Cassago chiama Chernobyl: dopo 1200 km le ambulanze hanno raggiunto l'Ucraina

L’odissea è finalmente giunta al termine e la missione di Cassago chiama Chernobyl anche questa volta è andata a buon fine: le due ambulanze donate al sodalizio rispettivamente dalla Croce Bianca Milano e dall'AVSA di Cornate d’Adda sono arrivate a destinazione, in Ucraina, al servizio delle necessità locali.
Il viaggio è stato lungo e impegnativo e proprio per questa ragione è significativo ripercorrerne le tappe salienti.
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Da destra Yuriy Teslik della Fondazione Pro Infanzia, l'imprenditore Giampietro Bernardello, Volodymyr Kozakov e il primario dr. Andrey Zhidenko insieme ai volontari di Cassago chiama Chrnobyl

La consegna dei due veicoli è iniziata mercoledì scorso a Milano con il disbrigo delle pratiche doganali. In questo step è stato fondamentale il coinvolgimento di Franco Ravasio e di Valentyn, un giovane ucraino che attualmente risiede e lavora a Lecco.
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Venerdì mattina di buon'ora è iniziato il vero e proprio viaggio dall’officina Ravasio, luogo in cui le ambulanze sono state rimesse in sesto. Hanno partecipato a questo cammino, lungo centinaia di chilometri, Armando Crippa, presidente dell’associazione Cassago chiama Chernobyl, e i volontari Francesco Longoni, Santo Gentile, Ivano Mazzoleni, Augusto Facchinetti e Franco Ravasio stesso.
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Il percorso ha ovviamente toccato vari stati, in particolare Slovenia e Ungheria e nel complesso si è snodato per ben 1200 chilometri. Non sono mancati momenti di difficoltà, soprattutto in fase di ingresso nei diversi paesi, dovuti principalmente a motivi formali e burocratici. 
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''Siamo arrivati alla dogana ungherese e siamo stati sottoposti a lunghi e incomprensibili controlli. Non ci spiegavamo le motivazioni di queste lungaggini in quanto lo scopo del nostro viaggio era il transito delle ambulanze cioè sostanzialmente un aiuto umanitario dichiarato alla dogana italiana. Questa volta, tuttavia, Giampietro Bernardello, imprenditore di Padova che ha una azienda tessile a Chernihiv, è stato con noi. La sua presenza è stata fondamentale e in particolare la sua profonda conoscenza della lingua ucraina'' il racconto di Armando Crippa.
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A questo punto è iniziata l’ultima fase del viaggio alla volta della terra ucraina.  ''Arriviamo finalmente nella città di Smailava nei Carpazi dopo circa 80 chilometri dalla frontiera e la pioggia, che ci ha accompagnati per oltre 300 chilometri di viaggio, ha lasciato il posto alla neve'' ha aggiunto il volontario.
In questa parte dell’Ucraina, che dista circa 800 chilometri da Kiev, la capitale, la guerra non è arrivata.
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I sentimenti del gruppo sono una commistione di gioia e malinconia: ''Siamo felici di essere arrivati ma anche molto malinconici a causa della guerra in corso.  A differenza delle prime 17 ambulanze consegnate direttamente a Chernihiv, per la prima volta abbiamo dovuto cambiare i nostri piani ma l’importante è esserci riusciti''.
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La mattina di sabato alla presenza del primario dottor Andrey Zhidenko e del suo assistente, Volodymir Kozakov, è stata eseguita la consegna delle chiavi delle due ambulanze. Questo momento è stato accompagnato dalle sirene spiegate e da una profonda commozione fra i presenti, così come era stato alla benedizione dei due mezzi a Cassago.
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Domenica è stato il giorno dei saluti: Armando e il resto del gruppo sono ripartiti alla volta dell’Italia con il pulmino mentre le due ambulanze sono state condotte nella città di Chernihiv. 
''Siamo arrivati a Lecco nelle prime ore di lunedì. Gli amici ucraini ci hanno inviato le foto dell'arrivo delle ambulanze all'ospedale regionale di Chernihiv'' ha proseguito, soddisfatto della missione portata a termine.
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Questo è il lieto fine di una storia incredibile in cui si sono intrecciati impegno e solidarietà; Armando Crippa e i suoi volontari hanno saputo scrivere una nuova ed importante pagina del lungo libro dedicato a Cassago chiama Chernobyl.
M.G.
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