
La tenacia e la voglia di emergere di Ivan gli hanno consentito di trovare un ambiente nel quale ha potuto cullare ed alimentare la sua passione e il suo talento.
Ogni traguardo che si rispetti richiede forma e sostanza. Al calderone in cui stiamo cucinando questa storia manca la forma, che in questo caso è un elemento trascendentale per arrivare alla vetta: YouTube
Fin da piccolo, Ivan ha identificato questo social network quale canale per comunicare con le persone e per potersi esprimere liberamente. Tuttavia, ciò che ha rappresentato la discriminante nel corso degli anni è stata la qualità e il tipo di contenuti portati nei video.
''Ho iniziato a pubblicare su YouTube fin da quando ero da piccolo, inizialmente video riguardanti telefoni e videogiochi. Durante il primo anno di superiori però, mi sono messo a posare video in moto, sempre in maniera abbastanza superficiale. La svolta è arrivata il terzo anno di superiori, quando decisi di cambiare scuola, fui costretto ad aspettare sei mesi per l’inserimento nel nuovo istituto, e proprio durante quell’arco temporale decisi di prendere sul serio YouTube, dedicandoci la quasi totalità del mio tempo'' ha ricordato Ivan. ''In quel momento le cose iniziarono a cambiare, le prime persone si iscrissero al mio canale, arrivarono anche le prime decine di migliaia di visualizzazioni, per poi arrivare ad una vera e propria esplosione, superando in breve tempo i 100.000 iscritti al canale. YouTube è diventato il mio lavoro a tempo pieno, ovviamente solo dopo aver ottenuto il diploma di maturità''.
Da queste parole è possibile evincere il passaggio da semplice passione a lavoro vero proprio. Questa trasformazione apre un interrogativo che negli ultimi decenni imperversa nei salotti dei talk show televisivi o più banalmente nei discorsi fra persone sedute al bar o al ristorante, soprattutto di età adulta: ''I social possono essere considerati a tutti gli effetti un lavoro?''. Il pensiero di Ivan a riguardo va in una direzione precisa. ''Purtroppo penso che l’Italia sia uno dei paesi in cui è più difficile spiegare alle vecchie generazioni che fare l’influencer è un lavoro a tutti gli effetti, in quanto siamo possessori di partite IVA e società e versiamo le tasse come tutti. Nonostante ciò, ho la piena consapevolezza che le nuove generazioni sappiano benissimo di cosa sto parlando, ci vorrà semplicemente un po’ più di tempo affinché tutti ne siano consapevoli''.
I social non sono come lavoro, ma anche come mezzo per lanciare messaggi positivi e per far sentire anche le persone più introverse e chiuse parte di un gruppo e di una comunità. ''Sicuramente ciò che faccio può mandare dei messaggi alla gente che mi segue, soprattutto grazie al fatto che ad oggi ci sono quasi 400.000 persone che mi conoscono. Il nome influencer deriva proprio dalla capacità di influenzare un pubblico. Avendo questa consapevolezza cerco sempre di mandare dei messaggi positivi''.
L'intervista a Ivan Giussani è molto significativa in quanto ha rappresentato l’occasione per iniziare ad indagare il mondo dei social. Dalle parole del giovane cassaghese possiamo evincere che, seppur non ancora accettato pienamente dalla parte adulta della popolazione, l’utilizzo di un social network può rappresentare un lavoro vero e proprio che richiede gli stessi ingredienti di un lavoro tradizionale affinché il piatto finale possa risultare gustoso: forma e sostanza, passione e impegno.
Mattia Giovenzana